Vivere in regresso... ma sereni...

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Speleoalp

Guest
Ma comunque il mio discorso, il mio scopo... non è quello di polemizzare su cosa troviamo giusto o sbagliato, sulle motivazioni che uno espone per dire "si può", "non si può",...

Ma semplicemente su chi vivrebbe una vita in regresso serenamente, con sistemi "antichi", "personali", ecc....

Come vivrei... anche cosa è per me vivere in regresso.

Faccio il mio esempio, in quanto è l'unico su cui ho il diritto di parlare con certezza...

Domani, per un motivo o per un altro... parto e vado a vivere nella maniera che mi rende più a mio agio.
Perché ? Perché mi sento più a mio agio in un bosco, senza avere gente "moderna" attorno.
Perché stimo e ritengo necessarie e a sufficienza le antiche pratiche, tecniche e modalità per vivere.
Come vivrei ? Mi farei un semplice riparo, proteggendolo.
Mi organizzerei per il cibo, quello che per me basta...come mi basta e da dove riesco.
Organizzerei la legna nel tempo, in base alle mie necessità e alle mie filosofie.
Modificherei determinate tecniche e sistemi qualora quelle in uso mi mettono in difficoltà per qualche motivo.
Ma questo è solo mio personale, non viene imposto a nessuno, non chiedo niente a nessuno e non faccio nulla a nessuno.

Per altre persone, il regresso potrebbe semplicemente dire, invece di comprare la verdura mi faccio l'orto...
Quindi esempi personali su come vorreste vivere, sempre in direzione del regresso,... senza "sminuire" o dare "per scontato che gli altri dicano cose senza senso"... Giudicare in una certa maniera ci stà ovviamente in un forum... ma lo scopo è come vivreste la vostra vita in direzione del regresso.
 
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Non faccio polemiche, solo provocazioni aritmetiche...:)

Appunto... da un punto di vista globale...beato te che te lo puoi permettere.

Ma mi sembra che non mi sono spiegato bene.
Il problema non e' che tutti domani pigliano e vanno nel bosco, non lo farebbero mai; Il problema e' che chi va' nel bosco inquina DI PIU" di quelli che si accalcano in citta', creando paradossalmente un rischio maggiore per la natura.

Comunque, mi sembra che dove vivi tu' non si e' ancora arrivati al limite, Ti incoraggio e se vuoi ti do' anche una bella notizia: Hai visto le ultime previsioni sulla popolazione mondiale? Si pensa ora che ci fermeremo agli undici-dodici miliardi di persone, pare una cosa fattibile dal punto di vista alimentare. Il piu' della crescita avverra' in Africa, quindi la Svizzera dovrebbe essere a Posto. :)


Di nuovo...beato te' :)
 
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Speleoalp

Guest
Io non posso fare come voglio, sia per le leggi a riguardo di chi vorrebbe vivere in un bosco. Sia vivendo in società, per mancanza di fondi, ahah

Secondo me non si inquina di più, rispetto ad un proprio simile in città. Pensando al cibo, beni di necessità che ovviamente sono differenti, ecc.. Il tutto assieme e ovviamente fatto con un certo criterio. Ne sono convinto. I problemi, in qualsiasi contesto... secondo me, arrivano solo quando le persone non si danno un limite ed esagerano... ma ovunque. Ci può stare in uno che và nel bosco, come quello in città. Come ci sono quelli che in città inquinano di meno di altri,...

Il problema principale è sempre il numero di persone. Se ci fosse un numero che permettesse una vita in natura regolata in base alle risorse... non ci sarebbero problemi e sarebbe naturale. Il problema arriva quando una specie animale di riproduce troppo e riesce a sopravvivere. Anche quì il discorso dei limiti....

Praticamente basta prendere come esempio, in tutto e per tutto, la vita animale selvaggia. Per vedere le regole e le cose che funzionano.

Andare a vivere in un bosco non richiede nessun "poterselo" permettere, a parte io non venir prelevati. Per tutto il resto dipende solo dalla propria volontà, passione e "testa".

