Zero Waste - non produrre rifiuti

Ho scoperto da poco questo approccio, che mira a cercare di ridurre il quantitativo di rifiuti che produciamo personalmente tutti i giorni, fino idealmente a farlo scomparire (da qui Zero Waste). L'idea di fondo è quindi quella di abbandonare tutta una serie di oggetti che adoperiamo o che acquistiamo (es. imballaggi per il cibo), per tagliare il problema alla radice: se ho solo patate senza rete in plastica non avrò nessun rifiuto (salvo il compost ovviamente). Allo stesso modo si suggeriscono una serie di oggetti o "ricette" se mi passate il termine per soppiantare ciò che in genere si trova in vendita solo in plastica.

Ora, non penso che bastino queste scelte per superare il problema dei rifiuti, anche perché ad esempio andrebbe visto tutto il ciclo di vita degli oggetti ed inoltre inquinamento è anche ciò che non vediamo, dalla CO2 ai prodotti di scarto di molte aziende eccetera. Però ecco, alcune cose davvero le abbiamo acquistate e tenute in mano noi e poi le abbiamo buttate via: rimarranno per sempre in qualche angolo del pianeta, rendendo un pezzo di mondo orribile e inabitabile. E purtroppo sempre più spesso non restano nemmeno in angoli.. ma navigano negli oceani.. :cry:

Penso che ognuno possa, secondo la propria persona e la propria coscienza, magari muovere il proprio passo. Il che attenzione non vuol dire per forza rinunciare a qualcosa. Ad esempio, invece di consumare la plastica che avvolge un etto di prosciutto se lo vado a comprare, potrei decidere di comprarlo tutto intero un prosciutto! :D

Vi lascio un paio di video :)
 
l'idea e' buona, ma e' quel che facevano gia' i nostri nonni :)

penso che sia paradossalmente piu' facile in campagna, o dove arrivano i contadini, che non in citta'. pero' mai dire mai :)
 
Interessantissimi video, ed anche condivisibili. Fare quello che fanno queste donne richiede tempo, un tempo che forse al giorno d'oggi non abbiamo più. Vuol dire sobbarcarci di barattoli di vetro per andare a fare la spesa, vuol dire "rinunciare" a determinati prodotti in quanto commercializzati solo e soltanto in un modo. Mi ha colpito molto il secondo video, ma la protagonista ha scelto questa filosofa di vita e vive di questo, cioè racconta in un blog quelle che sono le sue esperienza quotidiane. Io ho qualche difficolta ad immaginare in quel video una lavoratrice che è anche casalinga e che deve badare anche ad un paio di bambini piccoli in età pannolino. In sostanza ritengo che sia un'ottima cosa, ma che rappresenta un sogno decisamente utopico.
 
Niente di straordinario che non faccio gia' dal 2000 quando ho lasciato la citta' per i boschi
Non perche' va di moda o per salvare il mondo .... e' la cosa piu' semplice da fare nel caso di chi abita in mezzo ai lupi
trapper-smiley.gif


Il video inizia con " The average American .... " etc. etc.

Il tipico (average) Canadese che abita fuori citta' , e qui in Canada di citta' ce ne sono una dozzina :poke: , deve smaltire il suo garbage perche' non esiste un servizio che raggoglie immondizia fuori delle citta' .... ehehe

Lattine , vetro e plastica , quando so di dover passare vicino alla
scarica comunale li porto a reciclare

Il resto va tutto in varie buche in giardino ........ da anni

Comq volendo ..... l'unica cosa che non brucia in un fuoco all'aperto sono le lattine , il resto come anche il vetro sparisce .

Qui molta della roba che dovrebbe essere reciclata .... fa quella fine , tanto vale la pena che lo faccio io in giardino ...... quando d'estate brucio erbusti e radici
smoking-smiley.gif


Sempre da considerare pero' che qui su 300 Km quadrati di bosco abitiamo
in 16 persone e non faccio morire nessuno inclusi cervi , alci ed orsi quelle 2-3 volte all'anno che intossico l'ambiente

Comq qui tutti usano una stufa a legna per scaldare le case e quasi tutte le sere ogni uno in giardino si siede a guardare le stelle ............ intorno ad un fuoco
kvasthexa-smiley.gif



Happy New Year ........... Vin
sleigh-smiley.gif
 
Ultima modifica:
Concettualmente non è nulla d'impossibile, basta avere tempo da dedicarvi, rinunciare a determinati prodotti e accettare dei compromessi..... e cambiare molto probabilmente fornitore, passare dalla medio/grande distribuzione ai negozietti, o boutique del cibo, dove è più facile far accettare certe scelte che potrebbero "cozzare" in primo luogo con le norme igienico sanitarie (in particolar modo sul fresco) e, in seconda battuta, con le direttive di chi gestisce il punto vendita.

