Africa pericolosa

Nella mia vita ho rischiato due volte di morire, questa è la volta più recente...

Ecco il racconto di un fatto gravissimo e per me traumatico che si è svolto nello Swaziland durante un viaggio in Sudafrica tra dicembre 2005 e gennaio 2006.
Questo “racconto” è preso rimaneggiando la mia denuncia inviata all’agenzia di viaggi e quindi, nella forma, a volte, potrebbe sembrare strano...

Stavamo effettuando un viaggio semiorganizzato nel Sud Africa. Ad un certo punto del viaggio, dobbiamo passare dal Sudafrica allo Swaziland e dobbiamo passare la notte in un dormitorio comune.
Pare però, che due ragazze del nostro gruppo abbiano problemi riguardo a questa soluzione e quindi, dopo una discussione alla quale, tra l'altro, non sono stato chiamato a partecipare, la capogruppo decide di pernottare in albergo.
Arrivati quindi al paese di Manzini, ci fermiamo davanti all'albergo. Tutto intorno, nelle vicinanze, noto persone che osservano le nostre mosse con curiosità, secondo me, molto intenzionale.
La capogruppo non ha la mia sensazione spiacevole di pericolo e così portiamo i bagagli nelle camere e cerchiamo di accordarci per la cena.
La signora (asiatica) dell'albergo ci sconsiglia di andare fuori a quell'ora (è tarda serata) ed in particolare al ristorante "Mozambique": addirittura per due volte - ricordo molto bene la sua insistenza - "don't go there, is a risky point".
Ma la capogruppo ed un'altra ragazza, credendo che la donna voglia farci mangiare semplicemente nel suo albergo, decidono di andare fuori, anche contro il parere mio e di altri.
Mi offro, a questo punto, di accompagnare la capogruppo per un giro di ispezione: con me ho un coltello ed uno spray antiaggressione...e so guidare bene anche in condizioni di emergenza.
Gli altri componenti del gruppo restano in albergo.
Prima di avviarci faccio mentalmente lo schema delle strade di Manzini: due strade parallele a senso unico, noi da un lato di questa direttrice ed il famigerato Mozambique dal lato opposto.
La capogruppo non si fida del mio senso di orientamento e decide di guardare la carta durante il tragitto: comunque, dopo qualche errore di lettura della mappa, arriviamo davanti ad un ristorante che scopriamo essere proprio il "Mozambique".
A questo punto insisto perchè la capogruppo scenda dall'auto con me dopo aver parcheggiato ma lei preferisce scendere direttamente portando lo zaino con sè: è buio ed il locale sembra chiuso.
Da notare che lo zaino conteneva TUTTO, ossia:
- documenti
- biglietti
- soldi, anche comuni
- carta di credito e bancomat
- macchina digitale e analogica professionale con relativi supporti di memoria
- diario di viaggio ed itinerari da percorrere
- biglietti aerei di ritorno
- contanti
- cellulare
- altro?Forse...

