Ora c’è anche il suggello tecnico: l’ultima circolare del ministero dell’Interno, con le indicazioni a prefetti e questori sul da farsi, circolare esplicativa per il Dpcm del 14 gennaio, stabilisce che gli italiani possono andare nelle seconde case, anche fuori regione, senza rischiare multe.
Il linguaggio è criptico, perché una circolare del genere non è indirizzata al grande pubblico, ma il senso è questo. Ci sono infatti le limitazioni di spostamento tra regioni (anche tra Comuni quando la Regione sia in zona arancione, ancor più stringenti se in zona rossa), ma «con la consueta eccezione di quelli motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute, nonché dal rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione».
Ecco, la novità è nell’ultima parola. Quando il ministero dell’Interno dà l’indicazione alle forze di polizia di considerare lecito il viaggio verso una «abitazione» che non è quella di residenza o di domicilio, in sostanza sta autorizzando il viaggio verso la seconda casa. Anche fuori regione. Peraltro è quanto aveva preannunciato il sito del governo e si era capito, visto che nell’ultimo Dpcm non c’era più un divieto esplicito di recarsi nelle seconde case.
Mancava un’indicazione chiara alle forze di polizia. Ora c’è. E masticherà amaro l’ala più rigorista del governo che non ha gradito questa deroga. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, per dire, si è speso affinché venisse imposto un divieto di uscita dalla regione in ogni caso, giallo arancione o rosso che sia. E però a Palazzo Chigi la vedono diversamente. In tutta evidenza, le seconde case sono viste come una valvola di sfogo per molte tensioni. Sono il rifugio di molti che altrimenti resterebbero bloccati in città. Si è letto di quanti, tra piemontesi e lombardi, stanno lavorando in smart working dalla casa al mare in Liguria. Ma lo stesso discorso si può fare per chi ha la baita in montagna. Le seconde case, poi, rappresentano una boccata di ossigeno per l’economia di molti territori a vocazione turistica.
Via libera alle seconde case, allora. Ma senza creare problemi sanitari. Nella circolare ai prefetti si richiede massima attenzione ai controlli, ovvero «la più scrupolosa osservanza delle prescrizioni vigenti attraverso mirati servizi di controllo del territorio, soprattutto nelle aree urbane - specialmente quelle interessate da fenomeni di affollamento nelle ore serali e notturne - nei luoghi di transito e lungo le principali arterie stradali».