vivere da eremita

Si certo, la storia che ho linkato non è una vita da eremita, l'ho scritto, e neanche la soluzione ai problemi del mondo, ma un modo per fare la propria parte...
Se sei/siete interessati a modelli teorici di vita a livello globale alternativi a quello attuale vi consiglio la lettura del libro "Descolarizzare la società" di Ivan Illich, che non parla solo di scuola ma parte da questa per affermare le sue teorie su un auspicabile cambiamento della società.
 
Si certo, la storia che ho linkato non è una vita da eremita, l'ho scritto, e neanche la soluzione ai problemi del mondo, ma un modo per fare la propria parte...
Se sei/siete interessati a modelli teorici di vita a livello globale alternativi a quello attuale vi consiglio la lettura del libro "Descolarizzare la società" di Ivan Illich, che non parla solo di scuola ma parte da questa per affermare le sue teorie su un auspicabile cambiamento della società.



grazie ancora per le indicazioni letterarie, le ho annotate e saranno sicuramente preziose, saluti - e
 
a questo punto sono curioso di comprendere cosa cerchi di altro

Sai, non so, Campanara mi ha colpito, ma quell'ambito mi sembrerebbe troppo una "fuga" prendi il termine con le pinze, e pur credendo che il 90% di quel che viene fatto li è la cosa giusta, io ho bisogno di stare anche dentro alla bolgia della lotta per combattere contro ciò che ritengo un'aberrazione. Per questo forse mi sono trasferito ai margini di un bosco in Valsusa...Non mi voglio mettere a parlare di politica qui, più o meno è per questo che (almeno per ora) una situazione come Campanara non è quel che cerco. Se ci vai porta il mio saluto all'appennino!
 
Sai, non so, Campanara mi ha colpito, ma quell'ambito mi sembrerebbe troppo una "fuga" prendi il termine con le pinze, e pur credendo che il 90% di quel che viene fatto li è la cosa giusta, io ho bisogno di stare anche dentro alla bolgia della lotta per combattere contro ciò che ritengo un'aberrazione. Per questo forse mi sono trasferito ai margini di un bosco in Valsusa...Non mi voglio mettere a parlare di politica qui, più o meno è per questo che (almeno per ora) una situazione come Campanara non è quel che cerco. Se ci vai porta il mio saluto all'appennino!


ho fatto delle ricerche su internet per ora non riesco ad arrivare fino ai confini con l'emilia, il tempo mi servirà per organizzare una via di mezzo per progettare una situazione di vita più libera. ho un quesito, come ti sei sistemato? intendo con una tenda e se così fosse, c'è qualcuno che ti limiti in questo, che so' forestale, guardia boschi, cacciatori? spero potrai rispondermi, sai com'è vorrei fare qualcosa del genere visto che andiamo incontro al caldo
 
Dunque, l'anno scorso sono stato qualche mese ospite al presidio di venaus lavorando all'orto e simili, poi ho fatto due mesi e mezza nel bosco in tenda. I problemi con la forestale ci sono stati, e non solo, ma ce ne siamo fregati, eravamo un gruppetto tutti avvezzi alla vita all'aria aperta e sentirsi dire che fare il fuoco nel bosco è pericoloso in via ufficiale e "che bel focolare che avete costruito!" in maniera "informale" è stato ridicolo. Comunque a parte questo è stata una bella esperienza. Ora sono in una casetta in un paesello di ottanta anime, in attesa di decidere come muovermi nei prossimi mesi
 
Dunque, l'anno scorso sono stato qualche mese ospite al presidio di venaus lavorando all'orto e simili, poi ho fatto due mesi e mezza nel bosco in tenda. I problemi con la forestale ci sono stati, e non solo, ma ce ne siamo fregati, eravamo un gruppetto tutti avvezzi alla vita all'aria aperta e sentirsi dire che fare il fuoco nel bosco è pericoloso in via ufficiale e "che bel focolare che avete costruito!" in maniera "informale" è stato ridicolo. Comunque a parte questo è stata una bella esperienza. Ora sono in una casetta in un paesello di ottanta anime, in attesa di decidere come muovermi nei prossimi mesi


io sono parecchio limitato perché ho un debole per gli animali domestici i quali verranno con me, va da se che non posso cambiare posto e che è assai più complicato, vedrò, in qualche modo voglio fare, grazie per la risposta - e
 
La massa è fatta da singoli, non bisogna avere la pretesa di cambiare il mondo, è già tanto se si riesce a cambiare se stessi.
Ti consiglio nuovamente di leggere il libro perché da quello che scrivi ho l'impressione che stai travisando il loro messaggio che non è quello di "riuscire ancora a resistere alle molte tentazioni di consumo".

