- Parchi della Valle d'Aosta
-
- Massiccio del Monte Rosa
Dati
Data: 03-04/07/2018
Regione e provincia: Valle d'Aosta
Località di partenza: Staffal
Località di arrivo: Staffal
Tempo di percorrenza: tanto
Chilometri: tanti
Grado di difficoltà: F+ (forse PD in queste condizioni)
Descrizione delle difficoltà: Pendii ripidi, misto su roccia ghiaccio, esposizione
Periodo consigliato: estate
Segnaletica: nessuna
Dislivello in salita: 1.350
Dislivello in discesa: 1.350
Quota massima: 4.563
Accesso stradale: Arrivati a Staffal parcheggiare la macchina davanti agli impianti.
Descrizione
La Zumstein è una cima sfuggente, avrei dovuto raggiungerla almeno un paio di volte senza fortuna, è giunto il momento di chiudere il conto, o forse no.
La caccia ai 4.000 continua, e dopo Parrot e Weissmies, non abbiamo nessuna intenzione di fermarci.
Organizziamo un bello squadrone: @giuliof, @eleutheria, @alexabis, @LaBionda ed io
Il meteo è un'incognita, facciamo un azzardo, speriamo vada tutto bene.
Il 3 mattina da bello, al pomeriggio temporali di neve e così per tutta la notte. Il 4 mattina dovrebbe essere bello, per poi peggiorare nel pomeriggio.
Day 1 - Salita al Balmenhorn
Partiamo presto l'idea è di occupare i posti al bivacco Giordano prima possibile. Arrivati a Staffal iniziamo a prepararci.
Il meteo sembra buona, prendiamo gli impianti e saliamo a Punta Indren.
Il cielo è velato, ma sembra discreto, c'è molta neve ovviamente.
Calziamo subito i ramponi, non senza difficoltà, l'infamone del @kima ha prestato dei ramponi al povero @alexabis, che è più facile risolvere il cubo di Rubik che chiuderli correttamente.
Indecisi tra il canalino e il tratto attrezzato, alla fine ci dirigiamo al tratto attrezzato.
Il rigelo è discreto. La buona notizia è che hanno messo i canaponi nuovi.
Ci togliamo i ramponi, ehm in realtà io li tengo per fare un po' di misto.
La neve ricopre ancora una parte del percorso e bisogna fare un traverso su neve.
Dopo si torna su roccia e corda e rapidamente si sale.
Dopo poco terminiamo il tratto attrezzato.
Ricalziamo i ramponi e riguadagniamo il ghiacciaio.
Si sale abbastanza agevolmente e il meteo tiene, non ci sono crepacci per adesso.
Troviamo l'unico crepaccio di giornata, per la verità abbastanza chiuso e con un solido ponte di neve.
Il meteo inizia a guastarsi, prima del previsto.
Finalmente sbuca il Balmenhorn, la nostra meta di giornata.
Continuiamo ad avanzare sperando di arrivare prima che il meteo peggiori. Spunta anche il Corno Nero.
Ormai siamo quasi arrivati e c'è anche una schiarita.
Però peggiora nuovamente e ci ritroviamo sotto una fitta nevicata/grandinata molto fastidiosa e dolorosa.
Saliamo rapidamente la ferratina e raggiungiamo il bivacco.
Arrivati dentro il bivacco la brutta sorpresa, il bivacco è già abitato, c'è un gruppo di 4 ungheresi, che scopriremo poco ospitali e un po' cafoni, hanno già invaso tutto il bivacco, ci lasciano un solo posto nelle brandine (in teoria 6 posti), e romperanno parecchio le palle.
Il pomeriggio il tempo migliora ma poi, nella sera peggiorerà con veri e propri temporali di neve con tuoni e fulmini , cadranno almeno 10-15 cm di neve nella notte. Le prospettive per il giorno successivo non sono le migliori.
Il bivacco sarebbe comodo e funzionale, c'è un fornello con due bombole di gas cariche. L'acqua si ottiene sciogliendo la neve, sono presenti cibo avanzato e stoviglie.
