.... quella che più mi crea problemi è la paura del mio sangue...è una cosa "strana", ma se vedo uno sbudellato non mi dà da fare..mentre se io solo, mi faccio un taglio normale, e esce un po' troppo sangue (l'ultimo lungo 7mm e non profondissimo, sul pollice) inizio a sudare freddo...divento pallido..mi viene quel senso di nausea. Fin'ora non mi sono mai tagliato in escursione, ho sempre con me il kit medico, ma non sono sicuro di riuscire a mantenere il controllo e medicarmi. Per controllare un tale comportamento, dovrei provare a tagliarmi via via sempre più lontano da casa... in modo da vincere la paura..? o ci sono altri modi?!? (non vorrei essere pieno di cicatrici per tentar di vincere la paura! ....
Direi che sarebbe azzardato e sicuramente non si farebbe un buon "lavoro" fare considerazioni sul come, sul perchè, sul quando .... ect. senza neanche conoscersi ...... chiunque, in buona fede, potrebbe dirti "fai così che ottieni cosà" ma credo che il rischio di fare più danni che guadagni sarebbe molto alto. Con la "buona fede" si fanno, potenzialmente, tante minchiate esattamente che con la "cattiva fede", certo con la prima hai una scusante ma il risultato finale non cambia.
L'unica cosa che mi permetto di dirti è una sola ..... anzi sono tre ..... conoscenza - pratica - e nuovamente conoscenza ...... Mi spiego meglio; più conosci della tua fobia e più riesci a raziocinarla, maggior raziocinio vuol dire maggior consapevolezza dei limiti, e nel tempo, dell'infondatezza della fobia. Pratica vuol dire che se ho paura di rompermi una gamba più sviluppo le mie capacità di prevenire e curare una frattura maggiori saranno le mie probabilità di superare, nell'eventualità che ciò possa avvenire, maggior consapevolezza di ciò che uno può fare in caso di necessità vuol dire maggior fiducia in se stessi. Infine nuovamente conoscenza, ovvero, analisi critica di tutto ciò che ruota intorno alla propria fobia per trovare punti deboli e, come tali, affrontarli.
Mi spiego con un esempio pratico ....... immaginiamo che io abbia paura della "guerra", di trovarsi un bel giorno immerso in un conflitto, stile quarta guerra mondiale o una bella guerra non dichiarata fra estremisti e resto del mondo. Queste situazioni, in particolar modo il concetto di "guerra mondiale", hanno una storicità, ovvero, sono già avvenute; studiando questi fatti ti permettono di capire sicuramente le cause che le hanno causate ma anche avere una idea dei meccanismi che le possono causare e se certe cause non sono più "di moda" (ad es. espansione territoriale) alcune lo sono ancora (ad es. necessità di materie prime); questa conoscenza ti permette di fare valutazioni più obbiettive su quelli che sono i segnali che ricevi, ad esempio, dall'opinione pubblica, dai giornali, da internet ...... di capire se pensi di trovarti ad una semplice prova fra "gradassi", la classica prova dei muscoli, oppure a qualcosa di più concreto e, per tanto, potenzialmente più pericoloso ..... e nel tempo potresti capire se vale la pena preoccuparsi o meno.
Capire come poter pensare di affrontare certe situazioni che potrebbero derivare da una situazione di belligeranza, come ad esempio la penuria di cibo, e, quando possibili, affrontarle anche realmente mediante una simulazione ti potrebbe permettere di capire come comportarsi, ti potrebbe far capire che, alla fine, un qualche modo per mettere almeno un pasto al giorno uno lo trova ...... e quando ti rendi conto che non saresti proprio come una barca in balia delle onde la tua autostima potrebbe facilmente aumentare e maggiore è l'autostima maggiormente è più facile affrontare l'ignoto.
Queste sono "mie" convinzioni personali e non ho idea se per te potrebbero essere valide, a sensazione azzarderei di sì, ma credo che solo "tu" possa alla fine decidere se queste mie considerazioni sono applicabili, o meno, anche per te. Io sono dell'idea che i migliori dottori per noi stessi siamo noi stessi e che professionisti esterni sono un aiuto ma nulla di più ...... ma questa è una mia convinzione che comunque non è "universale" ..... per alcuni problemi (per fortuna pochi) l'aiuto esterno è fondamentale quanto quello interno.
Alla fin fine perchè ci portiamo il kit del pronto soccorso ? perchè impariamo come potabilizzare l'acqua ? perchè impariamo ad usare una bussola ? perchè ci portiamo dodici strumenti diversi per accendere un fuoco ? ....... per trovarsi preparati nel momento del bisogno e poter affrontare/vivere le nostre escursioni senza il patema d'animo di ..... oddio e se mi faccio male ? e se finisco l'acqua ? e se il gps si guasta ? e se devo accendere un fuoco ?
Poi, intendiamoci, la mia non è una "ricetta" universale ...... è solo il "mio" metodo per affrontare le mie fobie.
Ciao
, Gianluca