- Parchi del Lazio
-
- Monti Lepini
Dati
Data: 11/04/2017
Regione e provincia: Lazio (Rm)
Località di partenza: Pian della Faggeta
Località di arrivo: Perrone del Corvo, Cima dell'Ouso, Pian della Faggeta
Tempo di percorrenza: 5h 50m
Chilometri: 8 km
Grado di difficoltà: EE+
Descrizione delle difficoltà: sentiero, ufficiale o non che sia, inesistente; primo tratto di salita, dal Ponte Occhio del Bue all'anticima nord del Perrone del Corvo a noi completamente ignoto, poi rivelatosi molto ripido e con svariati tratti "ignoranti"; vegetazione fitta (rami, arbusti, tronchi, rovi) presente durante tutto il percorso di cresta, che ha reso il passaggio difficile e doloroso; alcuni saltini di roccia (I, II-)
Periodo consigliato: mai
scherzi a parte, più ci si avvicina all'estate e più la vegetazione ostruisce qualsiasi forma di passaggio umano
Segnaletica: nessuna
Dislivello in salita:
Dislivello in discesa:
Quota massima: 1035 m.
Accesso stradale: si parcheggia al Pian della Faggeta e si scende a piedi inizialmente per una carrareccia, poi ad intuito fino a raggiungere la base della cresta nei pressi dell'Occhio del Bue.
Descrizione
Percorso ignorante e faticoso (dicasi egregiamente caxxuto
), un piccolo sogno che con il carissimo amico Mauro volevamo realizzare, ossia la traversata integrale di tutta la rognosa cresta dal Ponte Occhio del Bue fino al tracciato di mezza costa dell'ex Alta Via dei Lepini, passando per le cime del Perrone del Corvo (1013, 1035, 1032) e di Cima dell'Ouso (1094).
Il primo tratto è molto ripido, si guadagna terreno metro dopo metro cercando di farsi varco tra la vegetazione fittissima e salendo qualche salto di roccia.
Aver percorso 5 km in 4h 30m (fino alla Cima dell'Ouso) la dice tutta sulla natura e la difficoltà del tragitto.
Escursione non banale consigliata solo ad amanti dell'avventura con tanto spirito di sacrificio. Questi sono i Lepini che più amo, quelli dove non ti portano i sentieri né le associazioni escursionistiche.
Ecco parte del tragitto fatto
scendiamo verso l'Occhio del Bue, inizialmente agevolmente e poi sempre meno, fino a trovarci esattamente alla base della cresta che dovremo percorrere. Sia io che Mauro abbiamo fatto in precedenza il Perrone del Corvo, ma il primo tratto di cresta, questo, non lo abbiamo mai percorso quindi per noi è un'incognita...si rivelerà difficile quanto avevamo previsto
dopo ben 2h30m di fatica e sofferenza raggiungiamo l'anticima nord, a quota 1013 m. Non siamo lontanamente nemmeno a metà cresta, c'è ancora tanto da pedalare e soffrire...da qui in mezzora arriviamo sulla cima principale del Perrone del Corvo, a quota 1035 m.
dopo una meritata sosta ci incamminiamo verso l'anticima sud e quindi verso la "famosa" sella a quota 961, dove una volta passava l'Alta Via dei Lepini. Da lì risaliremo per raggiungere la vetta della montagna gemella ed adiacente al Perrone del Corvo, ossia Cima dell'Ouso, quota 1094 m. Inutile dirlo, anche qui c'è da soffrire
dalla Cima dell'Ouso continuiamo per la cresta in discesa fino a raggiungere, soffrendo stranamente pure qui fra rovi, arbusti, sassi, tronchi e merda varia, la sterrata corrispondente al sentiero 8. Pieni di gioia per aver realizzato questo piccolo progetto, ci siamo detti "mai più"
Data: 11/04/2017
Regione e provincia: Lazio (Rm)
Località di partenza: Pian della Faggeta
Località di arrivo: Perrone del Corvo, Cima dell'Ouso, Pian della Faggeta
Tempo di percorrenza: 5h 50m
Chilometri: 8 km
Grado di difficoltà: EE+
Descrizione delle difficoltà: sentiero, ufficiale o non che sia, inesistente; primo tratto di salita, dal Ponte Occhio del Bue all'anticima nord del Perrone del Corvo a noi completamente ignoto, poi rivelatosi molto ripido e con svariati tratti "ignoranti"; vegetazione fitta (rami, arbusti, tronchi, rovi) presente durante tutto il percorso di cresta, che ha reso il passaggio difficile e doloroso; alcuni saltini di roccia (I, II-)
Periodo consigliato: mai
Segnaletica: nessuna
Dislivello in salita:
Dislivello in discesa:
Quota massima: 1035 m.
Accesso stradale: si parcheggia al Pian della Faggeta e si scende a piedi inizialmente per una carrareccia, poi ad intuito fino a raggiungere la base della cresta nei pressi dell'Occhio del Bue.
Descrizione
Percorso ignorante e faticoso (dicasi egregiamente caxxuto
Il primo tratto è molto ripido, si guadagna terreno metro dopo metro cercando di farsi varco tra la vegetazione fittissima e salendo qualche salto di roccia.
Aver percorso 5 km in 4h 30m (fino alla Cima dell'Ouso) la dice tutta sulla natura e la difficoltà del tragitto.
Escursione non banale consigliata solo ad amanti dell'avventura con tanto spirito di sacrificio. Questi sono i Lepini che più amo, quelli dove non ti portano i sentieri né le associazioni escursionistiche.
Ecco parte del tragitto fatto
scendiamo verso l'Occhio del Bue, inizialmente agevolmente e poi sempre meno, fino a trovarci esattamente alla base della cresta che dovremo percorrere. Sia io che Mauro abbiamo fatto in precedenza il Perrone del Corvo, ma il primo tratto di cresta, questo, non lo abbiamo mai percorso quindi per noi è un'incognita...si rivelerà difficile quanto avevamo previsto
dopo ben 2h30m di fatica e sofferenza raggiungiamo l'anticima nord, a quota 1013 m. Non siamo lontanamente nemmeno a metà cresta, c'è ancora tanto da pedalare e soffrire...da qui in mezzora arriviamo sulla cima principale del Perrone del Corvo, a quota 1035 m.
dopo una meritata sosta ci incamminiamo verso l'anticima sud e quindi verso la "famosa" sella a quota 961, dove una volta passava l'Alta Via dei Lepini. Da lì risaliremo per raggiungere la vetta della montagna gemella ed adiacente al Perrone del Corvo, ossia Cima dell'Ouso, quota 1094 m. Inutile dirlo, anche qui c'è da soffrire
dalla Cima dell'Ouso continuiamo per la cresta in discesa fino a raggiungere, soffrendo stranamente pure qui fra rovi, arbusti, sassi, tronchi e merda varia, la sterrata corrispondente al sentiero 8. Pieni di gioia per aver realizzato questo piccolo progetto, ci siamo detti "mai più"