L'unica cosa veramente mortale è il bagno, io non sono neanche riuscito ad avvicinarmi.
Mandiamo @alexabis sopra con gli ungheresi, gli altri ci accampiamo su pavimento e panche, per fortuna ci sono coperte in abbondanza. Dormire a 4.200 metri è praticamente improponibile, ci svegliamo in continuazione, ma in qualche modo riposiamo.
Day 2 - Riusciremo a combinare qualcosa?
La sveglia è alle 3:30. Ci svegliamo prima degli ungheresi, facciamo colazione, ci prepariamo, ed usciamo.
è buio, ma c'è un chiarore diffuso, purtroppo contrariamente alle previsioni è tutto nuvoloso.
Fa parecchio freddo, molto freddo, ci dobbiamo mettere addosso tutto quello che abbiamo.
La neve della notte ha coperto le tracce, al momento si vede discretamente, ci dirigiamo verso il colle del Lys, che raggiungiamo, si intravedono le cime Gnifetti e Zumstein.
Qui succede il fattaccio, cala la nebbia.
Non si vede nulla, siamo in pieno whiteout, non si capisce se sali o se scendi, se vai a destra o sinistra è una sensazione angosciante, sono davanti e mi mostro sicuro per un turbare gli altri, ma sono preoccupato, vedo a malapena due metri davanti a me.
Avanziamo basandoci sulla traccia GPS e per fortuna pur non seguendola benissimo non ci scosteremo molto.
Siamo un po' demoralizzati, l'idea di abbandonare e tornare indietro è più che reale.
In più avanziamo molto lentamente. L'unica cosa che mi consola è che abbiamo ancora molto tempo a disposizione, per cui non c'è bisogno ne di affrettarsi ne di farsi prendere dalla frenesia.
Compiamo tutto l'ampio semicerchio dopo il colle del Lys al buio, poi succede qualcosa, sento delle voci, qualcuno sta scendendo.Un sollievo per entrambi, non procederemo più al buio avremo una traccia da seguire.
Rinfrancati procediamo e poi inizia anche ad aprirsi.
Fa molto freddo, qualcuno di noi è mezzo congelato.
Decidiamo di non andare subito alla Zumstein, ma fare tappa alla Capanna Margherita.
Ormai si è aperto è più o meno rapidamente siamo nei pressi della Capanna.
L'ultimo tratto è un traverso molto ripido e molto infido, ma lo superiamo.
Raggiungiamo la prima cima di giornata e che cima, la Signalkuppe (Punta Gnifetti) a 4.554 metri.
Ci infiliamo immediatamente nel rifugio dove possiamo riscaldarci.
Decidiamo di rimanere finché non si apre completamente e poi decidere il da farsi. Nel mentre arriva l'elicottero dei rifornimenti che atterra in uno spazio ristrettissimo
Ne approffittiamo, per fare colazione, i prezzi non sono economici, ma il personale è veramente gentile e disponibile, e le torte molto buone.
Il tempo migliora e noi recuperiamo un po' di temperatura, la traccia alla Zumstein non c'è e vista da vicino non sembra così facile come la descrivono, me decidiamo di tentare.
Non prima di avere fatto una foto di vetta.
Ci teniamo lontano dalle cornici, lungo il ercorso abbiamo anche visioni angeliche.
Ci avviciniamo seguendo la via che riteniamo più logica.
C'è un traverso con un po' di ghiaccio e discreta esposizione.
Passato questo saliamo dritto per dritto per raggiungere la cresta, siamo sui 35-40°.
La cresta ci permette di raggiungere le roccette.
L'abbondante neve rende le condizioni un po' insidiose, ma alla fine si può fare, saliamo.
Qualche passo di arrampicata su misto (max II) e finalmente siamo in vetta.
Qualcosa di veramente insperato un paio d'ore prima, finalmente la Zumstein (4.563 metri) è nel sacco, il conto è chiuso.
Vicino alla statua principale c'è ne è un'altra piccolina.
Da qui si vede l'imponente Dufour, che montagna, prima o poi...