La massa è fatta da singoli, non bisogna avere la pretesa di cambiare il mondo, è già tanto se si riesce a cambiare se stessi.
Ti consiglio nuovamente di leggere il libro perché da quello che scrivi ho l'impressione che stai travisando il loro messaggio che non è quello di "riuscire ancora a resistere alle molte tentazioni di consumo".

Finalmente qualcosa di più concreto! E' esattamente ciò di cui ho fatto esperienza.....
Il cambiamento parte da noi.... Solo da noi singoli ;)
I cambiamenti veri e duraturi avvengono solo con una visione concreta e diretta della realtà. In altri termini: quando mi rendo conto che il consumismo e' una fregatura e un boomerang allora smetto.
L' unica cosa che non riesco a capire e' come sfuggire al condizionamento ambientale.
Caro Andrea il problema che mi trovo ad affrontare in questo periodo della mia vita e' come non lasciarsi abbindolare dall' offerta spudorata di beni di consumo e come non lasciarsi coinvolgere dalla vita "in corsa" contemporanea.....
Per me il giusto compromesso sta nel lasciare la città e recarmi in luoghi isolati e solo. Ma non lo definirei eremitaggio e nemmeno lotta al sistema datosi che anche io come dicevo prima sono un pesce che nuota nella corrente.
Ma ancora oggi una vocina dentro di me dice: C' e' una possibilità di uscita?
E se mollassi tutto e andassi via?
Perciò Andrea non so ancora trovare una risposta concreta nella mia esperienza di vita.



Il mio sogno e' di alzarmi al mattino presto, meditare, fare colazione, lavorare andare a casa, ritrovarsi con tua moglie, la famiglia o gli amici, meditare e andare a nanna.
E in questa sequenza banale e noiosa imparare che quello che ho mi e' più che sufficiente!
Ma all' atto pratico non funziona così.... Corri qua corri la', la meditazione si fotte, con la moglie non sempre si riesce a comunicare o ad incontrarsi, a lavoro hai a che fare con dei nevrotici ed è faticoso venire ad un punto di incontro e a sera l' unica cosa che riesci a fare e' imbambolarti davanti il pc o la tv prima di crollare a letto........
 
Dunque, l'anno scorso sono stato qualche mese ospite al presidio di venaus lavorando all'orto e simili, poi ho fatto due mesi e mezza nel bosco in tenda. I problemi con la forestale ci sono stati, e non solo, ma ce ne siamo fregati, eravamo un gruppetto tutti avvezzi alla vita all'aria aperta e sentirsi dire che fare il fuoco nel bosco è pericoloso in via ufficiale e "che bel focolare che avete costruito!" in maniera "informale" è stato ridicolo. Comunque a parte questo è stata una bella esperienza. Ora sono in una casetta in un paesello di ottanta anime, in attesa di decidere come muovermi nei prossimi mesi

Se abiti in un paesello di ottanta anime vicino ad un bosco sei bello e che a posto..... Pensaci bene. Se vuoi fare l' eremita hai già tutto quello che ti serve.
Ma se mi permetti un consiglio basato sulla esperienza personale non farti prendere troppo la mano dalla ricerca di solitudine.
Sennò ricadi vittima del "voglio di più" e presto o tardi ne pagherai le conseguenze.
Per me il vero traguardo e' stare bene sia da solo con se stessi che con gli atri.
ovviamente vale per me.... Ma forse questa riflessione potrebbe tornarti utile....
Ciao
:)
 
Personalmente rispetto gli eremiti perchè, con il loro più o meno estremo e coerente stile di vita, mi fanno riflettere su quanto io ingigastica i miei problemi e su quanti dei miei bisogni siano reali anche se non ho (diciamo che non ho più) nessuna intenzione di vivere da eremita.