Quanto questo sia fattibile ovviamente dipende dal singolo, d'altro canto non è molto diverso da, ad esempio, il mangiare, posso comprare la pasta o farmela in casa, nel secondo caso forse costerà qualche soldino (rispetto alla pasta secca ovviamente) in più ma a livello qualitativo siamo su due mondi diversi, idem un "vulgaris" hamburger, posso comprarlo già fatto, magari surgelato, oppure farmelo partendo da pezzi di carne e farmi il "mio" hamburger. Ect ect

Sono scelte :) ...... al momento mi accontento di fare la raccolta differenziata e, visto che il secco, alias il non riciclabile, lo pago a parte, rispetto alla normale tassa dei rifiuti, ho un incentivo in più ad essere ancora più "virtuoso" o finiro' che saro', nota polemica, molto più virtuoso perché avendo finito i soldini finiro' di produrre rifiuti di tutti i tipi.

Grazie per i video.

Ciao :si:, Gianluca
 
Tra parentesi ..... quando sono nato io c'erano ancora i "ciripà" ...... appena ha potuto, mia mamma, li ha istantaneamente cambiati con quelli usa e getta ed eretto una statua nel salotto in onore a San Pampers ;)

Ciao :si:, Gianluca
 
Ultima modifica:
comunque molte di quelle cose mi sembrano o finte o spostare il problema ma non risolverlo o ingannevoli.
certo oggi come oggi l'industria alimentare fa un uso terrificante degli imballaggi...tra un pò troveremo fazzoletti mandorle o le pennette di pasta confezionate una a una! :D
 
comunque molte di quelle cose mi sembrano o finte o spostare il problema ma non risolverlo o ingannevoli.
certo oggi come oggi l'industria alimentare fa un uso terrificante degli imballaggi...tra un pò troveremo fazzoletti mandorle o le pennette di pasta confezionate una a una! :D
questo e' anche causato dalla distruzione delle famiglie. le monoporzioni una volta erano una cosa impensabile.
 
Ci vuole una casalinga, a casa mia lavoriamo entrambi e la casalinga la fa lei, con tutte le limitazioni temporali delcaso.
Pero' ci impegniamo con la differenziata molto.
 
infatti pensavo proprio a me che sono single, non mi posso permettere confezioni giganti altrimenti i prodotti si deteriorano.
ma anche andare al mercato necessita di tempo.
lo spazzolino in legno...si ma quanto costa produrlo? intendo come rifiuto macchine ecc ecc...perché sembra che il problema è la plastica quando invece sono i materiali poliaccoppiati.
a mio parere più che questi metodi un pò arcaici, sarebbe meglio un accordo a livello nazionale delle industrie per stabilire confezioni più facilmente riciclabili.
un esempio è quello delle bottiglie di plastica, un circolo virtuoso completo di riciclaggio ....peccato che qualcuno voglia fare le bottiglie in materiale compostabile...è così che si rovina il ciclo perché si rende difficile la separazione.
 
Rifiuto zero non è possibile dato che c'è una cosetta che si chiama entropia e dato che tutto si trasforma e niente si distrugge. quando consumiamo trasformiamo e non facciamo sparire nulla. Il problema è smaltire correttamente. Si può solo limitare il danno collegato al consumo ma non eliminarlo . Faccio un esempio da subito si potrebbero proibire stoviglie di plastica e sostituirle con quelle in fibre vegetali. Il amteriale potrebbe venire dalle potature di alberi in città, da quelli privati (si crea un mercato: vendita di ramaglie di olivo, vite, querce ecc). Altra soluzione : rendere obbligatorio avere una parte di dtersivi alla spina e incentivarli ( i soldi verrebbero dal risparmio sullo smaltimento) . reintrodurre la cauzione sui contenitori anche plastica e non solo vetro; creare un mercato della plastica: i comuni acquistano i contenitori e li usano per fare panchine, giochi per bambini ecc...
 
Mi fa molto piacere che siate intervenuti in tanti! :D
l'idea e' buona, ma e' quel che facevano gia' i nostri nonni :)
è vero che una volta si riciclava tutto, ma perché non esistevano una marea di sostanze o materiali (es. goretex) che ci sono oggi!
Interessantissimi video, ed anche condivisibili. Fare quello che fanno queste donne richiede tempo, un tempo che forse al giorno d'oggi non abbiamo più.
Si un po' è vero. Però queste sono un po' estremiste diciamo.