È peggio in società, dove se uno vuol studiare deve avere dei soldi, se vuole mangiare deve avere soldi, se vuole scaldarsi deve avere soldi...per fare tutto ciò deve accontentare gli altri, ecc...
 
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Speleoalp

Guest
Comunque sono convinto delle mie "idee", ahahah a prova di atomica, ahahah

Adesso,... voi come vivreste ? Diversamente?
 
Il problema e' che chi va' nel bosco inquina DI PIU" di quelli che si accalcano in citta', creando paradossalmente un rischio maggiore per la natura.

A me suona un po forzata come affermazione. So benissimo che ci vuole molta meno energia a scaldare 10 famiglie che vivono in una palazzina piuttosto che riscaldare 10 famiglie che vivono in 10 villette indipendenti (ovviamente considerando la stessa metratura pro capite e le stesse temperature).

Però, se invece di considerare tantissime fattorie isolate, consideriamo tanti piccoli paesi di un certo numero di famiglie secondo me i risultati cambiano: IO PENSO che una certa zona possa sopportare una certa quantità di "inquinamento" e assorbirlo e assimilarlo senza conseguenze evidenti nel tempo (vedi la tanto tenuta CO2 che in realtà è una sostanza naturalissima).

Una piccola cittadina come tante ce ne sono in Italia (ora non voglio fare stime matematiche perché non ne sarei in grado ed in effetti parlo solo per sensazioni) secondo me non consuma di più, per singolo cittadino, di una metropoli, anzi, contando il traffico che obbliga migliaia di auto a stare accese senza muoversi per intere ore giornaliere, inquina molto meno..

Ma, anche pensando ad un sistema di mezzi pubblici totalmente efficiente che permette di consumare solo il necessario, in città ho sempre l'idea di un territorio "soffocato", "cellophanato", mentre nei paesi questo non lo avverto.

Personalmente sarei ben contento se nel mondo la gente si racchiudesse tutta in città e il resto del mondo fosse abbandonato a quei 4 che vogliono vivere naturalmente, ma ho la sensazione che non sarebbe molto sostenibile come sistema ... forse anche perché il vivere lontano e isolato totalmente dalla Natura PENSO che renda meno sensibili le persone alla questione ambientale ...

Ripeto: sono solo mie sensazioni!!!

P.S.: Non ti arrabbiare Luca ... io sto comunque esponendo le ime idee riguardo ad una decrescita possibile, in futuro sarò un po più "dettagliato" ;)
 
S

Speleoalp

Guest
Io non mi arrabbio minimamente,... ci mancherebbe.
Chi si arrabbia...?ah io ho le mie idee e giustamente te le tue e e gli altri le loro e tutti sappiamo perché difendiamo le stesse.
L'unica cosa che mi irrita è quando qualcuno da per scontato che il proprio punto di vista sia quello universale, migliore e ponderato alla perfezione e gli altri invece sparano a "ranza" ;) Non è il caso di questa discussione... al momento, ahahahahah e almeno per come l'ho vissuta per ora.
 
il mio sogno sarebbe una casina piccolina, più in legno che non in pietra, ancora meglio se su di un albero invece che sul terreno, ma andrebbe bene anche sul terreno, stufa economica per cucina e riscaldamento... Un piccolo frutteto, frutti antichi se possibile, magari da trasformare in un bosco commestibile (vedere food forest), qualche gallina, oca, tacchini cose così insomma, un orto non grande, con un buon angolo per le erbe medicinali e aromatiche, una fetta di bosco per frutti di bosco, legna, bacche selvatiche, certo servirebbe avesse dell'acqua, un ruscello o una sorgente sarebbe il massimo, se no crearci artificialmente almeno una specie di piccolo stagno usando una raccolta di acqua piovana da integrare in caso di necessità con aggiunte da acquedotto.
 
Se ho fatto tutto correttamente, questa sezione vorrebbe radunare tutte quelle persone che non necessariamente vivono in maniera alternativa, ma solamente che avrebbero il piacere di vivere con un regresso delle tecnologie e con un ritorno, non dico a stili primitivi,... ma una via di mezzo.

