Dati
Data: 13/08/2016 - 18/08/2016
Regione e provincia: Emilia Romagna - Toscana
Località di partenza: Bologna - Stazione Centrale
Località di arrivo: Firenze - Piazza della Signoria
Tempo di percorrenza: 6 giorni
Chilometri: 120,83 Km secondo la mappa
Grado di difficoltà: E, con qualche tratto EE evitabile.
Descrizione delle difficoltà: scarsità di punti per il rifornimento di acqua, qualche tratto un po' esposto, alcuni tratti non sono segnalati chiaramente.
Periodo consigliato: credo che ogni stagione abbia il suo fascino, ma eviterei i periodi piovosi.
Segnaletica: sentieri CAI in bianco/rosso - due palle gialle (presenti solo da un certo punto del percorso).
Dislivello in salita: 5.068 m
Dislivello in discesa: 5.013 m
Quota massima: 1.202 m (Le Banditacce).
Accesso stradale:
Traccia GPS:
Descrizione
Premetto subito che non sono un trekker esperto e che questa è stata la mia prima, vera esperienza di trekking di più giorni.
Ho deciso di percorrere la Via degli Dei in solitaria (non ho molti amici disposti ad affrontare escursioni così lunghe), perciò ho dovuto caricare lo zaino secondo questa condizione.
Il mio zaino (un Ferrino Durance da 48l) era così composto:
- Tenda
- Stuoia
- Sacco a pelo
- Vestiti: 2 magliette tecniche, 1 camicia ad asciugatura rapida, 2 paia calze tecniche, 1 paio di calze in cotone, 2 pantaloni tecnici con gambale rimovibile, 1 pantaloncino
- Felpa tecnica
- Telo in microfibra
- Asciugamano piccolo in microfibra
- Sapone di marsiglia
- Spazzolino e dentifricio da viaggio
- Qualche pacchetto di fazzoletti e salviette umidificate
- Kit pronto soccorso
- Lampada frontale
- kit di emergenza (accendino, diavolina, un pezzo di stoffa, un cordino, coltello svizzero, cappello di lana e guanti)
- Fischietto e bussola
- Qualche molletta e spilla da balia
- Foulard con gufo (mi porto sempre il fulard del gufo o la maschera della scimmia nei miei viaggi)
- Cibo (3 carrube, 3 panforti piccoli, 1 bustina di integratore energetico)
- acqua (1,5 litri in totale)
- Poncho
- Guida e cartina
- Caricabatterie per cellulare e per fotocamera
- Fotocamera
- Power bank (la batteria del mio cellulare tiene pochissimo)
- Crema solare
- Balsamo di Tigre
- Occhiali da sole
Nonostante avessi cercato di caricarlo con parsimonia, lo zaino era abbastanza pesante (intorno ai 12 Kg).
1° GIORNO: BOLOGNA - BADOLO
Dalla Stazione Centrale, ho proseguito per il portico di San Luca, che con i suoi 3,796 km e i suoi 666 archi, si aggiudica il primato del portico più lungo del mondo.
Raggiunto il Santuario della Madonna di San Luca, ho incontrato già le prime persone che stavano percorrendo la Via degli Dei: Mauro e Deborah (istruttrice di Nordic Walking). Da quel momento fino a Fiesole, non sono più rimasto solo.
Abbiamo deciso di percorrere il sentiero che costeggia il Reno a sinistra (che, forse, è meglio evitare se piove, perché diventa un pantano). Alla località Borghetti, abbiamo deciso di andare a visitare il ponte di Vizzano, costruito grazie alla petizione di una maestra per far sì che i suoi alunni potessero raggiungere le scuole attraversando il Reno anche con condizioni climatiche avverse. Passati i prati di Mugnano, abbiamo proseguito per Badolo, che abbiamo raggiunto all'incirca alle 18:30.
Fisicamente, ero parecchio affaticato. Dolevano spalle e piedi, ma stavo bene a livello muscolare ed articolare.
Abbiamo cenato in una bellissima osteria con vista panoramica e pernottato al B&B col suo incantevole orto botanico, dove Donatella ci ha accolto con gran calore.
