Trekking Walking Francigena Ultramarathon 2023: Acquapendente-Siena (120 km)

Beh per cominciare sulla Francigena non ci sono elementi ambientali per i quali sia richiesta una competenza particolare o o la dimestichezza con un'attrezzatura specifica. Secondo mi sembra che in questo caso ci siano persone nel loro ambiente (camminatori di lunga percorrenza) consapevoli, preparate all'atto specifico e allenate, che hanno deciso di alzare l'asticella per una sfida (con se stessi, con gli altri, per piacere...) o forse solo per raggiungere un traguardo.

Di là c'è un sig. nessuno (alpinisticamente parlando) che decide di scalare il Bianco senza preparazione...

Però basta, mi taccio che sto facendo l'avvocato del diavolo... si esprimeranno loro che l'hanno fatta se vorranno...
 
...Eccolo il post!!!
Con southrim ci siamo scambiati diversi mp nei quali ho raccontato la mia esperienza dello scorso anno dove in pratica sono morto al centesimo km per una mangiata sbagliata.
Quest'anno mi sono messo di punta, mi sono allenato bene con dei lunghi progressivamente piu' lunghi, 15 giorni prima ho fatto due 40km una il sabato e una la domenica mattina presto (in pratica 80km nelle 28 ore). Insomma quest'anno DOVEVO finirla.
E cosi' e' stato, chiusa in 26 ore.
Mi sono portato una tendinite che mi ha fatto gridare, una salita dove stavo per mollare, una strategia alimentare finalmente efficace e...IL CALDO!!!
L'ostacolo piu' grande, quello che ti leva le energie e che manda a farsi benedire tutto l'allenamento che hai fatto, quello che dalle 10 della partenza (10.30 in realta') fino alle 19 del sabato e dalle 9.30 fino a Siena non ci ha mai permesso di dire.."STO BENE!"
L'anno prossimo la rifaro'? probabilmente si, ma mi sento di dire...
Complimenti ENORMI a me e southrim e se decidessimo di rifarla...non c'e' allenamento, strategia, passo, alimentazione, scarpe attrezzatura che tenga...
E' STATA E SARA' DURA MA CAXO CHE BELLO ARRIVARE IN FONDO
Saluti The_Hawk
Grandissimo @The_Hawk è stato bello confrontarsi e ti devo dire che il tuo racconto dello scorso anno mi ha spinto a provare. Sai che alla fine sono d'accordo con te: non c'è allenamento che tenga nel senso che basta un dettaglio per mandare tutto a monte. Chiaramente bisogna arrivare preparati ma su una Ultra il fattore che più conta è l'esperienza secondo me e averla superata ci darà sicuramente un qualcosa in più per terminarla nuovamente (io non so se proverò a rifarla). Replico qui i complimenti che ti ho già fatto in privato.
non c'è allenamento che tenga, anche se necessario. Complimenti!

Ho letto tutto solo ora e mi sento una voce fuori dal coro... :(

Non capisco il "valore" di queste imprese, personalmente non le trovo eroiche.

Un conto è essere spinti dalla necessità e ci si compiace della propria forza mentale per esserci riusciti


un conto è cercarsela apposta e provare inutili e dolorose sofferenze.

Brufen e Tachipirina per fare una prova hobbystica?!? :argh:


Si può fare tutto, debitamente preparati, ma se per un qualche motivo poi ci si accorge che la preparazione era sbagliata

e non si è nelle ondizioni per finire dignitosamente la prova, non è nessuna vergogna rinunciare.
Non è una resa ma una decisione saggia.

Solo se si è masochisti ci si impongono volontariamente delle sofferenze, e non è il mio caso.

Per fortuna alla fine te la sei cavata bene, sono sinceramente felice per te

ma avresti potuto incorrere anche in conseguenze osteo-articolari veramente serie.