Questo perché per un motivo o per un altro, non è quasi mai possibile mettere in atto questo genere di filosofia, al 100%. Ma quello che conta veramente è l'approccio che abbiamo verso ciò che ci appassiona e in questo caso alla vita in natura. Come affrontiamo il quotidiano e a cosa diamo importanza.Quindi quando possiamo e per un periodo di "permesso", ci rechiamo a vivere con quegli stili e anche quotidianamente non esageriamo mai, ci accontentiamo di quel poco che ci serve per campare e per tutto quello che è superfluo ne siamo ancora più riconoscenti, ma mai dipendenti. Ci piace sapere di essere in grado di vivere secondo le regole della natura e di conseguenza prendersi cura dei propri cari, responsabili e autonomi.

Se qualcuno si iscriverà... benvenuti e sono felice.

Mi sono posto anch'io questo tipo domanda molto spesso. In economia si è diffusa la teoria della decrescita, soprattutto in ottica ambientalista, che propone il progresso basando all'inverso la legge del mercato. Cioè ridurre i consumi senza rinunciare al benessere. Le risposte migliori, però, arrivano dalla filososfia. Il filosofo americano John Zerzan è un fervente sostenitore del primitivismo, un movimento da lui teorizzato che si basa su un profondo ecologismo, sul rifiuto quasi totale della tecnologia e addirittura delle cure mediche. Questa è una visione radicale: possiamo rinunciare all'aerio, oppure alle medicine? evidentemente no. Da questa consapevolezza viene fuori la conclusione di Zerzan: l'ideologia del collasso e cioè preso atto che tutte le attività umane arriveranno ad un limite estremo sarà altrettanto vero che il sistema terra non potrà sopportare questo peso; i primitivi alla Zerzan auspicano quanto prima questo collasso, per loro è solo questione di tempo e per non vivere drammaticamente l'attesa si rifugiano nei boschi, nella natura e in una esistenza alternativa. Va detto, però, che Zerzan in realtà ha un sito on-line, è professore universitario, è conferenziere quindi viaggia in areo e in treno, ha il pc. Diciamo che è uno poco coerente anche se si è venuto a creare un gruppo di seguaci che mettono in pratica le sue teorizzazioni.
Dalla esperienza personale e da quanto ho letto anche in altri ambiti (religioso) mi rendo conto che non è possibile, purtroppo, unirsi simbioticamente alla natura e privarsi di ciò che è artificiale. Chiedo scusa perchè probabilmente ho allargato parecchio il discorso, però, il quotidiano che ci siamo creati è "distratto". Ieri sentivo alla radio che controlliamo i nostri smartphone mediamente 1500 volte al giorno. Magari in montagna riduciamo questo numero del 50%, del 60%, del 80%, ma nessuno rinuncia del tutto a portarsi dietro il proprio cellulare.
 
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Speleoalp

Guest
Và benissimo l'aver allargato il discorso, in quanto rientra sempre in questo argomento.
Trovo interessate il discorso, ma non condivido "mai", soprattutto su questi discors.. "...fattibile..." o "...non fattibile...", sulla fattibilità di una cosa.

Io penso che ognuno possa fare realmente quello che desidera della propria vita, ovviamente basandosi su aspettative naturali... cioè, nel senso di tutto quello che non comporta il dover avere del denaro in quantità... o l'aspettativa di farlo all'opposto di dove è nato.

Per me c'è differenza tra il volerlo fare, poterlo fare, la fattibilità di una cosa.

- una cosa può essere fattibile, ma non è permessa farla... o non si vuole farla...
- una cosa può essere non essere permessa...ma si vuole farla... ed è fattibile
-....

Nel senso, uno può rinunciare alle cure sanitarie,... la sua aspettativa di vita però potrebbe essere inferiore, potrebbe soffrire, ecc ma può farlo.
Io predico un sacco di cose, ma appunto soffro anche io di una forma di incoerenza... in quanto stò scrivendo qui e faccio tante altre cose "moderne",... potrei mollare tutto e andare a vivere in un bosco ? Certo che potrei, come tutti. Non lo faccio perché non sono abbastanza orso da mollare una persona di punto e in bianco. Questa è una scelta di mia responsabilità. Ma d'altra parte c'è anche un motivo che non dipende da me, anche ad essere solo... lo farei,... ma si sarebbe sempre perseguitati (per modo di dire) dalla legge e ovviamente la cosa resta fattibile, ma da un lato di giustizia non sarebbe la stessa cosa. Quindi non responsabilità mia.