2° GIORNO: BADOLO - MADONNA DEI FORNELLI
Siamo ripartiti alle 8:30, dopo un'abbondante colazione fatta di pane e marmellate fatte in casa, ed abbiamo percorso il sentiero verso il Monte Adone (percorso 110). Il tratto che porta sulla cima del monte è ripido ed un po' pericoloso, perché esposto. La difficoltà nel procedere in questo tratto si fa sentire se si soffre di vertigini. Io ho sfidato la vertigine ed ho proseguito, ma sono stato ben ricompensato: il panorama e il monte stesso sono davvero spettacolari! Dopo aver scritto nel famoso quaderno posto sotto la croce, abbiamo ridisceso il monte, passando accanto alle pareti del contrafforte pliocenico fino a Brento. Abbiamo proseguito fino a Monzuno (si cammina un tratto lungo la Linea Gotica), dove abbiamo sostato e pranzato. Proseguendo attraverso prati e boschi, si passa per l'antica borgata "Le Croci", che personalmente ho trovato molto bella.
Proseguendo il Monte Galletto, abbiamo attraversato quattro enormi pale eoliche. Dopo circa mezz'ora (alle 18:00) abbiamo raggiunto il B&B dove Elisa, ragazza davvero piena di vitalità e di risorse, ci ha accolto con delle birre fresche.
Qui abbiamo conosciuto Renzo, che si è poi unito a noi fino a Fiesole.
Nonostante spuntassero dolorini qua e là, ho risentito meno del peso dello zaino e della fatica del cammino, forse perché ero più incline a sopportarne il dolore.
3° GIORNO: MADONNA DEI FORNELLI - MONTE DI FO'
La tappa, seppur più corta, ha richiesto quasi lo stesso tempo delle altre per essere percorsa, perciò è bene non farsi ingannare troppo da quanti km si percorrono. La partenza è stata alle 9:30.
Mauro e Deborah si sono offerti di caricare la mia tenda, il sacco a pelo e la stuoia sui loro bagagli (che sarebbero stati portati al B&B dove avrebbero soggiornato nella tappa successiva), togliendo così un po’ di peso dal mio zaino.
E' stato l'unico giorno in cui abbiamo camminato sotto la pioggia (in mattinata). E' stato anche il giorno in cui abbiamo avvistato una femmina di cinghiale con cinque piccoli. E' stato il giorno in cui abbiamo raggiunto la vetta più alta della Via degli Dei, del cammino sul basolato romano, del fortuito incontro con la guida escursionistica, nonché scrittore del libro sulla Via degli Dei, Stefano Fazzioli, e dell’attraversamento del confine tra Emilia Romagna e Toscana (che, sfortunatamente, non viene segnalato).
In questa giornata, ci siamo addentrati in boschi che sembravano fatati, soprattutto grazie all'umidità creatasi dopo la pioggia. Abbiamo pranzato seduti sul basolato romano, dopodiché siamo ripartiti alla volta del passo della Futa. Qui, abbiamo visitato il cimitero germanico, e devo dire che è impressionante camminare tra le tombe di 30.683 soldati tedeschi.
Per via delle indicazioni non molto chiare, abbiamo “sbagliato” strada, percorrendo un tratto di asfalto in discesa fino a Monte di Fò, dove abbiamo raggiunto il campeggio.
In questa giornata, il mio fisico ha retto bene, grazie al minore peso del mio zaino, anche se le vesciche stavano per comparire. Ho imparato una lezione: la salita è meglio della discesa e l’asfalto è uno dei terreni peggiori su cui camminare.
La cena è stata accompagnata da una meritata bistecca fiorentina, la più buona che abbia mai mangiato.
4° GIORNO: MONTE DI FO’ – SAN PIERO A SIEVE
Anche questa tappa attraversa molti boschi, ma se il giorno prima erano i castagneti a colpire l’occhio, nella quarta tappa erano i boschi di conifere a dominare la scena con alberi alti venti, anche trenta metri che si stagliavano verso il cielo.
Abbiamo raggiunto il passo dell’Osteria Bruciata, dove abbiamo riposato e chiacchierato con alcuni motociclisti di passaggio.
