Un giro con la famiglia a Montemonaco mi ha offerto un assaggio della selva sul versante est del Vettore e decido di esplorarlo, guardo sulla mappa un buon punto di partenza (che riconosco in Vallegrascia) e, appena mi è possibile, parto decidendo sul momento il "da farsi".
M'incammino in tarda mattinata sotto un a fitta pioggerella lungo la carrareccia che risale il Fosso della Rita. Quasi subito abbandono la via e m'inoltro nella vegetazione e, visto che non accennava a smettere e che ho trovato un bel terrazzo, monto il tarp e inganno il tempo provando ad accendere il fuoco.
Impegno il mio fedele coltello da cucina in un intenso batoning, scortecciamento e "fire sticking" e alla fine, con l'aiuto di una candela, accendo il fuoco. Cucino un paio di porzioni di riso visto che non so se avrò la possibilità di accendere un altro fuoco e, quando allenta un pochino, mi rimetto in marcia.
La giornata uggiosa non permette una buona visuale e così dopo non molto mi riaccampo, questa volta per la notte.
La mattina dopo non piove e mi dirigo verso il M.Oialona che ribettezzo Maialona, raggiungo il torrente dove mi rifornisco d'acqua e radici di bardana (arctium lappa) e risalgo fuori traccia la sponda che mi accompagnerà alla cresta Nord dell'Oialona, e qui per poco non calpesto un grosso rospo che pareva meno turbato di me dall'incontro.
Sulla cresta trovo un sentiero che mi guiderà fin quasi sulla cima che troverò (al contrario dell'opinione della cartina) molto boscosa ma affascinante in quel clima spettrale. Finisco il riso del giorno prima e decido di ridiscendere dall'altro versante della cresta appena percorsa.
Andando "a braccio" m'imbatto nel corso di un ruscello "secco" che mi obbliga a "rampinarmi" e a due calate attrezzate da 10mt (la corda e bastata giusta), ma dopo diventa più agibile.
Raggiunta la sterrata che mi avrebbe riportato a Vallegrascia mi fermo e riaccendo il fuoco (stesso iter del giorno precedente) cucinando le radici, quindi imbocco la strada e mi faccio portare alla civiltà.