Però un limite (bello grosso) che vedo in praticamente tutti gli eremiti, volendo includere anche personaggi come Norman Winther, è che non hanno figli, per cui le loro esperienze (per me che ne ho tre) rimangono un bel sogno, un'ispirazione a migliorare ma poche nozioni pratiche sul come modificare lo stile di vita della mia famiglia.

Senza figli (lo so che sembra la solita scusa che tirano fuori tutti quelli che si lamentano ma non fanno un passo per cambiare) puoi fare qualsiasi scelta sapendo che se va male sono solo fatti tuoi: puoi patire la fame, il freddo, la solitudine, le malattie finchè campi, tanto non hai responsabilità verso nessun altro o per lo meno verso nessun altro bambino che dipende TOTALMENTE da te.

D'altrocanto però, i figli sono un grossissimo incentivo a cambiare uno stile di vita che non lascerebbe a loro (o ai loro figli) la possibilità di vivere un futuro.

Ho apprezzato molto il racconto condiviso da AndreDB (anche se ammetto di non averlo finito, sono rimasto che si trovano ancora senza lavoro) e condivido pienamente il fatto che il cambiamento deve nascere dentro di noi, come scritto sulla tomba di un vescovo di Westminsteer:

Quando ero giovane e libero e la mia immaginazione non aveva limiti,sognavo di cambiare il mondo.

Come divenni più grande e più saggio, scoprii che il mondo non avrebbe potuto essere cambiato, così ridussi la mia visione e decisi di cambiare solo il mio paese, ma anche questo sembrava essere inamovibile.

Come crebbi, al crepuscolo della mia vita, in un ultimo disperato tentativo, decisi di cambiare solo la mia famiglia, quelli più vicino a me. Ma anche questi non volevano niente di tutto ciò.

E ora, che sono legato al mio letto di morte, capisco che se solo avessi cambiato per primo me stesso, forse, con l'esempio, avrei potuto cambiare la mia famiglia.

Dalla loro ispirazione e con il loro incoraggiamento avrei quindi potuto cambiare in meglio il mio paese. E chi lo sa, avrei potuto forse cambiare il mondo.

( dalla tomba di un Vescovo dell'Abbazia di Westminster)

... e aggiungo che il cambiamento non basta che sia considerato giusto e necessario, bisogna che sia "assorbito", "assimilato", "fatto proprio", direi che deve diventare "meccanico", "spontaneo" .... e per far questo ritengo necessario che il cambiamento sia graduale (almeno parlando per la mia persona): non posso (e ci ho provato) cambiare quasi 40 anni di uno stile di vita in un altro quasi opposto solo in un anno. Sarebbe tutto approssimativo, una brutta esperienza per la prole e facilmente un fiasco totale con un ritorno repentino alla vita precedente giustificato con il: "quella vita non si può fare".

Mi piace usare un esempio "avventuroso" per spiegare la mia visione:

Una comitiva va in montagna, diretta verso una cima di cui si vede la vetta ma non il percorso per raggiungerla, senza cartine nè segnaletica.

La via inizia piuttosto tortuosa, in una fredda e umida gola ed è faticosa, ma un bivio permette di lasciare il fondo della valle e di risalire in un zona più comoda e agevole.

Ad un certo punto, dopo qualche ora di cammino, appare chiaro che la via è sbagliata, il fondo è comodo e il versante è soleggiato ma in lontananza si vede un grosso ostacolo che non si può superare, mentre sull'altro versante (quello in ombra) la via appare più scomoda e lunga ma perlo meno percorribile.

La comitiva inizia a discutere: c'è chi vuole continuare ostinatamente a seguire quella via (quando arriveremo all'ostacolo ci penseremo); c'è chi vorrebbe fare un "grosso balzo" e arrivare sull'altro versante nel quale (ammesso che riesca nel balzo) si troverebbe a dover affrontare delle condizioni a cui il suo corpo non è più abituato; e c'è chi sceglie di ripercorrere il percorso fatto fin lì a ritroso fino al bivio e quindi (adeguatamente acclimatato) affrontare l'altro sentiero.

