Vivere nella natura autonomamente

l'unica possibilita' e' andare a lavorare in alaska come boscaiolo, pescatore, cacciatore di foche o nell'industria petrolifera.

la natura senza dubbio e' stupenda. il clima fa schifo, il tasso di suicidi e alcolismo e' enorme e di problemi ne hai tanti.

alternativa light, vai a lavorare come pastore in malga

se vuoi vivere nella natura, purtroppo sei in ritardo di 8mila anni :(
 
Le prime cose che mi vengono in mente:
1) Almeno i soldi dell'IMU li devi avere
2) Se sei percettore di RdC disponi un cespite mensile(di sicuro non corri il rischio che ti trovina un lavoro..stai tranquillo)
3)In montagna serve una buona attrezzature per taglio e trasporto della legna da ardere: senza motosega la vedo dura ( €€€ x miscela per la suddetta)
3)Ticket x farmaci e visite mediche o esami clinici : sei esente se sei disocccupato iscritto all'Ufficio del Lavoro in attesa di nuova occupazione.
4) Qualche pannello solare e relative batterie ed inverter ti ci vorranno...si ritorna alla necessità di un gruzzolo iniziale già evidenziata da altri
5) Se hai una casa in una città dove c'è richiesta di immobili in affitto e trovi un inquilino per bene che paga allora potresti farcela, resta il fatto che la solitudine dopo un certo periodo diventa dura da reggere
6) Prendi in considerazione la cosa solo se hai la fortuna di una dentattura naturale assolutamente perfetta con un'igiene orale da manuale,
7) Un asino (che però necessita di patentino per possesso e uso oltre che di cibo e cure quotidiane) potrebbe essere sia d'aiuto in montagna sia di compagnia. (entro certi limiti, ovviamente)
8) Le baite necessitano, per loro natura, di adeguata e continua manutenzione.
 
Conosco il canale, apprezzo Luca, ha spiegato con chiara onestà come la pensa a riguardo...

Mio nonno negli anni del boom ha alzato qualche lira e, come milioni di suoi coetanei, ci si e' fatto la seconda casa: una villetta a Torvajanica, che negli anni ha ampliato e abbellito notevolmente da solo, facendosi un c..o cosi' sia per risparmiare sia perche' gli piaceva svagarsi facendo il muratore, l'elettricista eccetera. E nella villetta ci ha passato per decenni i fine settimana e le ferie di agosto, senza mai sognarsi di chiamarlo "vivere autonomamente", "nonno di Marcof in the outdoors, rifugiarsi nella natura e simili.

Quello che ha fatto questo Luca e' la stessa identica cosa di mio nonno e mezza Italia degli anni sessanta:

si e' fatto la seconda casa perche' poteva e voleva, punto, come lui stesso dice, fra le righe ma sinceramente. Nulla di piu' e nulla di meno, solo su youtube, e con nome di canale alla moda.

(e come nei miei precedenti interventi questo non e' criticare quello che fa Luca o chi lo imita, solo chiamare le cose col nome giusto per evitare confusioni)
 
l'unica possibilita' e' andare a lavorare in alaska come boscaiolo, pescatore, cacciatore di foche o nell'industria petrolifera.

la natura senza dubbio e' stupenda. il clima fa schifo, il tasso di suicidi e alcolismo e' enorme e di problemi ne hai tanti.

alternativa light, vai a lavorare come pastore in malga

se vuoi vivere nella natura, purtroppo sei in ritardo di 8mila anni :(
Li scommetto che questa opzione sarebbe fattibile, per vari motivi.
È pieno di persone che vivono di quel che producono,letteralmente, nei boschi o in altri luoghi.
Chissà, magari un giorno anche qui nasceranno vere e proprio comunità di questo tipo
 
Come abbiamo già detto, al giorno d'oggi è impossibile vivere in totale autonomia.
Anni fa ci era riuscito un navigatore solitario, Bernard Moitessier (se amate il mare e le barche, ma non solo, vi consiglio di leggere i suoi libri) il quale, nel 1975, si era stabilito per un certo tempo su un'isola chiamata Ahè nella Polinesia Francese, costruendosi la casa con le proprie mani e riuscendo a rendere coltivabile la sabbia corallina.
Ma erano "altri tempi", un'altra nazione e soprattutto ci era arrivato con la propria barca a vela con la quale, 3 anni dopo, ripartì per trasferirsi a Moorea...
 