Abbiamo continuato il nostro cammino fino a Sant’Agata. Il paese era quasi deserto, perché gli abitanti erano ad un matrimonio. Avrei voluto visitare il museo dell’artigiano Leprino “Vita artigiana di un tempo con personaggi in movimento”, ma purtroppo era chiuso. Se siete interessati, prenotate la vostra visita prima, così lo apriranno. Ad ogni modo, il borgo aveva un non so che di surreale: il sole pomeridiano, la piazza vuota… a parte due ragazzi che cucinavano del cibo con un fornelletto ed un gatto che gironzolava per la via. Ho trovato molto bella la chiesa, molto semplice e senza fronzoli. Qui, ho acceso un cero.
L’ultimo tratto è stato abbastanza pesante: 7 km su asfalto con macchine che sfrecciavano a tutta velocità dove, a parte la vista del bel castello di Scarperia e dei campi di girasoli, non c’era nulla di così interessante da rischiare di essere investiti. Camminavamo in silenzio ed ogni passo era pesante come un macigno.
Siamo arrivati piuttosto tardi, verso le 19:00. Abbiamo cenato, dopodiché ho recuperato la tenda, il sacco a pelo e la stuoia. Il giorno successivo, il mio zaino sarebbe tornato a pieno carico, ma ormai il mio fisico si era abituato al dolore.
5° GIORNO: SAN PIERO A SIEVE – FIESOLE
Grazie ai consigli di alcuni signori, abbiamo tagliato un pezzo della Via degli Dei, risparmiandoci almeno 2 km. Purtroppo, però, ciò non ci ha consentito di visitare il Castello del Trebbio (un vero peccato). Ci siamo ricongiunti col tracciato della Via degli Dei all’altezza della Badia del Buonsollazzo.
Abbiamo proseguito fino all’abbazia di Monte Senario, dove abbiamo fatto rifornimento di acqua ed abbiamo preso un gelato.
La salita verso Poggio Pratone è stata più dura di quanto ci aspettassimo: ripida, lunga e sassosa. Sembrava di non arrivare mai in cima. Raggiunta la vetta, ci siamo riposati sotto l’albero dov’era posto il cippo con una composizione del poeta Bruno Cicognani. Si poteva scorgere Firenze da lontano.
Dopo aver valicato Poggio Pratone prima e monte Fanna poi, abbiamo percorso gli ultimi quattro km sull’asfalto per raggiungere Fiesole, alle 18:00.
Qui abbiamo brindato al nostro arrivederci. Deborah e Mauro hanno proseguito fino a Firenze, mentre Renzo sarebbe tornato a Bologna in treno. Io, invece, ho deciso di passare la notte in campeggio a Fiesole, poiché il mio treno partiva il giorno dopo, verso il tardo pomeriggio.
Di nuovo in solitaria, mentre mi godevo la cena di fronte ad un panorama di una Firenze al tramonto di tale bellezza da poter risvegliare il poeta perfino in un asino.
6°GIORNO: FIESOLE – FIRENZE
Sono partito con calma, quella calma che ti porta a rallentare, quasi per paura di finire un viaggio così bello. La fatica ed il dolore diventano un segno di vittoria, per essere riuscito a sopportarle. Ma ben presto, la calma si era trasformata in voglia smodata di arrivare.
Continuavo la mia discesa verso Firenze. Avevo sete ma non volevo fermarmi.
Ecco il cartello: Firenze. Proseguivo e chiedevo ai passanti la direzione per il centro pur di non perdere tempo a tirare giù lo zaino per prendere la cartina. Finalmente, potevo scorgere la superba cattedrale di Santa Maria del Fiore. Ma quel che contava per me era raggiungere la meta che mi ero prefissato: Piazza della Signoria.
Dopo averci girato un po’ attorno, sbagliando strada a causa dell’impazienza, ecco stagliarsi nel cielo la torre del Palazzo Vecchio. Ero arrivato, ce l’avevo fatta.
Ho percorso la VIA DEGLI DEI! Il mio nome e i miei sassi stanno lassù.
