Il grande trekking (PCT, Pacific Crest Trail, circa 800 miglia) rappresentato nell'unico modo forse possibile, come viaggio interiore della protagonista, camminatrice solitaria per oltre tre mesi.
I panorami, le belle foto, alcune scene nei punti sosta e qualche idea sulla organizzazione generale comunque ci sono e sono di sicuro interesse per gli "avventurosi".
Interessante anche il tema del viaggio a piedi come ricerca interiore, argomento comprensibilmente poco trattato su questo forum ma che è sicuramente una delle motivazioni principali dei grandi trekking nostrani come il cammino di Santiago.
La narrazione avviene su due piani; quello reale (il trekking) è assolutamente minimalista, non succede nulla che non potrebbe succedere a chiunque di noi nella nostra attività escursionistica e forse proprio questo ce lo rende più accattivante.
Il secondo piano narrativo è il percorso interiore della protagonista che rivive il suo passato (disgrazie familiari portarono ad una caduta nel sesso compulsivo e nella droga) rappresentato con una serie di flash back che impegnano circa metà del tempo del film - fino alla catarsi (credo di non rivelare nulla di speciale) finale della maturazione interiore.
Da vedere, raccomandato agli appassionati dei grandi trekking ed a chi è attratto dal mito della natura selvaggia americana, anche se pensato per un pubblico (femminile?) propenso al genere sentimentale / familiare.
Incredibile la somiglianza fisica della protagonista con l'autrice, mega zaino incluso.
I panorami, le belle foto, alcune scene nei punti sosta e qualche idea sulla organizzazione generale comunque ci sono e sono di sicuro interesse per gli "avventurosi".
Interessante anche il tema del viaggio a piedi come ricerca interiore, argomento comprensibilmente poco trattato su questo forum ma che è sicuramente una delle motivazioni principali dei grandi trekking nostrani come il cammino di Santiago.
La narrazione avviene su due piani; quello reale (il trekking) è assolutamente minimalista, non succede nulla che non potrebbe succedere a chiunque di noi nella nostra attività escursionistica e forse proprio questo ce lo rende più accattivante.
Il secondo piano narrativo è il percorso interiore della protagonista che rivive il suo passato (disgrazie familiari portarono ad una caduta nel sesso compulsivo e nella droga) rappresentato con una serie di flash back che impegnano circa metà del tempo del film - fino alla catarsi (credo di non rivelare nulla di speciale) finale della maturazione interiore.
Da vedere, raccomandato agli appassionati dei grandi trekking ed a chi è attratto dal mito della natura selvaggia americana, anche se pensato per un pubblico (femminile?) propenso al genere sentimentale / familiare.
Incredibile la somiglianza fisica della protagonista con l'autrice, mega zaino incluso.