Di fatto, quando mi reco a parcheggiare, non so perchè (visione di sfuggita? urla?) mi giro e vedo tre “negretti” che corrono verso la capogruppo e che fanno per prenderle lo zaino. Lei grida, si agita e resiste all'aggressione.
Li' per li' non so proprio cosa fare: in vita mia non ho mai visto una aggressione cosi' efferata. Rimango inebetito un attimo ma poi tento di fare retromarcia. Un paio di volte mi si spenge il motore perchè nella foga del momento, metto la quarta anzichè la retromarcia (oltretutto con la mano sinistra vista la guida anglosassone).
Nel frattempo vedo nella zuffa (tipo "zuffa tra gatti" dei fumetti) un qualcosa di "luminoso" che capisco poi, essere il chiarore di una lama: la stanno accoltellando. Lei continua a strillare e benchè quasi senza maglietta (strappata dagli aggressori) continua a non voler lasciare la borsa.
Riesco a fare una retrormarcia e quando arrivo da lei, l'aggressione è già finita: lei ha perso tutto ed in compenso ha guadagnato delle ferite da taglio.
Non so in che maniera ma riesco a tornare in albergo velocemente senza sbagliare strada (!).
La prima cosa che fa la capogruppo è cercare di telefonare per bloccare la carta di credito.
La prima cosa che faccio io è chiedere alla signora dell'albergo un kit di primo soccorso che non ha.
Vado a prendere il mio kit personale e fatico non poco per convincere la capogruppo a farsi medicare.
I telefoni cellulari registrano campo ma il roaming non funziona.
Anche le linee fisse hanno problemi e solo dopo molto tempo, la signora dell'albergo riesce a farci inviare due polizotti.
I poliziotti semplicemente registrano l'accaduto e ci forniscono un lasciapassare per l'uscita dallo Swaziland...peccato che quel piccolo stato sia completamente circondato dal Sudafrica!!!
Le ferite non sono profonde ed io le medico con una siringa senza ago riempita di Betadine che faccio penetrare all'interno della ferita (mi dirà lei stessa, poi, che questo le ha salvato, se non la vita, sicuramente da una grave infezione). Un paio di giorni dopo, risulterà all'ospedale, che quelle ferite erano lacero contuse per via della lama poco affilata e comunque con un principio di infezione (dovuto alla sporcizia sulla lama).
A quel punto, sistemate le emergenze immediate, il giorno dopo decidiamo di allontanarci dallo Swaziland (nessuno aveva più voglia di rimanere).
Ma non è finita qui! Prima di allontanarci, la capogruppo ed altre ragazze, decidono di tornare nel posto dell'aggressione per verificare alla luce del sole, che, magari, lo zaino con i documenti, non sia rimasto li'. A malincuore, sono costretto dalla maggioranza ad acconsentire (e poi, come potrei dire di no alla "povera" capogruppo?).
Stavolta guida lei il furgone e torniamo nella zona dove ovviamente, dello zainetto non è rimasto neanche l'odore...
Purtroppo, complice la scarsa capacità di guida della capogruppo, ci incastriamo in un mercato all'aperto dove lei entra tramite una via a senso unico e poi cerca di tornare indietro (!). Ma arrivano ovviamente altre auto.
La situazione si fa pesante: ci sono tutti neri intorno a noi ed iniziano a battere sui vetri...
Oltretutto, per la paura, le altre due macchine della nostra carovana si mettono a pochi centimetri l'una dall'altra, limitando di fatto, le manovre di tutti: siamo intrappolati! Io penso che, alle brutte, apro la portiera ed inizio a correre!
Però, forse, la mia paura è eccessiva e dopo un bel dafare, riusciamo ad uscire da quell'incastro...
Sembra fatta ma, alla frontiera bloccano la capogruppo nella "terra di nessuno". Le manca il passaporto italiano per l'entrata in Sudafrica.
A quel punto, la scelta è stata inevitabile: il gruppo, guidato da me, neopromosso capogruppo ha proseguito verso il Krueger in una sorta di innaturale quanto efficace autogestione.
La capogruppo con l'altro ragazzo, hanno invece proseguito verso la capitale Mbabane cercando di farsi fare un passaporto provvisorio dal Console Onorario.
Il viaggio non è stato turbato più di tanto nella sostanza ma questo ha lasciato nella mia memoria una immagine terribile seconda solo ad un mio lancio sfortunato con il paracadute molti anni fa...