D'altra parte, nel limite del possibile... una persona nella sua incoerenza può prima di tutto sfruttare il fatto di dover per forza (per un motivo o per un altro) stare in un determinato ambiente e non deve necessariamente essere contro a qualcosa, ma semplicemente avere gusti e aspettative differenti. Poi può vivere completamente in maniera differente la propria vita, anche in società. Non tutti per esempio fatto "x" pasti al giorno, non tutti dormono "x" ore a notte, non tutto frequentano la società nella stessa maniera, non tutti.....

Per me non si può dare per scontato nulla e soprattutto non si può assolutisticamente dire non é fattibile,...

Quindi in definitiva non è che una cosa non si possa fare realmente,... c'è sempre una scelta personale che fa la differenza. Oltre a questa, è il sistema che trovo scorretto nella società... è che se la scelta della persona è diversa, poi subentra la legge ad imporre. Ogni giustificazione non ha senso, in quanto se i governi, società, dal giorno alla notte direbbe "ok, è permesso fare anche così..." allora tutte le problematiche sparirebbero e la gente direbbe "ok, giusto". Tutto è ritenuto nocivo e sbagliato se è fuori dagli schemi che ci hanno insegnato e questo non è obiettivo, naturale e corretto. Secondo me.


Dimenticavo:
Spesso faccio riferimento sulla mia persona, non per manie di grandezza... in quanto se avessi voluto farlo a tale scopo non avrei mai tirato fuori molti degli argomenti e pensieri che espongo e che al massimo fanno l'effetto contrario. Ma semplicemente perché parlando delle mie esperienze (città, paese, bosco, ecc) posso farlo sapendo con certezza cosa dico. Ovviamente il tutto rapportato a usanze di ogni genere del presente, del passato. Per quello che sono molto convinto di quello che dico.
 
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S

Speleoalp

Guest
il mio sogno sarebbe una casina piccolina, più in legno che non in pietra, ancora meglio se su di un albero invece che sul terreno, ma andrebbe bene anche sul terreno, stufa economica per cucina e riscaldamento... Un piccolo frutteto, frutti antichi se possibile, magari da trasformare in un bosco commestibile (vedere food forest), qualche gallina, oca, tacchini cose così insomma, un orto non grande, con un buon angolo per le erbe medicinali e aromatiche, una fetta di bosco per frutti di bosco, legna, bacche selvatiche, certo servirebbe avesse dell'acqua, un ruscello o una sorgente sarebbe il massimo, se no crearci artificialmente almeno una specie di piccolo stagno usando una raccolta di acqua piovana da integrare in caso di necessità con aggiunte da acquedotto.

Prospettiva di vita molto interessate e me la immagino già molto piacevole ;))
Bella l'idea della casetta sull'albero ;)
 
@Speleoalp Il tuo ragionamento non fa una piega. Ovviamente il mio discorso sulla coerenza, sulla soggettività e sulla "fattibilità" di alcune scelte sono state esrpesse in un contesto generale e non erano rivolte a te personalmente e a nessun altro.
 
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Speleoalp

Guest
Si,si... chiaro... infatti nei discorsi generali e basandosi sulla "normalità" non posso fare altro che vederla uguale (a quello che hai scritto) ;)))
 
Quanti bei temi!

Provoco, ma solo per scopo di discussione, non polemico:

Se uno ama la natura, dovrebbe vivere in una megalopoli densissima cosi' lascia piu' spazio alla "Natura". Vivere Autonomamente su un pianeta di 6 miliardi di persone e' un bel lusso.