Ultima modifica:
in val grande c'era il gianfry, peccato che l'hanno fatto fuori se no potevi chiedere direttamente a lui :)

secondo me puoi vivere ma come lui, senza avere nulla stile eremita, bisogna vedere dopo quanti anni/mesi/giorni ti rompi i maroni. parlo della val grande (che con una baita sai quanto sono lunghi gli inverni), fare questa esperienza in luoghi con clima più mite tipo in pianura forse è meglio


Un alternativa un po' meno estrema ci sarebbe: prendere una baita/casa per ristrutturarla in qualche borgo abbandonato tipo Boschiettiera. Solo che parlo di usarla proprio come casa, ergo vivi nella natura ma i soldi o le entrate le devi avere... Sarebbe come vivere in un paese, solo che per muoverti in qualsiasi luogo sarebbe piuttosto complicato. E a quel punto se devi andare ogni giorno al lavoro mica conviene tanto... Se si afferma l'home working invece appare già più fattibile
 
Una serie di articoli interessanti:
https://www.corriere.it/cronache/21_giugno_14/morbillo-232393be-cd4d-11eb-b347-bfaa5b406afd.shtml
https://www.velaguru.it/vela/vivere-in-barca-da-solo-intervista/
https://www.polesine24.it/porto-viro/2017/12/19/news/mollano-tutto-e-vanno-a-vivere-in-mare-21544/
...Però, chissà come mai, tutti quelli che hanno "mollato tutto e cambiato vita", sono ex professionisti o manager...
Come volevasi dimostrare, il problema sono sempre i soldi, o li hai per continuare a mantenerti o per iniziare la "nuova vita" comprando casa o barca, oppure niente da fare...
Sinceramente, certi guru del "downshifting" mi fanno un pò innervosire, prima si sono riempiti le tasche, poi ti raccontano che per vivere basta poco (in realtà vorrei vedere il loro conto in banca...)
 
Ultima modifica:
Bisogna fare una premessa,
se l'idea è di vivere in natura bighellonando senza fare nulla e sperando che la natura sia una specie di supermercato gratuito, da cui prendere .... allora no, non è possibile.... a meno come già detto di non averci un cospicuo fondo economico, cui attingere per le necessità.

Se invece si intende lavorare ...e lavorare molto credo che qualche possibilità ci sia ma un minimo di capitale iniziale è necessario.

Non si potrà vivere a quote troppo elevate ma trovando un appezzamento adeguato tra i 400 e i 1000 metri di quota che sia coltivabile si può fare secondo me.

Bisogna pero sempre stare in regola...cioè:
Per la cosiddetta baita ..si può fare dove c'è un edificio accatastato, ma non dovrebbe essere difficile trovare terreni a quelle quote ad un prezzo molto buono e dove ci sia il rudere registrato.

Occorre poi diventare agricoltori, al regime minimo i costi sono bassi e per tasse ecc ci sono agevolazioni.

Io mi sto preparando per provarci, però ammetto ...conto di farlo tra qualche anno con la pensione di riserva.
 
Bisogna fare una premessa,
se l'idea è di vivere in natura bighellonando senza fare nulla e sperando che la natura sia una specie di supermercato gratuito, da cui prendere .... allora no, non è possibile.... a meno come già detto di non averci un cospicuo fondo economico, cui attingere per le necessità.
Se invece si intende lavorare ...e lavorare molto credo che qualche possibilità ci sia ma un minimo di capitale iniziale è necessario.
Non si potrà vivere a quote troppo elevate ma trovando un appezzamento adeguato tra i 400 e i 1000 metri di quota che sia coltivabile si può fare secondo me.
Bisogna pero sempre stare in regola...cioè:
Per la cosiddetta baita ..si può fare dove c'è un edificio accatastato, ma non dovrebbe essere difficile trovare terreni a quelle quote ad un prezzo molto buono e dove ci sia il rudere registrato.
Occorre poi diventare agricoltori, al regime minimo i costi sono bassi e per tasse ecc ci sono agevolazioni.
Io mi sto preparando per provarci, però ammetto ...conto di farlo tra qualche anno con la pensione di riserva.