Non è una critica all'impresa, solo una mia personalissima valutazione :)

I miei 2 cent.
L'eroismo, per carità, lo detesto già di suo figuriamoci se rapportato a una esperienza che alla fine è ludica. Il bello del provare una distanza simile è mettersi alla prova e fare un'esperienza totalizzante a livello fisico e mentale, da sempre adoro le lunghe distanze e volevo provare a fare uno step in più cosa che mi è riuscita. Riguardo il "soffrire" beh può valere lo stesso discorso per molti sull'affrontare un'escursione in montagna: perché soffrire in salita quando si può prendere la funivia?
In questo caso è molto semplice la ragione di questa scelta: volevo sfidare me stesso, attraversare la Val d'Orcia all'alba e al tramonto e terminare la distanza regina di una manifestazione che adoro ben sapendo che era alla mia portata ma chiaramente senza la certezza di riuscire, componente fondamentale in qualsiasi cosa che possa definirsi "avventurosa". Il tutto con un presidio costante del percorso, potendosi ritirare in qualsiasi momento con una chiamata e su un percorso tecnicamente oltre il banale. Se non ora quando?
Il risultato di questa esperienza è che ora voglio farne delle altre (alla mia portata), dopodiché se avessi tempo e modo inizierei domani mattina a prepararmi la Fire&Ice, la Moab 240 o il Tor des Geants, tanto per dire.
Ma, sai, forse la mia è una "deformazione professionale" perchè, come ho avuto modo di dire altre volte, ho fatto atletica leggera a livello agonistico per molti anni (5 lustri!) e qualunque distanza veniva preparata con appositi allenamenti.
Se preparavo i 3000 m, non facevo certo gare di mezza maratona, e viceversa.

E se non ero allenato per una certa distanza, non la facevo tanto per fare, per fare un'impresa. Perchè si correva il rischio di procurarsi dei danni fisici, muscolari, soprattutto inutilmente che poi avrebbero richiesto molto tempo per essere recuperati.

La sfida, l'impresa, è soprattutto nel prepararla una prova, impegnarsi a fondo per riuscirci in ogni modo, non buttarsi alla sperainDio e come la và, la và.

Una discussione analoga si sta sviluppando proprio in questi giorni, a proposito di chi vuole salire sul Monte Bianco
https://www.avventurosamente.it/xf/threads/salita-al-monte-bianco.62502/page-2#post-1111560
dove si sconsiglia di fare l'impresa senza adeguata preparazione.
Sì ma qui non è che io fino a ieri abbia passeggiato al parco sotto casa, sono anni che affronto distanze sopra la maratona (tanto da percepirle come perfettamente normali e da essere arrivato a coprirle quasi costamente sotto le 7 ore) ed è un anno che faccio gare di trail running (essendo una pippa al sugo eh ma non me ne importa niente) quindi non ho deciso di fare la WFM ieri mattina. L'allenamento è "fallito" nel senso che la preparazione specifica che avevo in mente non l'ho realizzata come avrei voluto ma alla fine per quasi 95 chilometri sono stato in condizioni fisiche perfette quindi evidentemente mi ero anche sottovalutato. I dolori sono una cosa normale e nel mio caso accentuati dalla pronazione e anzi reputo un successo l'averli avuti in maniera intensa sono alla fine.
Dopodiché potevo prepararla meglio? Ovvio. Se la rifarò l'obiettivo sarà arrivare fresco al 120 esimo e in molto meno tempo.
Beh per cominciare sulla Francigena non ci sono elementi ambientali per i quali sia richiesta una competenza particolare o o la dimestichezza con un'attrezzatura specifica. Secondo mi sembra che in questo caso ci siano persone nel loro ambiente (camminatori di lunga percorrenza) consapevoli, preparate all'atto specifico e allenate, che hanno deciso di alzare l'asticella per una sfida (con se stessi, con gli altri, per piacere...) o forse solo per raggiungere un traguardo.

Di là c'è un sig. nessuno (alpinisticamente parlando) che decide di scalare il Bianco senza preparazione...