La domanda credo sia più che legittima, poi leggendo i post mi son fatto l'idea che la prospettiva dalla quale però si osserva la questione è fuorviata dalle lenti che ci hanno posto sul naso sin da piccoli. Siamo tanti, ok, ma è altresì vero che se si guarda come sono impiegate le risorse del pianeta ci accorgiamo che l'80% è appannaggio esclusivo del 20% della popolazione mondiale stanziata per lo più nell'emisfero nord del pianeta; si tratterebbe di redistribuire le risorse, come di smetterla di sfruttare il sud del mondo a pro dell'occidente...ora a parole è molto semplice, in pratica no, vuoi per questioni culturali, vuoi perché chi ha in mano le redini del pianeta ha anche un discreto numero di figuri armati atti a difendere il privilegio...ma facciamo finta, per un attimo, che non ci siano questi impedimenti e che le risorse oltre ad essere ridistribuite siano utilizzate per il sostentamento degli individui e non per ricavare profitto, già la questione cambierebbe ulteriromente...se guardiamo i danni della sovraproduzione, che è insita nel sistema dell'eterosostentamento (un supermercato tutti i giorni espone verdura fresca, quella del giorno prima, se un po imbruttita, viene buttata...cibo buttato...ma non solo, terra sfruttata per coltivare rifiuti...idem ai mercati, dove però almeno puoi fare recupero, prendendo quello che i mercatari buttano) ci accorgiamo di quanto potremmo, volendo, supplire anche ai bisogni di chi ha meno, anche se qui parliamo di autodeterminarsi e non di fare volontariato, io poi sono un bell'individualista e sono pronto a mettermi in gioco per chi fa parimenti, non sono un missionario insomma...ma tornando a noi, ci sono molti studi che mettono in luce come si potrebbe vivere con ciò che il pianeta offre...ma anche qui non è tutto così facile...effettivamente siamo troppi, fino a 5/6 miliardi di bocche il pianeta potrebbe anche riuscire, sette no...ed è così...ma in realtà nemmeno ora riesce...alla fine senza nascondersi dietro un dito...in regime di capitale stiamo accettando che parte della popolazione semplicemente muoia di stenti, se parliamo di metodi di vita differenti però ci viene detto...che qualcuno morirebbe di fame...tant'è, è vero, è così, ma almeno ci sarebbe il tentativo di salvaguardare il pianeta ed eventualmente quanti più animali umani e non umani possibili...oltretutto rientrando in un ciclo di natura e non esercitando imperio su di essa, i ritmi di popolamento ripopolamento riprenderebbero un trend probabilmente molto più adatto all'autopoiesi di Gaia...Son parole si, come le carte degli studi non sono che tali, però individualmente si può provare ad assecondare le proprie aspirazioni, poi nel viaggio si possono incontrare affini con i quali fare parte del viaggio e poi chissà...Un conoscente è tornato ora dal Kurdistan e ha raccontato come pur in una situazione di guerra e difficilissima le popolazioni stiano sviluppando consapevolmente metodi di coesistenza inediti, sia a livello economico che sociale, sembra che nei villaggi e nelle assemblee di paese si parli né più né meno delle stesse questioni, segno che certi temi non sono solo frutto dello stress e dell'opulenza occidentalista. Appena avrò la possibilità andrò a vedere con i miei occhi per tentare di capire come funziona la faccenda, per ora mi baso sui racconti di alcuni conoscenti tornati da li...insomma mi son dilungato ma spero di essere stato chiaro su ciò che volevo esprimere.

beh fino a che la gioventù ti sorregge le cose vanno più lisce.. il problema nasce dopo... quando la schiena ha i suoi problemi, le articolazioni anche... mah... intanto studio quanto posso, provo quanto posso, e aspetto.. sono così vicina a scoprire se per caso riuscirò a mettere le mani su liquidazione e pensione che non mi conviene fare cambiamenti in questo momento... per i motivi più vari sono arrivata a trenta, tanto vale fare trentuno insomma, poi si vedrà :p

Guarda, qui ci sono donnine ultra ottantenni che si fanno i sentieri dai castagneti con le gerle sulle spalle, ci metterei la firma!
 