Ecco, io faccio parte (o almeno mi ci impegno) della terza categoria
 
Se abiti in un paesello di ottanta anime vicino ad un bosco sei bello e che a posto..... Pensaci bene. Se vuoi fare l' eremita hai già tutto quello che ti serve. Ma se mi permetti un consiglio basato sulla esperienza personale non farti prendere troppo la mano dalla ricerca di solitudine.

Beh, in realtà io non voglio fare l'eremita, solo ricavare una dimensione a mia misura, qui da questo punto di vista è perfetto, poi quando ho voglia di solitudine prendo tenda o tarp e vado.

Più che l'eremitaggio personalmente ricerco la mia Libertà, non ho figli, legami che mi vincolano ad un posto, voglio solo la libertà di poter fare quel che mi piace o incuriosisce e per ora mi sta riuscendo benino. Ovviamente ciò vuol dire rinunciare a tante cose che però per me non sono sostanziali, come ad esempio la sicurezza economica, preferisco arrangiarmi con poco che sentirmi legato da un lavoro fisso che ti vincola anche ad un luogo. Certe volte come detto posso aver voglia di solitudine e me la ricavo, ma da qui all'eremitaggio ce ne corre, poi rispetto chi volesse fare tale scelta, che non è la mia, almeno per ora, poi del doman non c'è certezza...
 
Personalmente rispetto gli eremiti perchè, con il loro più o meno estremo e coerente stile di vita, mi fanno riflettere su quanto io ingigastica i miei problemi e su quanti dei miei bisogni siano reali anche se non ho (diciamo che non ho più) nessuna intenzione di vivere da eremita.

Però un limite (bello grosso) che vedo in praticamente tutti gli eremiti, volendo includere anche personaggi come Norman Winther, è che non hanno figli, per cui le loro esperienze (per me che ne ho tre) rimangono un bel sogno, un'ispirazione a migliorare ma poche nozioni pratiche sul come modificare lo stile di vita della mia famiglia.

Senza figli (lo so che sembra la solita scusa che tirano fuori tutti quelli che si lamentano ma non fanno un passo per cambiare) puoi fare qualsiasi scelta sapendo che se va male sono solo fatti tuoi: puoi patire la fame, il freddo, la solitudine, le malattie finchè campi, tanto non hai responsabilità verso nessun altro o per lo meno verso nessun altro bambino che dipende TOTALMENTE da te.

D'altrocanto però, i figli sono un grossissimo incentivo a cambiare uno stile di vita che non lascerebbe a loro (o ai loro figli) la possibilità di vivere un futuro.

Ho apprezzato molto il racconto condiviso da AndreDB (anche se ammetto di non averlo finito, sono rimasto che si trovano ancora senza lavoro) e condivido pienamente il fatto che il cambiamento deve nascere dentro di noi, come scritto sulla tomba di un vescovo di Westminsteer:

Quando ero giovane e libero e la mia immaginazione non aveva limiti,sognavo di cambiare il mondo.

Come divenni più grande e più saggio, scoprii che il mondo non avrebbe potuto essere cambiato, così ridussi la mia visione e decisi di cambiare solo il mio paese, ma anche questo sembrava essere inamovibile.

Come crebbi, al crepuscolo della mia vita, in un ultimo disperato tentativo, decisi di cambiare solo la mia famiglia, quelli più vicino a me. Ma anche questi non volevano niente di tutto ciò.

E ora, che sono legato al mio letto di morte, capisco che se solo avessi cambiato per primo me stesso, forse, con l'esempio, avrei potuto cambiare la mia famiglia.

Dalla loro ispirazione e con il loro incoraggiamento avrei quindi potuto cambiare in meglio il mio paese. E chi lo sa, avrei potuto forse cambiare il mondo.