Però basta, mi taccio che sto facendo l'avvocato del diavolo... si esprimeranno loro che l'hanno fatta se vorranno...

Hai centrato perfettamente il punto in tutto il post e nello specifico nella parte in grassetto. Nello specifico sfida con me stesso (di quelle con gli altri mai importato nulla nemmeno nella competitive figuriamoci in una ludico-motoria) e per piacere.
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La sfida con sé stessi è LA SFIDA... questi eventi sono solo un'opportunità per misurarsi, perché è più bello dire "partecipo alla Walking Francigena Ultramarathon 2023" (e finirla), invece di dire "ciao vado a camminare 120km"

I miei 2 cent non richiesti visto che non l'ho fatta io
Esatto e ci aggiungo il fatto che provare una ultra con dietro una organizzazione, ristori ogni 7 km e la protezione civile ogni 15 km direi che è molto più sicura, come prima volta, rispetto al fare 120 km no stop in solitaria sul Gran Sasso.
 
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Hai centrato perfettamente il punto in tutto il post e nello specifico nella parte in grassetto.

Mi sono permesso di intervenire perché ho ipotizzato ci accomunassero gli stessi valori e motivazioni, quelli che mi hanno spinto a fare l'alta via dell'Adamello questa estate o i vari eventi gravel a cui partecipo.
 
L'eroismo, per carità, lo detesto già di suo figuriamoci se rapportato a una esperienza che alla fine è ludica. Il bello del provare una distanza simile è mettersi alla prova e fare un'esperienza totalizzante a livello fisico e mentale, da sempre adoro le lunghe distanze e volevo provare a fare uno step in più cosa che mi è riuscita. Riguardo il "soffrire" beh può valere lo stesso discorso per molti sull'affrontare un'escursione in montagna: perché soffrire in salita quando si può prendere la funivia?

Lungi da me criticare, con l'accezione negativa del termine, la tua impresa ;)

Replico solo ad una osservazione: un conto è fare una "sana fatica" per cui scelgo di salire a piedi e non prendere la funivia, un conto sono i "dolori lancinanti" tali da "cercare di smorzarli con Brufen e Tachipirina" (quello che ho grassettato l'hai scritto tu).
Secondo il mio metro, questo è un punto da non raggiungere.

Per il resto sono sinceramente felice per te che questa esperienza sia stata soddisfacente e ti abbia gratificato :si:
 
Mi sono permesso di intervenire perché ho ipotizzato ci accomunassero gli stessi valori e motivazioni, quelli che mi hanno spinto a fare l'alta via dell'Adamello questa estate o i vari eventi gravel a cui partecipo.
Sì hai fatto benissimo ed hai capito in pieno lo spirito. Che spettacolo l'Alta Via dell'Adamello tra l'altro, magari ti chiederò qualche dritta.
Lungi da me criticare, con l'accezione negativa del termine, la tua impresa ;)

Replico solo ad una osservazione: un conto è fare una "sana fatica" per cui scelgo di salire a piedi e non prendere la funivia, un conto sono i "dolori lancinanti" tali da "cercare di smorzarli con Brufen e Tachipirina" (quello che ho grassettato l'hai scritto tu).
Secondo il mio metro, questo è un punto da non raggiungere.

Per il resto sono sinceramente felice per te che questa esperienza sia stata soddisfacente e ti abbia gratificato :si:
Ma figurati, ci si confronta.
In esperienze di questo tipo può capitare: c'è chi vomita (non alla WFM parlo di Ultra seri), chi si sente male, chi ha crisi di fame ma si ferma, magari supera la crisi, e alla fine se ci sono le condizioni riparte. Sono esperienze in cui si attraversano varie fasi. Tanto per dirti io prima di Radicofani (nemmeno 25 km) avevo le gambe pesantissime, all'ottantesimo chilometro volavo.
Riguardo il Brufen lo si porta all'occorrenza, perché è ovvio che se ti mancano pochi chilometri cerchi di tamponare e concludere. L'ho visto usare anche a veterani che sono alla quarta WFM, dopodiché è chiaro che spero di non doverlo riprendere la prossima volta. Ti dirò però che i dolori che citavo potrebbero anche riproporsi a prescindere dall'allenamento perché su quel tipo di percoso (sterrata piatta con appoggio del piede sempre identico) è ovvio che dopo 20 ore di marcia il piede appoggia male (il mio ancora di più) e le piante vanno in sofferenza.
 