Comq qui tutti usano una stufa a legna per scaldare le case e quasi tutte le sere ogni uno in giardino si siede a guardare le stelle ............ intorno ad un fuoco
kvasthexa-smiley.gif
Che bella immagine! :wub:

Tra parentesi ..... quando sono nato io c'erano ancora i "ciripà" ...... appena ha potuto, mia mamma, li ha istantaneamente cambiati con quelli usa e getta ed eretto una statua nel salotto in onore a San Pampers ;)

Ciao :si:, Gianluca
Oggi penso esistano i pannolini biodegradabili. Però immagino costeranno il triplo.. o_O

tra un pò troveremo fazzoletti mandorle o le pennette di pasta confezionate una a una! :D
Che poi non capisco il senso..per esempio le scatole dei biscotti. Io ne mangerei il triplo se non fossero sotto impacchettati a gruppi di 6! :biggrin:

Si può solo limitare il danno collegato al consumo ma non eliminarlo . Faccio un esempio da subito si potrebbero proibire stoviglie di plastica e sostituirle con quelle in fibre vegetali. Il amteriale potrebbe venire dalle potature di alberi in città, da quelli privati (si crea un mercato: vendita di ramaglie di olivo, vite, querce ecc). Altra soluzione : rendere obbligatorio avere una parte di dtersivi alla spina e incentivarli ( i soldi verrebbero dal risparmio sullo smaltimento) . ...
Lo penso pure io.

Poi provo a rispondere a tutti quelli che hanno detto più o meno "servirebbero 2 vite per farlo", si e no, ossia vivere come le ragazze del video forse sì, però probabilmente fare la spesa al mercato per le verdure non richiede più tempo che stare al supermercato a imbustare pesare ed etichettare ogni singolo vegetale serva per un minestrone.. :argh:

Comunque io non è che visti i video come San Paolo folgorato che cade da cavallo sono passato a far la spesa coi barattoloni di vetro! :lol: Però ad esempio ho comprato uno shampoo solido, a saponetta. In teoria dura 3 mesi, facendo una doccia al giorno. Ne sono già passati 2 e sembra nuovo :biggrin:
 
D

Derrick

Guest
Sono d'accordo con giangi4 che il problema sono i materiali poliaccoppiati. Va benissimo il riuso (ad es. del vetro) ma è da vedere quanto sia più ecologico. Io bevo acqua "minerale" in bottiglie di vetro, che molto borghesemente mi faccio consegnare a casa dal camion che fa il giro delle consegne. Il vetro pesa. Tutto 'sto vetro che va avanti e indietro è più o meno ecologico della bottiglia di plastica che, se correttamente smaltita, è pur sempre materia prima per il pile che ci ripara dal freddo in montagna? (Infatti io lo faccio per una questione diversa, ma non per l'ecologia).

Tutta la birra che viene venduta in bottiglie di vetro che qualche pezzo di m. si diverte a lasciare per strada, sul marciapiede, non fa più danno (dal punto di vista sociale) che se la birra venisse in ipotesi venduta in bottiglie di PET?

Sui materiali poliaccoppiati: prendiamo le buste dei biscotti, una sorta di tetrapak di carta, plastica e alluminio. Alcune istruzioni dicono di riciclare con la carta e altre di riciclare con la plastica, ma comunque "seguendo le indicazioni del proprio comune", che naturalmente sono ignote, anche perché il proprio comune (è il caso di Roma) tratta i propri cittadini come cerebrolesi e non pubblica neanche le istruzioni sui materiali (le istruzioni fanno uso di categorie come "i flaconi dell'ammorbidente" e "i cartoni del latte"). Così non si va lontano. Le confezioni del caffè (plastica con sfoglia di alluminio dentro) e molte altre sono composite (indicate come C/qualcosa, mi pare) e non sono facilmente - o intuitivamente - riciclabili. Dove vada riciclato il Tetrapak per me rimane un mistero.

La crociata (per certi versi giusta) contro le buste di plastica ha portato alle buste di "plastica biodegradabile" (che non sono compostabili). Il risultato è che queste buste si frangono in minuscoli frammenti di plastica che rimangono nell'ambiente... stiamo creando le "polveri sottili" di plastica. Inoltre vengono smaltite nella plastica ma, contenendo queste sostanze che le "degradano", in realtà non fanno un servizio utile anzi credo facciano danno. Andrebbero smaltite nell'indifferenziata.