S

Speleoalp

Guest
Vero... proprio qualche settimana fa ho avuto uno scontro con mia mamma... ci stavo quasi facendo la croce una volta per tutte, vista la sua ostinazione a non ammettere la realtà dei fatti.
Si è sempre arrangiata, ecc... vive a modo suo, ecc... però ultimamente per ogni situazione particolari (grandi nevicate, mancanza di qualcosa, ecc...) fa giù una tragedia e la colpa e la giustificazione è di tutto, a parte la sua persona.... "...facile parlare, te che si giovani... io ho una certa età..." abita a 1000 m.s.m in un paesino di 6 o 9 anime, non ricordo... e tra queste è quasi la più giovane. Ci sono 80enni, uomini e donne che fanno tutto in autonomia... raccolta legna, spaccare legna (a mano), riparazioni, orto, mazza annua, ecc....
 
Già, è questione di attitudine, qui ci sono anche persone inabili per gli acciacchi dell'età ma si è mantenuta una sorta di solidarietà di paese e riescono a vivere con l'aiuto degli altri (soprattutto in inverno per quanto riguarda la reperibilità e lo spacco della legna)
 
appunto, avere un gruppo attorno è di aiuto per i momenti in cui non ce la fai o semplicemente per fare in due i lavori che da solo non hai più la forza di fare.
Per quel che mi riguarda il problema è anche un altro, il tipo di lavoro che faccio è sedentario, le ore richieste sebbene sembrino poche a chi dice che gli insegnanti rubano lo stipendio, non si limitano a quelle in classe (sempre se hai intenzione di farlo seriamente il tuo lavoro...).

A casa si svolgono: aggiornamento personale (sono un'informatica.. forse i colleghi di italiano hanno meno problemi :p), preparazione delle esercitazioni, correzione, preparazione delle verifiche, correzione, preparazione delle spiegazioni e delle lezioni (materiale da fornire o da presentare). Ci vuole tempo e questo va fatto per ogni classe, non sempre il materiale prodotto gli anni precedenti si può riciclare, soprattutto nella mia materia dove tutto cambia in sei mesi.

Si, si cammina un po' ogni giorno, ma è ben diverso dallo spaccare la legna o andare tutti i giorni per boschi ecc. So già che finendo il lavoro mi ci vorrà del bel tempo per recuperare una forma fisica che non sarà mai come quella di chi ha fatto con costanza una vita come quella che desidero. E questo al di là dei problemi accumulati con fratture varie e che faticano a rientrare.
 
Beh certo, il lavoro influisce sulla salute presente e futura, io facevo il grafico, poi ho sviluppato foto e fatto il barista, tutti lavori dove ci si muove poco, soprattutto quando facevo sviluppo ero molto lontano da casa, 118 km il giorno...non avevo tempo per fare nulla, basta basket, camminate, arrampicata...e presi 17 kg...se avessi continuato su quel regime sarei impazzito...c'è voluto ancora qualche anno ma poi ho rotto con una routine che non era mia per provare qualcosa di più afine alle mie corde. Sia chiaro, non dico che questa è la "via", ma che semplicemente è la "mia" via, poi ognuno ha i suoi tempi e i suoi percorsi.
 
Moltiplica 0,66 per due ettari, e ti viene fuori che se vuoi svuotare la citta' di milano devi trovare 1.3 milioni di ettari per farli vivere in "Autonomia" 13,000 kilometri quadrati, piu' di meta' della Lombardia intera,

Va bene, Crafter, ma quelli che non son capaci a coltivare, cacciare muoiono subito. Poi tanti che non sono abituati coi virus muoiono dopo.
:argh:
 
S

Speleoalp

Guest
Non esistono nemmeno calcoli e misure generali e assolutistiche per tutti e non si possono fare medie, ecc (almeno per me sono inutili e inattendibili). Bisogna guardare i singoli casi.
Sia per le questioni di spazio necessario ad una persona per vivere, che per i terreni, legna, coltivazione, ecc... in quanto non tutti vivono con gli stessi sistemi, necessità, ecc... e anche qui il luogo comune "per vivere bisogna avere e fare "x" lascia il tempo che trova, non tutti siamo uguali..
 
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