( dalla tomba di un Vescovo dell'Abbazia di Westminster)

... e aggiungo che il cambiamento non basta che sia considerato giusto e necessario, bisogna che sia "assorbito", "assimilato", "fatto proprio", direi che deve diventare "meccanico", "spontaneo" .... e per far questo ritengo necessario che il cambiamento sia graduale (almeno parlando per la mia persona): non posso (e ci ho provato) cambiare quasi 40 anni di uno stile di vita in un altro quasi opposto solo in un anno. Sarebbe tutto approssimativo, una brutta esperienza per la prole e facilmente un fiasco totale con un ritorno repentino alla vita precedente giustificato con il: "quella vita non si può fare".

Mi piace usare un esempio "avventuroso" per spiegare la mia visione:

Una comitiva va in montagna, diretta verso una cima di cui si vede la vetta ma non il percorso per raggiungerla, senza cartine nè segnaletica.

La via inizia piuttosto tortuosa, in una fredda e umida gola ed è faticosa, ma un bivio permette di lasciare il fondo della valle e di risalire in un zona più comoda e agevole.

Ad un certo punto, dopo qualche ora di cammino, appare chiaro che la via è sbagliata, il fondo è comodo e il versante è soleggiato ma in lontananza si vede un grosso ostacolo che non si può superare, mentre sull'altro versante (quello in ombra) la via appare più scomoda e lunga ma perlo meno percorribile.

La comitiva inizia a discutere: c'è chi vuole continuare ostinatamente a seguire quella via (quando arriveremo all'ostacolo ci penseremo); c'è chi vorrebbe fare un "grosso balzo" e arrivare sull'altro versante nel quale (ammesso che riesca nel balzo) si troverebbe a dover affrontare delle condizioni a cui il suo corpo non è più abituato; e c'è chi sceglie di ripercorrere il percorso fatto fin lì a ritroso fino al bivio e quindi (adeguatamente acclimatato) affrontare l'altro sentiero.

Ecco, io faccio parte (o almeno mi ci impegno) della terza categoria


in una società dove viene sempre enfatizzato il superamento dei limiti, penso che il tuo è un gran bel dono di riconoscere i propri..
ho già citato precedentemente che per chi ha dei figli, deve giustamente pensare prima ad essi, certo, il massimo sarebbe che tutti siano contenti, genitori compresi, io per esempio non ho figli, ma ho degli animali domestici che, pur non essendo figli, dal momento che li ho presi con me, sento di averne tutta la responsabilità e dunque troppi estremismi non potrò permettermeli.
ma allo stesso tempo sto cercando di trovare un compromesso per stare più tranquillo anche io. certo con figli umani è davvero più difficile, buona fortuna per tutto- e
 
Se sei/siete interessati a modelli teorici di vita a livello globale alternativi a quello attuale vi consiglio la lettura del libro "Descolarizzare la società" di Ivan Illich, che non parla solo di scuola ma parte da questa per affermare le sue teorie su un auspicabile cambiamento della società.
Per chi vuole, il libro di cui sopra si trova anche online: Descolarizzare la società
L' unica cosa che non riesco a capire e' come sfuggire al condizionamento ambientale.
il problema che mi trovo ad affrontare in questo periodo della mia vita e' come non lasciarsi abbindolare dall'offerta spudorata di beni di consumo e come non lasciarsi coinvolgere dalla vita "in corsa" contemporanea
A mio modesto parere credo che sia l'approccio a non essere "vincente". Secondo me non dobbiamo vedere l'ambiente moderno come qualcosa di ostile a priori, da combattere o da cui fuggire. L'approccio migliore secondo me è quello di utilizzare ed accrescere ciò che l'ambiente ha di buono per noi (ad esempio: la condivisione, le amicizie, le opportunità di conoscenza e di svago, il confronto). "Utilizzare" vuol dire prima di tutto aver capito l'importanza di ciò che c'è di buono nella società (ad esempio la socialità, le persone, ma non è detto che siano per tutti le stesse cose, potrebbe anche non essere niente e solo a quel punto consiglierei l'isolamento ma solo se veramente non vediamo proprio niente di buono nella società) ed "accrescere" vuol dire impegnarsi in prima persona per creare intorno a se un ambiente che valorizza e si nutre di queste cose che reputiamo importanti. Puoi vedere l'esempio della famiglia che ho linkato qualche post sopra oppure anche l'esempio di gran parte delle famiglie che vivono in modo semplice, oppure, senza andare troppo lontano, puoi vedere anche questo sito che esalta la condivisione, le amicizie, favorisce ed educa al contatto con la natura pur "vivendo" nella società moderna: tutti questi casi sanno utilizzare "il buono" della società e creano ambienti che lo accrescono.
Credo che spesso fugge chi non crede che ci si possa creare un proprio spazio in cui le cose che contano siano al primo posto, utilizzando e accrescendo ciò che nell'ambiente in cui siamo favorisce queste cose.
In gran parte stare bene dipende da se stessi e in piccola parte dall'ambiente. La cosa fondamentale per chiunque è secondo me imparare a conoscersi sul serio e qui vi consiglio un altro libro scritto dall'attuale Dalai Lama "Conosci te stesso".