Data: 13/08/2016 - 18/08/2016
Regione e provincia: Emilia Romagna - Toscana
Località di partenza: Bologna - Stazione Centrale
Località di arrivo: Firenze - Piazza della Signoria
Tempo di percorrenza: 6 giorni
Chilometri: 120,83 Km secondo la mappa
Grado di difficoltà: E, con qualche tratto EE evitabile.
Descrizione delle difficoltà: scarsità di punti per il rifornimento di acqua, qualche tratto un po' esposto, alcuni tratti non sono segnalati chiaramente.
Periodo consigliato: credo che ogni stagione abbia il suo fascino, ma eviterei i periodi piovosi.
Segnaletica: sentieri CAI in bianco/rosso - due palle gialle (presenti solo da un certo punto del percorso).
Dislivello in salita: 5.068 m
Dislivello in discesa: 5.013 m
Quota massima: 1.202 m (Le Banditacce).
Accesso stradale:
Traccia GPS:
Descrizione
Premetto subito che non sono un trekker esperto e che questa è stata la mia prima, vera esperienza di trekking di più giorni.
Ho deciso di percorrere la Via degli Dei in solitaria (non ho molti amici disposti ad affrontare escursioni così lunghe), perciò ho dovuto caricare lo zaino secondo questa condizione.
Il mio zaino (un Ferrino Durance da 48l) era così composto:
- Tenda
- Stuoia
- Sacco a pelo
- Vestiti: 2 magliette tecniche, 1 camicia ad asciugatura rapida, 2 paia calze tecniche, 1 paio di calze in cotone, 2 pantaloni tecnici con gambale rimovibile, 1 pantaloncino
- Felpa tecnica
- Telo in microfibra
- Asciugamano piccolo in microfibra
- Sapone di marsiglia
- Spazzolino e dentifricio da viaggio
- Qualche pacchetto di fazzoletti e salviette umidificate
- Kit pronto soccorso
- Lampada frontale
- kit di emergenza (accendino, diavolina, un pezzo di stoffa, un cordino, coltello svizzero, cappello di lana e guanti)
- Fischietto e bussola
- Qualche molletta e spilla da balia
- Foulard con gufo (mi porto sempre il fulard del gufo o la maschera della scimmia nei miei viaggi)
- Cibo (3 carrube, 3 panforti piccoli, 1 bustina di integratore energetico)
- acqua (1,5 litri in totale)
- Poncho
- Guida e cartina
- Caricabatterie per cellulare e per fotocamera
- Fotocamera
- Power bank (la batteria del mio cellulare tiene pochissimo)
- Crema solare
- Balsamo di Tigre
- Occhiali da sole
Nonostante avessi cercato di caricarlo con parsimonia, lo zaino era abbastanza pesante (intorno ai 12 Kg).
1° GIORNO: BOLOGNA - BADOLO
Dalla Stazione Centrale, ho proseguito per il portico di San Luca, che con i suoi 3,796 km e i suoi 666 archi, si aggiudica il primato del portico più lungo del mondo.
Raggiunto il Santuario della Madonna di San Luca, ho incontrato già le prime persone che stavano percorrendo la Via degli Dei: Mauro e Deborah (istruttrice di Nordic Walking). Da quel momento fino a Fiesole, non sono più rimasto solo.
Abbiamo deciso di percorrere il sentiero che costeggia il Reno a sinistra (che, forse, è meglio evitare se piove, perché diventa un pantano). Alla località Borghetti, abbiamo deciso di andare a visitare il ponte di Vizzano, costruito grazie alla petizione di una maestra per far sì che i suoi alunni potessero raggiungere le scuole attraversando il Reno anche con condizioni climatiche avverse. Passati i prati di Mugnano, abbiamo proseguito per Badolo, che abbiamo raggiunto all'incirca alle 18:30.
Fisicamente, ero parecchio affaticato. Dolevano spalle e piedi, ma stavo bene a livello muscolare ed articolare.
Abbiamo cenato in una bellissima osteria con vista panoramica e pernottato al B&B col suo incantevole orto botanico, dove Donatella ci ha accolto con gran calore.