Per i “colleghi” di Avventurosamente devo indicare con disappunto che ci sono stati TANTI errori:

1) I cambiamenti nel programma vanno decisi tra tutti ed anche i meno "irruenti" nelle discussioni, tutti devono essere consapevoli delle nuove decisioni. Mi rendo conto che è facile accontentare (pagando poco di più) un paio di ragazze schizzinose, ma questo snatura lo spirito del viaggio. Questo problema lo vedo sempre più presente nei viaggi di questa agenzia di viaggi e suggerisco caldamente, di scriverne a riguardo nel foglio pubblicitario. In particolare, ritengo che saremmo stati molto più sicuri a mangiare e dormire in un dormitorio in mezzo a tanti ragazzi "occidentali" piuttosto che rischiare in una situazione a mio avviso, esplicitamente pericolosa.

2) in caso di aggressione, a che serve resistere? Una donna cinquantenne contro tre ragazzi neri disperati e con niente da perdere. Per di più armati? In un posto dove loro sono nati? Magari con altri colleghi nascosti nel buio a pochi metri?
Anche altre guide per viaggiatori suggeriscono di lasciare loro il "bottino" accennando, magari, un sorriso per calmare eventuali velleità aggressive. In quelle condizioni, si ha solo da perdere.
Io stesso, sarei potuto scendere dal mezzo, brandendo il coltello che avevo e magari tirando anche una soffiata di gas al peperoncino. Ma, io non sono un combattente di strada, anzi...in più ho tutto da perdere.
Magari, un' aggressione (da parte di un uomo oltretutto) li avrebbe eccitati od impauriti di più con conseguenze anche tragiche (una coltellata in un occhio ad es. ed avrei pianto quell'azione "ardita" per tutta la vita). E se poi avessi (com'era probabile) perso? Entrambi saremmo stati accoltellati e magari, a quel punto, ci avrebbero preso anche il pullmino. E come saremmo tornati all'albergo feriti e sanguinanti (se non moribondi)?
In quel momento mi è venuto in mente quello che mi hanno insegnato in Croce Rossa durante il corso di primo soccorso: autoprotezione innanzitutto! Anche se è triste ammetterlo, sarei comunque dovuto rimanere al sicuro del pullmino aspettando la fine del loro sporco lavoro (del resto volevano solo lo zainetto). Solo in questa maniera, potevo garantire il sicuro ritorno in albergo della (unica!) persona accoltellata.

3) occorre avere un backup di documenti, soldi, carte... Magari la parte più importante è da tenere sotto la cintola, nei "marsupi nascosti". Altri documenti vanno fotocopiati e tenuti nelle valigie. Questa semplice regola è stata completamente disattesa. La cosa più grave è che la persona in questione è un capogruppo che dichiara "grande" esperienza e che vanta "un paio di mesi passati in India da sola...".

Ho scritto queste righe perchè voglio che questa esperienza non rimanga soltanto un personale e triste ricordo ma serva da lezione indiretta al maggior numero di persone possibili: ai partecipanti per capire cosa può sempre accadere ed ai capigruppo perchè frenino le innumerevoli richieste di "eccessive comodità " che possono però celare degli altri effetti collaterali.

Ecco una foto che mi ritrae nel mentre, due giorni dopo, curo ancora le ferite della "disgraziata" (quelle più gravi non si vedono, sono dietro la schiena)

2zzu7vm.jpg
 
Per fortuna alla fine vie è andata "quasi"bene...

Ma è la mia impressione o questa foto l'ho già vista?
 
la foto, mi rappresenta ed è stata scattata con la mia macchinetta digitale.
Non ricordo se qualcun altro abbia fatto foto poi ...rivendute ma penso di no.
Nè la tizia nè io siamo un bello spettacolo :lol:

Ciao
 
... e pensare che era la Capogruppo che "doveva" garantire la tua incolumità ! :cry:
Senza il minimo accenno razzista, posso dire che in certi paesi, purtroppo, ci si può andare solamente con viaggi "sigillati"... credo che ti sia andata di lusso... hai fatto bene a NON intervenire, il concetto di auto-protezione è duro da affrontare, ma è inutile il sacrificio comune, rispetto alla salvaguardi dell'altra persona che ti accompagnava ed all'efficienza dei soccorsi successivi!

