Bisogna fare una premessa,
se l'idea è di vivere in natura bighellonando senza fare nulla e sperando che la natura sia una specie di supermercato gratuito, da cui prendere .... allora no, non è possibile.... a meno come già detto di non averci un cospicuo fondo economico, cui attingere per le necessità.
Se invece si intende lavorare ...e lavorare molto credo che qualche possibilità ci sia ma un minimo di capitale iniziale è necessario.
Non si potrà vivere a quote troppo elevate ma trovando un appezzamento adeguato tra i 400 e i 1000 metri di quota che sia coltivabile si può fare secondo me.
Bisogna pero sempre stare in regola...cioè:
Per la cosiddetta baita ..si può fare dove c'è un edificio accatastato, ma non dovrebbe essere difficile trovare terreni a quelle quote ad un prezzo molto buono e dove ci sia il rudere registrato.
Occorre poi diventare agricoltori, al regime minimo i costi sono bassi e per tasse ecc ci sono agevolazioni.
Io mi sto preparando per provarci, però ammetto ...conto di farlo tra qualche anno con la pensione di riserva.
Sono d'accordo con te...
Il succo del mio discorso era che alcuni personaggi, come Simone Perotti (quello del primo link) in realtà scrive libri, quindi le risorse economiche le ha. In precedenza faceva il manager e aveva una barca a vela sulla quale faceva lo skipper e quindi i soldi, fosse anche solo per l'acquisto della barca e il mantenimento della stessa (considerati i costi legati al possesso di una barca) evidentemente non gli mancavano. Con questo non voglio criticarlo o fargli i conti in tasca, ma semplicemente mettere in chiaro che, avendo le possibilità economiche, tutto è più facile. Vorrei vedere se, invece di fare il manager, avesse fatto l'operaio...
Onestamente, l'idea di "mollare tutto" e vivere in barca l'ho avuta anch'io anni fa, ma guardando in faccia la realtà, è una cosa che potrò permettermi solo quando sarò in pensione o se un giorno dovessi ereditare...
Ai tempi del mio primo divorzio, avevo deciso di comprare casa, ma avevo anche considerato l'ipotesi di acquistare un'imbarcazione più grande di quella che avevo e trasferirmi a vivere lì (nei primi anni 2000 c'erano pure delle agevolazioni sul leasing nautico). Purtroppo,
a causa della burocrazia italiana, ciò non è stato possibile perchè prendere la residenza in barca non è previsto, è necessario un indirizzo "fisico" fisso, e presso vari porticcioli o non è possibile per motivi contrattuali essendo spazi demaniali, o perchè non sono accatastati come luoghi idonei alla residenza. L'alternativa sarebbe stata quella di registrarsi all'anagrafe come soggetto senza fissa dimora (alcuni Comuni prevedono l'assegnazione di un indirizzo "fittizio" corrispondente alle persone senza fissa dimora) ma ciò mi avrebbe comportato problemi per il lavoro, per il conto corrente bancario, assicurazioni varie ecc... Quindi, alla fine, "ho dovuto" ripiegare sul classico acquisto di un appartamento con relativo mutuo.
La questione di trovare un rudere e ristrutturarlo, potrebbe essere fattibile, ma i costi ci sono comunque (IMU, utenze e tasse varie...) oltre alla normale manutenzione, e purtroppo anche i vincoli burocratici (progetto, decreti di abitabilità, allaccio fognario, ecc) che spesso comportano ulteriori spese.
In pratica, per fare le cose in regola, bisogna spendere.