Non so se ho risposto, chiaramente questa è la mia visione opinabile e relativa...
 
Per chi vuole, il libro di cui sopra si trova anche online: Descolarizzare la società


A mio modesto parere credo che sia l'approccio a non essere "vincente". Secondo me non dobbiamo vedere l'ambiente moderno come qualcosa di ostile a priori, da combattere o da cui fuggire. L'approccio migliore secondo me è quello di utilizzare ed accrescere ciò che l'ambiente ha di buono per noi (ad esempio: la condivisione, le amicizie, le opportunità di conoscenza e di svago, il confronto). "Utilizzare" vuol dire prima di tutto aver capito l'importanza di ciò che c'è di buono nella società (ad esempio la socialità, le persone, ma non è detto che siano per tutti le stesse cose, potrebbe anche non essere niente e solo a quel punto consiglierei l'isolamento ma solo se veramente non vediamo proprio niente di buono nella società) ed "accrescere" vuol dire impegnarsi in prima persona per creare intorno a se un ambiente che valorizza e si nutre di queste cose che reputiamo importanti. Puoi vedere l'esempio della famiglia che ho linkato qualche post sopra oppure anche l'esempio di gran parte delle famiglie che vivono in modo semplice, oppure, senza andare troppo lontano, puoi vedere anche questo sito che esalta la condivisione, le amicizie, favorisce ed educa al contatto con la natura pur "vivendo" nella società moderna: tutti questi casi sanno utilizzare "il buono" della società e creano ambienti che lo accrescono.
Credo che spesso fugge chi non crede che ci si possa creare un proprio spazio in cui le cose che contano siano al primo posto, utilizzando e accrescendo ciò che nell'ambiente in cui siamo favorisce queste cose.
In gran parte stare bene dipende da se stessi e in piccola parte dall'ambiente. La cosa fondamentale per chiunque è secondo me imparare a conoscersi sul serio e qui vi consiglio un altro libro scritto dall'attuale Dalai Lama "Conosci te stesso".

Non so se ho risposto, chiaramente questa è la mia visione opinabile e relativa...
Interessante il tuo approccio positivo. Trovo molto impegnativa la tua proposta ma effettivamente il ragionamento non fa una piega.......
Avremo ancora modo di parlare di questo argomento..... A presto e grazie a tutti per questo bel tread!
 
Trovo molto impegnativa la tua proposta
Hai ragione, ma le cose più belle sono quelle che spesso richiedono anche un sacrificio, anche se spesso "di natura diversa" dai benefici (vedi ad esempio un escursione in montagna :)) ma sono anche le cose per cui nessun sacrificio sovrasta la loro bellezza, sono le cose per cui vale la pena spendersi. A mio parere la più importante di tutte queste cose è imparare a conoscere se stessi, anche perché se, come si scriveva sopra, è importante partire dal cambiamento personale questo cambiamento può avvenire solo se ci si conosce davvero.