Le capsule del caffè, di plastica, con l'organico dentro, vanno vietate. Tutto il "non riciclabile" va vietato. Il riciclabile va incoraggiato. La bottiglia di plastica per me va bene, e il barattolo di latta pure. Tutta roba che si ricicla bene.

Altra reazione alle buste di plastica: le buste di carta usa e getta, quelle sì consumistiche, come qualsiasi cosa che, di fatto, è monouso.

Tendenzialmente sono sospettoso di tutte le cose che mirano allo "zero". Zero proteine animali, zero imballaggi, zero consumi elettrici ecc. Se vai a scavare, mirare al 60, 70% di riduzione di qualche problema è già un risultato enorme, e puntare al 100% del risultato capita che produca, invece, un risultato contrario (come sarebbe, ad es. imballare tutte le merci liquide nel vetro ed aumentare i costi di trasporto di tutte le nostre merci).

Uso fazzoletti di cotone, mi lavo poco (!) e uso sapone solo se/dove serve, dopo l'escursione dò solo una sciacquata ai capi (programma in lavatrice senza sapone). Il punto secondo me non è l'imballaggio dello sciampo, è liberarsi dalla logica dello sciampo (shampo, shampoo, mavaacaghèr). Dare al gatto e al cane gli avanzi di cucina non il cibo per cani nell'imballaggio ecologico. Meno deodorante e più fortore :) Meno consumi indotti da falsi bisogni indotti.
 
Ultima modifica di un moderatore:
il tetrapak viene consegnato ad aziende specializzate, quindi basta rispettare le norme del comune, penserà lui a dividerlo e consegnarlo.
Derrick, perché compri l'acqua? hai problemi con quella di acquedotto?
 
D

Derrick

Guest
il tetrapak viene consegnato ad aziende specializzate, quindi basta rispettare le norme del comune, penserà lui a dividerlo e consegnarlo.
Derrick, perché compri l'acqua? hai problemi con quella di acquedotto?

Per evitare di bere cloro.
Uso l'acqua di rubinetto per cucinare e per bollire l'acqua per tè, caffè e infusi vari.
Se la devo bere fredda, bevo quella in bottiglia.
Il cloro non fa bene, è un disinfettante. Il cloro è in costante aumento negli acquedotti di tutto il mondo occidentale, perché, lentamente, i microorganismi diventano meno sensibili al cloro e quindi bisogna aumentare la quantità di cloro per contenerli.
D'estate, a Roma, quando tiri lo sciacquone senti la tipica puzza di piscina.
Io non voglio bere acqua di piscina...
Sono convinto che questo continuo ingerire disinfettante, tutti i giorni della nostra vita, non ci fa bene. Sostituire l'acqua di rubinetto con l'acqua in bottiglia è cosa che costa relativamente poco. L'acqua di bottiglia sarà sempre molte volte migliore, dal punto di vista batteriologico, del sapore e della salute, di quella di acquedotto che ha fatto chilometri per arrivare a casa mia, in condutture di cui non oso immaginare l'interno, compensando il tutto col disinfettare l'acqua rendendola, oltre che poco sana, anche puzzolente.

La gente come la Gabanelli ha un bel dire che costa 1 milionesimo di quella in bottiglia, semplicemente non c'è paragone. Berreste vino, o birra, trasportato da chilometri di acquedotto, e clorato?

Anche qui, bisogna evitare le seghe mentali. Il cloro evapora con la bollitura, e i batteri (sicuramente presenti in misura maggiore nell'acqua clorata che nell'acqua in bottiglia) muoiono comunque con la bollitura. C'è gente che, per evitare il cloro, cuoce la pasta nell'acqua minerale. E' troppo costoso e troppo senza senso. Sono per il buon senso in tutte le cose. Pagare 1 per ottenere 10, non pagare 10 per ottenere 1.

In montagna riempio la borraccia con acqua clorata, di acquedotto, perché in quel caso preferisco che un po' di disinfettante nella borraccia vi sia (vista la proliferazione batterica con il caldo, e/o la necessità di evitare la formazione di muffe nella borraccia).
 
che sappia io il cloro evapora anche senza bollitura, basta mettere l'acqua in frigo...
detto questo come fai a fidarti di una bottiglia di plastica che magari è stata giorni sotto il sole o al caldo?
quando abitavo nelle Marche l'acqua era buonissima...
 
Alto Basso