2° GIORNO: BADOLO - MADONNA DEI FORNELLI
Siamo ripartiti alle 8:30, dopo un'abbondante colazione fatta di pane e marmellate fatte in casa, ed abbiamo percorso il sentiero verso il Monte Adone (percorso 110). Il tratto che porta sulla cima del monte è ripido ed un po' pericoloso, perché esposto. La difficoltà nel procedere in questo tratto si fa sentire se si soffre di vertigini. Io ho sfidato la vertigine ed ho proseguito, ma sono stato ben ricompensato: il panorama e il monte stesso sono davvero spettacolari! Dopo aver scritto nel famoso quaderno posto sotto la croce, abbiamo ridisceso il monte, passando accanto alle pareti del contrafforte pliocenico fino a Brento. Abbiamo proseguito fino a Monzuno (si cammina un tratto lungo la Linea Gotica), dove abbiamo sostato e pranzato. Proseguendo attraverso prati e boschi, si passa per l'antica borgata "Le Croci", che personalmente ho trovato molto bella.
Proseguendo il Monte Galletto, abbiamo attraversato quattro enormi pale eoliche. Dopo circa mezz'ora (alle 18:00) abbiamo raggiunto il B&B dove Elisa, ragazza davvero piena di vitalità e di risorse, ci ha accolto con delle birre fresche.
Qui abbiamo conosciuto Renzo, che si è poi unito a noi fino a Fiesole.
Nonostante spuntassero dolorini qua e là, ho risentito meno del peso dello zaino e della fatica del cammino, forse perché ero più incline a sopportarne il dolore.
3° GIORNO: MADONNA DEI FORNELLI - MONTE DI FO'
La tappa, seppur più corta, ha richiesto quasi lo stesso tempo delle altre per essere percorsa, perciò è bene non farsi ingannare troppo da quanti km si percorrono. La partenza è stata alle 9:30.
Mauro e Deborah si sono offerti di caricare la mia tenda, il sacco a pelo e la stuoia sui loro bagagli (che sarebbero stati portati al B&B dove avrebbero soggiornato nella tappa successiva), togliendo così un po’ di peso dal mio zaino.
E' stato l'unico giorno in cui abbiamo camminato sotto la pioggia (in mattinata). E' stato anche il giorno in cui abbiamo avvistato una femmina di cinghiale con cinque piccoli. E' stato il giorno in cui abbiamo raggiunto la vetta più alta della Via degli Dei, del cammino sul basolato romano, del fortuito incontro con la guida escursionistica, nonché scrittore del libro sulla Via degli Dei, Stefano Fazzioli, e dell’attraversamento del confine tra Emilia Romagna e Toscana (che, sfortunatamente, non viene segnalato).
In questa giornata, ci siamo addentrati in boschi che sembravano fatati, soprattutto grazie all'umidità creatasi dopo la pioggia. Abbiamo pranzato seduti sul basolato romano, dopodiché siamo ripartiti alla volta del passo della Futa. Qui, abbiamo visitato il cimitero germanico, e devo dire che è impressionante camminare tra le tombe di 30.683 soldati tedeschi.
Per via delle indicazioni non molto chiare, abbiamo “sbagliato” strada, percorrendo un tratto di asfalto in discesa fino a Monte di Fò, dove abbiamo raggiunto il campeggio.
In questa giornata, il mio fisico ha retto bene, grazie al minore peso del mio zaino, anche se le vesciche stavano per comparire. Ho imparato una lezione: la salita è meglio della discesa e l’asfalto è uno dei terreni peggiori su cui camminare.
La cena è stata accompagnata da una meritata bistecca fiorentina, la più buona che abbia mai mangiato.
4° GIORNO: MONTE DI FO’ – SAN PIERO A SIEVE
Anche questa tappa attraversa molti boschi, ma se il giorno prima erano i castagneti a colpire l’occhio, nella quarta tappa erano i boschi di conifere a dominare la scena con alberi alti venti, anche trenta metri che si stagliavano verso il cielo.
Abbiamo raggiunto il passo dell’Osteria Bruciata, dove abbiamo riposato e chiacchierato con alcuni motociclisti di passaggio.