I Lyskamm, anche questi sono in lista
La Parrot, celo
Ci godiamo il momento di grande soddisfazione, sfruttando la nostra traccia altri alpinisti salgono in vetta e dopo averci ringraziato ci scattano la foto di gruppo
Che belli, vabbé più o meno dai
Scendiamo, le operazioni di discesa sono più complesse del previsto e perdiamo un po' di tempo.
Ritornati al colle Sesia ci interroghiamo su cosa fare ancora, il tempo è ancora buono. Volevamo fare la traversata della Parrot, ma inizia a essere tardi ripieghiamo verso la Ludwigshohe.
Prima diamo un ultimo sguardo alla Capanna.
Adesso ci sono le tracce da seguire, la nostra è quella più alta, alla fine viste le condizioni non era neanche così sbagliata.
Passiamo sotto l'imponente seracco.
Passiamo il colle del Lys e ci dirigiamo verso la nostra meta.
Perché salire dalla normale , già perché?
Possiamo salire dalla nord, e allora saliamo dalla nord.
Saliamo dritti per dritti, questa l'ho già sentita, con pendenze fino a 40° la neve è buona, ma la fatica e l'altitudine iniziano a presentare il conto, ma lo saldiamo.
Sbuchiamo in cresta a pochi passi dalla cima.
Due passi e il terzo 4.000 di giornata è nel sacco. Ludwigshohe (4.344 metri)
Ci voltiamo indietro a vedere le prime cime salite oggi.
e l'immancabile Dufour
Davanti il Corno Nero, celo
Per oggi passiamo.
Ci dirigiamo al Balmenhorn a recuperare le cose che avevamo lasciato in bivacco per alleggerirci.
Dovrei salire solo io, ma le fanciulle , vogliono la foto con il Cristo delle vette, accontentate.
Davanti a noi la Piramide Vincent, ma per oggi passiamo anche questa.
Lentamente ci dirigiamo verso valle e raggiungiamo gli impianti.
Che dire, un azzardo ma che alla fine ha pagato tantissimo splendida giornata iniziata male, ma finita alla grandissima, sono queste le giornate per cui vado in montagna.
Ma la stagione non è ancora finita...
Alla prossima
Data: 03-04/07/2018
Regione e provincia: Valle d'Aosta
Località di partenza: Staffal
Località di arrivo: Staffal
Tempo di percorrenza: tanto
Chilometri: tanti
Grado di difficoltà: F+ (forse PD in queste condizioni)
Descrizione delle difficoltà: Pendii ripidi, misto su roccia ghiaccio, esposizione
Periodo consigliato: estate
Segnaletica: nessuna
Dislivello in salita: 1.350
Dislivello in discesa: 1.350
Quota massima: 4.563
Accesso stradale: Arrivati a Staffal parcheggiare la macchina davanti agli impianti.
Descrizione
La Zumstein è una cima sfuggente, avrei dovuto raggiungerla almeno un paio di volte senza fortuna, è giunto il momento di chiudere il conto, o forse no.
La caccia ai 4.000 continua, e dopo Parrot e Weissmies, non abbiamo nessuna intenzione di fermarci.
Organizziamo un bello squadrone: @giuliof, @eleutheria, @alexabis, @LaBionda ed io
Il meteo è un'incognita, facciamo un azzardo, speriamo vada tutto bene.
Il 3 mattina da bello, al pomeriggio temporali di neve e così per tutta la notte. Il 4 mattina dovrebbe essere bello, per poi peggiorare nel pomeriggio.
Day 1 - Salita al Balmenhorn
Partiamo presto l'idea è di occupare i posti al bivacco Giordano prima possibile. Arrivati a Staffal iniziamo a prepararci.
Il meteo sembra buona, prendiamo gli impianti e saliamo a Punta Indren.
Il cielo è velato, ma sembra discreto, c'è molta neve ovviamente.
Calziamo subito i ramponi, non senza difficoltà, l'infamone del @kima ha prestato dei ramponi al povero @alexabis, che è più facile risolvere il cubo di Rubik che chiuderli correttamente.
Indecisi tra il canalino e il tratto attrezzato, alla fine ci dirigiamo al tratto attrezzato.