Se ti interessa, una visione più "sviscerata" della necessità di rinascere nella nostra società la puoi trovare nell'ultimo capitolo del libro di Ivan Illich che consigliavo sopra. E' un capitolo un po' a se e puoi leggerlo anche da solo, ecco il testo integrale: Rinascita dell'uomo epimeteico. Solo una cosa: anche se breve è una lettura non scorrevolissima e richiede un po' di pazienza, sia per lo stile un po' "arcaico" (il libro è uscito nel 1971) sia per gli argomenti trattati, ma come tutte le cose belle, vale la pena :)
 
io credo che gran parte della spinta a ricercare questo tipo di esperienze sia
un desiderio di libertà.
Da buon "gatto selvatico" io capisco questo, però per quanto la mia testa
possa volare in alto con le idee e i progetti i miei piedi non mancano di restare
piantati per terra.

Così sebbene da un lato vedo bene quanta libertà dai condizionamenti della vita moderna, si guadagnerebbe,
dall'altro non mi sfugge che ci sarebbero tanti condizionamenti di tipo diverso.
diversi per ogni tipo di esperienza.

Come eremita per esempio ...
per poter soppravvierci a lungo è necessario inserirsi in un ordine ..in una comunità.
In buona parte la sopravvivenza viene grazie a donazioni, ma le donazioni non ci sarebbero
se gli adepti facessero quello che gli pare, di fatto vengono seguite delle regole
e per esempio credo che la libertà di andarsene a fare un trekking di 3 giorni
per gli adepti sia cosa inpensabile.
 
Così sebbene da un lato vedo bene quanta libertà dai condizionamenti della vita moderna, si guadagnerebbe,
dall'altro non mi sfugge che ci sarebbero tanti condizionamenti di tipo diverso.
diversi per ogni tipo di esperienza.

Come eremita per esempio ...
Perché cercate di stare dentro a uno schema che non è il vostro??
Cercate la felicità? Cercate il vostro posto (posto inteso in senso lato non necessariamente un luogo fisico), inventatevelo se non esiste, state al vostro posto e otterrete la felicità!

Ad esempio il signore di questo video sta al suo posto, e il tuo posto qual'e?
 
S

Speleoalp

Guest
Vicino a casa di mia madre ci sono due ragazzi che ha oltre 6 anni hanno deciso di lasciare tutto quello che per loro e gli altri era ed è la normalità.

Hanno sistemato una vecchia stalla, hanno costruito un piccolo mulino, usano il materiale che hanno intono a casa (sabbia, terra, sassi, legna) per le costruzioni.

Fanno l'orto, pesca,... conservano il cibo per la stagione invernale.

In pratica da soli e senza chiedere nulla a nessuno vanno avanti meglio di molti altri e senza faticare e stressarsi.
E la cosa più bella è che dalla comunità normale/moderna vengono visti come delle persone normali che fanno la propria vita. Non sono ne eremiti, ne asociali, ecc.

Secondo me valutare queste "idee di vita" con "possibile/non possibile" è sbagliato, dipende tutto dalle persone e dal loro carattere e ovviamente anche da quello che ogni singolo ritiene "bello, buono, felice" per la sua vita.

E sono solo loro due in quel paesino a fare ciò, a pensare se lo facesse tutto il paese... sono ok... senza problemi. Vabbè in inverno sono su mia mamma e loro, mentre nella stagione estiva salgono i turisti e quelli con le casette solo per la stagione bella.
 
Perché cercate di stare dentro a uno schema che non è il vostro??
Cercate la felicità? Cercate il vostro posto (posto inteso in senso lato non necessariamente un luogo fisico), inventatevelo se non esiste, state al vostro posto e otterrete la felicità!

Ad esempio il signore di questo video sta al suo posto, e il tuo posto qual'e?

Thò ... chi si vede, il buon Giuseppe dall'Alpe Sattal, che ha risistemato una baita con magnifica vista sul Monte Rosa, dopo aver vagato per anni con la tenda lungo tutto l'arco alpino alla ricerca del posto ideale in cui fermarsi.
Anni fa siamo stati da lui, ci ha fatto vedere gli accorgimenti e le astuzie che ha implementato nella sua dimora per superare al meglio le avversità di quella quota nelle stagioni fredde ... geniale è dire poco !

Ecco l'itinerario per chi fosse interessato, una salita facile facile :
Alagna Valsesia escursionismo - Sattal (Alpe) da Alagna - Piemonte

ciao
g
 
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