Abbiamo continuato il nostro cammino fino a Sant’Agata. Il paese era quasi deserto, perché gli abitanti erano ad un matrimonio. Avrei voluto visitare il museo dell’artigiano Leprino “Vita artigiana di un tempo con personaggi in movimento”, ma purtroppo era chiuso. Se siete interessati, prenotate la vostra visita prima, così lo apriranno. Ad ogni modo, il borgo aveva un non so che di surreale: il sole pomeridiano, la piazza vuota… a parte due ragazzi che cucinavano del cibo con un fornelletto ed un gatto che gironzolava per la via. Ho trovato molto bella la chiesa, molto semplice e senza fronzoli. Qui, ho acceso un cero.
L’ultimo tratto è stato abbastanza pesante: 7 km su asfalto con macchine che sfrecciavano a tutta velocità dove, a parte la vista del bel castello di Scarperia e dei campi di girasoli, non c’era nulla di così interessante da rischiare di essere investiti. Camminavamo in silenzio ed ogni passo era pesante come un macigno.
Siamo arrivati piuttosto tardi, verso le 19:00. Abbiamo cenato, dopodiché ho recuperato la tenda, il sacco a pelo e la stuoia. Il giorno successivo, il mio zaino sarebbe tornato a pieno carico, ma ormai il mio fisico si era abituato al dolore.
5° GIORNO: SAN PIERO A SIEVE – FIESOLE
Grazie ai consigli di alcuni signori, abbiamo tagliato un pezzo della Via degli Dei, risparmiandoci almeno 2 km. Purtroppo, però, ciò non ci ha consentito di visitare il Castello del Trebbio (un vero peccato). Ci siamo ricongiunti col tracciato della Via degli Dei all’altezza della Badia del Buonsollazzo.
Abbiamo proseguito fino all’abbazia di Monte Senario, dove abbiamo fatto rifornimento di acqua ed abbiamo preso un gelato.
La salita verso Poggio Pratone è stata più dura di quanto ci aspettassimo: ripida, lunga e sassosa. Sembrava di non arrivare mai in cima. Raggiunta la vetta, ci siamo riposati sotto l’albero dov’era posto il cippo con una composizione del poeta Bruno Cicognani. Si poteva scorgere Firenze da lontano.
Dopo aver valicato Poggio Pratone prima e monte Fanna poi, abbiamo percorso gli ultimi quattro km sull’asfalto per raggiungere Fiesole, alle 18:00.
Qui abbiamo brindato al nostro arrivederci. Deborah e Mauro hanno proseguito fino a Firenze, mentre Renzo sarebbe tornato a Bologna in treno. Io, invece, ho deciso di passare la notte in campeggio a Fiesole, poiché il mio treno partiva il giorno dopo, verso il tardo pomeriggio.
Di nuovo in solitaria, mentre mi godevo la cena di fronte ad un panorama di una Firenze al tramonto di tale bellezza da poter risvegliare il poeta perfino in un asino.
6°GIORNO: FIESOLE – FIRENZE
Sono partito con calma, quella calma che ti porta a rallentare, quasi per paura di finire un viaggio così bello. La fatica ed il dolore diventano un segno di vittoria, per essere riuscito a sopportarle. Ma ben presto, la calma si era trasformata in voglia smodata di arrivare.
Continuavo la mia discesa verso Firenze. Avevo sete ma non volevo fermarmi.
Ecco il cartello: Firenze. Proseguivo e chiedevo ai passanti la direzione per il centro pur di non perdere tempo a tirare giù lo zaino per prendere la cartina. Finalmente, potevo scorgere la superba cattedrale di Santa Maria del Fiore. Ma quel che contava per me era raggiungere la meta che mi ero prefissato: Piazza della Signoria.
Dopo averci girato un po’ attorno, sbagliando strada a causa dell’impazienza, ecco stagliarsi nel cielo la torre del Palazzo Vecchio. Ero arrivato, ce l’avevo fatta.
Ho percorso la VIA DEGLI DEI! Il mio nome e i miei sassi stanno lassù.
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