Il rigelo è discreto. La buona notizia è che hanno messo i canaponi nuovi.
Ci togliamo i ramponi, ehm in realtà io li tengo per fare un po' di misto.
La neve ricopre ancora una parte del percorso e bisogna fare un traverso su neve.
Dopo si torna su roccia e corda e rapidamente si sale.
Dopo poco terminiamo il tratto attrezzato.
Ricalziamo i ramponi e riguadagniamo il ghiacciaio.
Si sale abbastanza agevolmente e il meteo tiene, non ci sono crepacci per adesso.
Troviamo l'unico crepaccio di giornata, per la verità abbastanza chiuso e con un solido ponte di neve.
Il meteo inizia a guastarsi, prima del previsto.
Finalmente sbuca il Balmenhorn, la nostra meta di giornata.
Continuiamo ad avanzare sperando di arrivare prima che il meteo peggiori. Spunta anche il Corno Nero.
Ormai siamo quasi arrivati e c'è anche una schiarita.
Però peggiora nuovamente e ci ritroviamo sotto una fitta nevicata/grandinata molto fastidiosa e dolorosa.
Saliamo rapidamente la ferratina e raggiungiamo il bivacco.
Arrivati dentro il bivacco la brutta sorpresa, il bivacco è già abitato, c'è un gruppo di 4 ungheresi, che scopriremo poco ospitali e un po' cafoni, hanno già invaso tutto il bivacco, ci lasciano un solo posto nelle brandine (in teoria 6 posti), e romperanno parecchio le palle.
Il pomeriggio il tempo migliora ma poi, nella sera peggiorerà con veri e propri temporali di neve con tuoni e fulmini , cadranno almeno 10-15 cm di neve nella notte. Le prospettive per il giorno successivo non sono le migliori.
Il bivacco sarebbe comodo e funzionale, c'è un fornello con due bombole di gas cariche. L'acqua si ottiene sciogliendo la neve, sono presenti cibo avanzato e stoviglie.
L'unica cosa veramente mortale è il bagno, io non sono neanche riuscito ad avvicinarmi.
Mandiamo @alexabis sopra con gli ungheresi, gli altri ci accampiamo su pavimento e panche, per fortuna ci sono coperte in abbondanza. Dormire a 4.200 metri è praticamente improponibile, ci svegliamo in continuazione, ma in qualche modo riposiamo.
Day 2 - Riusciremo a combinare qualcosa?
La sveglia è alle 3:30. Ci svegliamo prima degli ungheresi, facciamo colazione, ci prepariamo, ed usciamo.
è buio, ma c'è un chiarore diffuso, purtroppo contrariamente alle previsioni è tutto nuvoloso.
Fa parecchio freddo, molto freddo, ci dobbiamo mettere addosso tutto quello che abbiamo.
La neve della notte ha coperto le tracce, al momento si vede discretamente, ci dirigiamo verso il colle del Lys, che raggiungiamo, si intravedono le cime Gnifetti e Zumstein.
Qui succede il fattaccio, cala la nebbia.
Non si vede nulla, siamo in pieno whiteout, non si capisce se sali o se scendi, se vai a destra o sinistra è una sensazione angosciante, sono davanti e mi mostro sicuro per un turbare gli altri, ma sono preoccupato, vedo a malapena due metri davanti a me.
Avanziamo basandoci sulla traccia GPS e per fortuna pur non seguendola benissimo non ci scosteremo molto.
Siamo un po' demoralizzati, l'idea di abbandonare e tornare indietro è più che reale.
In più avanziamo molto lentamente. L'unica cosa che mi consola è che abbiamo ancora molto tempo a disposizione, per cui non c'è bisogno ne di affrettarsi ne di farsi prendere dalla frenesia.
Compiamo tutto l'ampio semicerchio dopo il colle del Lys al buio, poi succede qualcosa, sento delle voci, qualcuno sta scendendo.Un sollievo per entrambi, non procederemo più al buio avremo una traccia da seguire.
Rinfrancati procediamo e poi inizia anche ad aprirsi.
Fa molto freddo, qualcuno di noi è mezzo congelato.