Io penso che se qualcosa ti da soddisfazione lo fai!
Ed è bellissimo uscire dalla propria confort zone e riuscire a completare l'obiettivo (piccolo o grande) che ti sei dato superando te stesso.
Una ultra di corsa non sarei in grado di farla e non mi ci cimento nemmeno perché fisicamente NON sono in grado, ma io ABITUALMENTE percorro 40 km in montagna e tranquillamente ne ho chiusi 60 nella walking maraton del lago di bolsena quindi perche' non provare a superasi?
Mi sono allenato tutto l'anno a sensazione, senza un preparatore o un nutrizionista nello stesso modo dello scorso anno eppure...quest'anno l'ho chiusa lo scorso no.
Ci sono una infinità di fattori che incidono, anche solo la socializzazione che decidi di avere può cambiare il risultato.
Trovo che con il tuo pensiero si rimanga solo e sempre nella propria confort zone, che di fondo non è sbagliato, ma che alla lunga NON ci arricchisce. Certamente la verità sta nel mezzo ovvero non cercherei mai di salire un 8000 senza ossigeno per uscire dalla mia confort zone, ma accettare sfide che pensi di poter completare secondo me è il modo di crescere sempre.
Come sempre quanto sopra è solo il mio umile pensiero e ciò che spinge ME.
non intendo offendere l'opinione di nessuno che anzi rispetto proprio per il fatto che è un punto di vista che comunque mi ha fatto riflettere.
Saluti
The_hawk
 
Io penso che se qualcosa ti da soddisfazione lo fai!
Ed è bellissimo uscire dalla propria confort zone e riuscire a completare l'obiettivo (piccolo o grande) che ti sei dato superando te stesso.
Una ultra di corsa non sarei in grado di farla e non mi ci cimento nemmeno perché fisicamente NON sono in grado, ma io ABITUALMENTE percorro 40 km in montagna e tranquillamente ne ho chiusi 60 nella walking maraton del lago di bolsena quindi perche' non provare a superasi?
Mi sono allenato tutto l'anno a sensazione, senza un preparatore o un nutrizionista nello stesso modo dello scorso anno eppure...quest'anno l'ho chiusa lo scorso no.
Ci sono una infinità di fattori che incidono, anche solo la socializzazione che decidi di avere può cambiare il risultato.
Trovo che con il tuo pensiero si rimanga solo e sempre nella propria confort zone, che di fondo non è sbagliato, ma che alla lunga NON ci arricchisce. Certamente la verità sta nel mezzo ovvero non cercherei mai di salire un 8000 senza ossigeno per uscire dalla mia confort zone, ma accettare sfide che pensi di poter completare secondo me è il modo di crescere sempre.
Come sempre quanto sopra è solo il mio umile pensiero e ciò che spinge ME.
non intendo offendere l'opinione di nessuno che anzi rispetto proprio per il fatto che è un punto di vista che comunque mi ha fatto riflettere.
Saluti
The_hawk
Mi ritrovo alla perfezione nei tuoi pensieri e credo che uscire dalla comfort zone sia un motore fondamentale, quando lo fai e riesci è come superare un livello e aprirsi a nuove prospettive. Verissimo anche quello che dici sulla socializzazione alla WFM che anche nel mio caso è stato un fattore fondamentale.
P.S. In realtà nelle ultra di Trail, specialmente su terreni montuosi, si cammina tantissimo quindi mai dire mai.
 
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