Sono d'accordo con te...
Il succo del mio discorso era che alcuni personaggi, come Simone Perotti (quello del primo link) in realtà scrive libri, quindi le risorse economiche le ha. In precedenza faceva il manager e aveva una barca a vela sulla quale faceva lo skipper e quindi i soldi, fosse anche solo per l'acquisto della barca e il mantenimento della stessa (considerati i costi legati al possesso di una barca) evidentemente non gli mancavano. Con questo non voglio criticarlo o fargli i conti in tasca, ma semplicemente mettere in chiaro che, avendo le possibilità economiche, tutto è più facile. Vorrei vedere se, invece di fare il manager, avesse fatto l'operaio...
Onestamente, l'idea di "mollare tutto" e vivere in barca l'ho avuta anch'io anni fa, ma guardando in faccia la realtà, è una cosa che potrò permettermi solo quando sarò in pensione o se un giorno dovessi ereditare...
Ai tempi del mio primo divorzio, avevo deciso di comprare casa, ma avevo anche considerato l'ipotesi di acquistare un'imbarcazione più grande di quella che avevo e trasferirmi a vivere lì (nei primi anni 2000 c'erano pure delle agevolazioni sul leasing nautico). Purtroppo, a causa della burocrazia italiana, ciò non è stato possibile perchè prendere la residenza in barca non è previsto, è necessario un indirizzo "fisico" fisso, e presso vari porticcioli o non è possibile per motivi contrattuali essendo spazi demaniali, o perchè non sono accatastati come luoghi idonei alla residenza. L'alternativa sarebbe stata quella di registrarsi all'anagrafe come soggetto senza fissa dimora (alcuni Comuni prevedono l'assegnazione di un indirizzo "fittizio" corrispondente alle persone senza fissa dimora) ma ciò mi avrebbe comportato problemi per il lavoro, per il conto corrente bancario, assicurazioni varie ecc... Quindi, alla fine, "ho dovuto" ripiegare sul classico acquisto di un appartamento con relativo mutuo.
La questione di trovare un rudere e ristrutturarlo, potrebbe essere fattibile, ma i costi ci sono comunque (IMU, utenze e tasse varie...) oltre alla normale manutenzione, e purtroppo anche i vincoli burocratici (progetto, decreti di abitabilità, allaccio fognario, ecc) che spesso comportano ulteriori spese.
In pratica, per fare le cose in regola, bisogna spendere.
 
Ultima modifica:
La questione di trovare un rudere e ristrutturarlo, potrebbe essere fattibile, ma i costi ci sono comunque (IMU, utenze e tasse varie...) oltre alla normale manutenzione, e purtroppo anche i vincoli burocratici (progetto, decreti di abitabilità, allaccio fognario, ecc) che spesso comportano ulteriori spese.
In pratica, per fare le cose in regola, bisogna spendere.
Questo è certo
il mio suggerimento di aprire una partita iva da agricoltore è perché ci sono possibilità di accedere
ad agevolazioni che riducono tali tasse,
però come avevo detto, rimane necessario avere un piccolo capitale di partenza
e comunque non si pensi di poter guadagnare o anche solo ricavare abbastanza da pagarci un mutuo, perché se si spende poco significa che si tratta di terreni poco redditizi.

Ci si può giusto giusto ricavare un sostentamento
 
leggendo gli ultimi messaggi mi viene la seguente domanda, anzi mi stupisco non sia saltata fuori prima: ma chi vuole "vivere piu' vicino alla natura, autonomamente eccetera" a comprare una di quelle famose case abbandonate che vari comuni rurali del Meridione e non stanno vendendo a un Euro ci ha mai pensato?
 
Sono case che necessitano di importanti lavori di ristrutturazione, per lo più in paesi desolati..servono palanche in quantità...


e io proprio qui vi volevo :) .

Appunto. QUelle case sono ... esattamente come la baita in montagna per "vivere autonomamente che autonomamente non e'", del video da cui e' partita tutta 'sta discussione.

Se abbiamo gia' concluso in venti modi diversi che "vivere autonomamente nella natura" non e' possibile, e che ci si puo' solo fare la "seconda casa da poveri" rimanendo connessi al consorzio civile... quelle case che v'hanno fatto? Quasi sicuramente, a lungo andare, son piu' economiche della barca, e di sicuro molto piu' comode.