Decidiamo di non andare subito alla Zumstein, ma fare tappa alla Capanna Margherita.
Ormai si è aperto è più o meno rapidamente siamo nei pressi della Capanna.
L'ultimo tratto è un traverso molto ripido e molto infido, ma lo superiamo.
Raggiungiamo la prima cima di giornata e che cima, la Signalkuppe (Punta Gnifetti) a 4.554 metri.
Ci infiliamo immediatamente nel rifugio dove possiamo riscaldarci.
Decidiamo di rimanere finché non si apre completamente e poi decidere il da farsi. Nel mentre arriva l'elicottero dei rifornimenti che atterra in uno spazio ristrettissimo
Ne approffittiamo, per fare colazione, i prezzi non sono economici, ma il personale è veramente gentile e disponibile, e le torte molto buone.
Il tempo migliora e noi recuperiamo un po' di temperatura, la traccia alla Zumstein non c'è e vista da vicino non sembra così facile come la descrivono, me decidiamo di tentare.
Non prima di avere fatto una foto di vetta.
Ci teniamo lontano dalle cornici, lungo il ercorso abbiamo anche visioni angeliche.
Ci avviciniamo seguendo la via che riteniamo più logica.
C'è un traverso con un po' di ghiaccio e discreta esposizione.
Passato questo saliamo dritto per dritto per raggiungere la cresta, siamo sui 35-40°.
La cresta ci permette di raggiungere le roccette.
L'abbondante neve rende le condizioni un po' insidiose, ma alla fine si può fare, saliamo.
Qualche passo di arrampicata su misto (max II) e finalmente siamo in vetta.
Qualcosa di veramente insperato un paio d'ore prima, finalmente la Zumstein (4.563 metri) è nel sacco, il conto è chiuso.
Vicino alla statua principale c'è ne è un'altra piccolina.
Da qui si vede l'imponente Dufour, che montagna, prima o poi...
I Lyskamm, anche questi sono in lista
La Parrot, celo
Ci godiamo il momento di grande soddisfazione, sfruttando la nostra traccia altri alpinisti salgono in vetta e dopo averci ringraziato ci scattano la foto di gruppo
Che belli, vabbé più o meno dai
Scendiamo, le operazioni di discesa sono più complesse del previsto e perdiamo un po' di tempo.
Ritornati al colle Sesia ci interroghiamo su cosa fare ancora, il tempo è ancora buono. Volevamo fare la traversata della Parrot, ma inizia a essere tardi ripieghiamo verso la Ludwigshohe.
Prima diamo un ultimo sguardo alla Capanna.
Adesso ci sono le tracce da seguire, la nostra è quella più alta, alla fine viste le condizioni non era neanche così sbagliata.
Passiamo sotto l'imponente seracco.
Passiamo il colle del Lys e ci dirigiamo verso la nostra meta.
Perché salire dalla normale , già perché?
Possiamo salire dalla nord, e allora saliamo dalla nord.
Saliamo dritti per dritti, questa l'ho già sentita, con pendenze fino a 40° la neve è buona, ma la fatica e l'altitudine iniziano a presentare il conto, ma lo saldiamo.
Sbuchiamo in cresta a pochi passi dalla cima.
Due passi e il terzo 4.000 di giornata è nel sacco. Ludwigshohe (4.344 metri)
Ci voltiamo indietro a vedere le prime cime salite oggi.
e l'immancabile Dufour
Davanti il Corno Nero, celo
Per oggi passiamo.
Ci dirigiamo al Balmenhorn a recuperare le cose che avevamo lasciato in bivacco per alleggerirci.
Dovrei salire solo io, ma le fanciulle , vogliono la foto con il Cristo delle vette, accontentate.
Davanti a noi la Piramide Vincent, ma per oggi passiamo anche questa.
Lentamente ci dirigiamo verso valle e raggiungiamo gli impianti.
Che dire, un azzardo ma che alla fine ha pagato tantissimo splendida giornata iniziata male, ma finita alla grandissima, sono queste le giornate per cui vado in montagna.
Ma la stagione non è ancora finita...
Alla prossima