Ripopolare i borghi abbandonati fa molto meno figo che "vivere nella natura autonomamente..." nei fine settimana quando stacchi dall'ufficio, ma e' molto piu' utile alla societa' e all'ambiente, e pure molto piu' sostenibile per il singolo che vuole cambiar vita, se valuta le cose con realismo
 
Ripopolare i borghi abbandonati fa molto meno figo che "vivere nella natura autonomamente..." nei fine settimana quando stacchi dall'ufficio, ma e' molto piu' utile alla societa' e all'ambiente, e pure molto piu' sostenibile per il singolo che vuole cambiar vita, se valuta le cose con realismo

Hai detto bene...! "Fa molto meno figo", infatti secondo me, quelli che scrivono libri, articoli sui giornali, blog, spesso sono "atteggioni" ricchi o comunque con soldi da parte che fanno i fighi... Poi, magari, potranno pure essere motivati da pulsioni ambientalistiche, ma comunque consapevoli del fatto che, qualora si rompessero le palle, potrebbero tornare alla vita di città senza particolari problemi...
Personalmente, ho conosciuto (è anche per questo che avevo preso in considerazione di fare qualcosa di simile) alcune persone che hanno effettivamente "mollato tutto e cambiato vita" ma si trattava sempre di: un dirigente industriale di alto livello, che una volta andato in pensione si è trasferito a vivere in barca grazie a una pensione mensile di alcune migliaia di euro, una coppia di coniugi benestanti che, dopo aver ereditato un paio di appartamenti (a testa), li hanno dati in affitto per ottenere un reddito e venduto la propria abitazione per acquistare una villetta sul mare all'estero, un mio compagno di liceo (figlio di papà) che ha deciso di fare lo skipper in barca a vela (e ha al suo attivo una decina di traversate oceaniche). L'unico "non ricco" è un amico che ha deciso di aprire un diving center a Santo Domingo lasciando il proprio impiego e investendoci tutta la liquidazione. So che per un pò di tempo è stato soddisfatto, ma negli ultimi anni si era stufato e penso che la botta finale sia stata la crisi del turismo causa covid, infatti qualche mese fa mi ha detto che ha deciso di chiudere tutta la baracca e tornare a casa....
Forse l'unico appunto relativo al ripopolamento dei borghi potrebbe essere che magari non si è immersi nella natura ma in un paesino, sia pure abbandonato (quindi magari non proprio una baita nel bosco e con terreno da coltivare...)
 
Più che altro, se uno vuole vivere in un paese magari non disabitato, magari anche turisticamente attrattivo, costano davvero un botto le case.
Infatti le comprano tutta gente magari fuori dall'italia, e un povero cristo per mettere tutto in regola, magari un rudere nel centro appenninico nella majella (ad esempio) deve tirare fuori 20.000 euro tra concessioni, ristrutturazione permessi ecc..
 
Più che altro, se uno vuole vivere in un paese magari non disabitato, magari anche turisticamente attrattivo, costano davvero un botto le case.
Infatti le comprano tutta gente magari fuori dall'italia, e un povero cristo per mettere tutto in regola, magari un rudere nel centro appenninico nella majella (ad esempio) deve tirare fuori 20.000 euro tra concessioni, ristrutturazione permessi ecc..


La famosa burocrazia italiana....
 
https://casea1euro.it/borgomezzavalle-partecipa-al-progetto-case-a-1-euro/
qui ci andrei volentieri...ma prima di "acquistare" farei fare un sopralluogo ad un'impresa di fiducia...perchè "non esistono pasti gratis"
--- ---

https://casea1euro.it/oyace-aosta-valle-daosta/
anche questo dev'essere un posto bellissimo....
Che posti stupendi...! In effetti, a 1 € ci si potrebbe fare un pensierino, il problema, ovviamente saranno i costi di ristrutturazione, ma anche se alla fine dovessero venire a costare 50/60.000 sarebbe sempre un affare.
Più che altro, non ho la minima idea di quanto possa costare la ristrutturazione (le cifre che ho detto prima le ho buttate a caso, non so siano veritiere...)
 
Alto Basso