Una sola curiosità... ma la Capogruppo, non c'era mai stata in quel paese? ... :eek:
 
la capogruppo

Premetto che io sono stato molto "colpito" da questa vicenda.
Quindi la mia impressione, anche della capogruppo può essere fuorviata da questo evento.
Senonchè....la responsabile del gruppo non era mai stata in Sudafrica ma è una "veterana" di viaggi in zone...poco civilizzate.
Questa tizia di mezza età vive in una città siciliana di quelle un pò...pericolose a tratti.
Lei si vanta di questa provenienza ma...curiosamente non si è accorta delle "sentinelle". Me ne sono accorto io che sono di Roma...
Lei vanta anche due (o tre) mesi passati in India da sola anni fa...
E' anche una veterana delle zone desertiche passate con la sua "mitica" Land Rover.
Ciononstante, secondo me:
1) non sapeva guidare, noi avevamo un furgoncino carico che lei non sapeva guidare in termini di dosaggio di acceleratore e marce oltre che scaltrezza di guida (in questo, Roma ti forma un pò).
2) ha disatteso le regole di sicurezza più basilari
3) ha messo in pericolo la sua vita ed anche la mia...oltre che la sicurezza del resto del gruppo.

Mi fermo qui, forse sono eccessivo.
Per spezzare una lancia a suo favore posso dire che in generale è una ottima persona ma...in situazioni estreme, secondo me deve avere un altro comportamento.

Comunque, in generale ho scritto questo post per avere anche le vostre impressioni su quello che ho fatto.
Dentro di me ho sempre il rimorso di non aver fatto in tempo per scendere dall'auto anche se non sono per niente sicuro che l'avrei fatto.
Manitu, tu mi hai confermato la giustezza delle mie (estreme) azioni.
Gli altri che dicono a riguardo?
 
... il comune senso del "soccorso" porta istintivamente a "scoprirsi" e lasciare aperte le possibilità di nuocere all'aggressore.
Saper resistere all'istinto a favore di una lucida analisi del daffarsi è importante.
Oltretutto è una tecnica ben conosciuta a chi ha partecipato a missioni estere, quella di veder colpire il più debole, oltretutto meno attento, per far scoprire il più forte, solitamente più guardingo e preparato!
Come ho detto all'inizio, il comune senso di soccorso, spesso è un boomerang... magari tu scendevi ed appostato c'era un altro gruppo che ti portava via il furgoncino, passeggero compreso!

Una cosa che posso dirti è che io avrei alzato i toni sulla decisione di uscire dal previsto itinerario... non avrei concesso nessuna deroga a quanto stabilito in principio, a costo di impossessarmi delle chiavi del mezzo ed utilizzare i "braccini" come battipanni! ;)
 
Re: la capogruppo

iacco ha scritto:
Senonchè....la responsabile del gruppo non era mai stata in Sudafrica ma è una "veterana" di viaggi in zone...poco civilizzate.

Esperta...?

E tutto riunito nello zaino aveva:
- documenti
- biglietti
- soldi, anche comuni
- carta di credito e bancomat
- macchina digitale e analogica professionale con relativi supporti di memoria
- diario di viaggio ed itinerari da percorrere
- biglietti aerei di ritorno
- contanti
- cellulare
- altro?Forse...

:eek: :eek: :eek:

Io nemmeno quando viaggio in treno in Italia metto così tante cose "vitali" nello stesso contenitore... figurati all'estero e, ancor di più, in un Paese povero.

Di fronte ad episodi del genere rimango veramente senza parole... mi salta alla mente cosa dice in Full Metal Jacket il sergente Hartman a Palla di Lardo quando quest'ultimo lascia il lucchetto della sua cassetta personale aperto: "Sono le teste di ##zzo come te che incrementano al mondo la razza dei ladri." :roll:

Comunque anche secondo me hai fatto la cosa migliore.

La paura che personalmente ho di queste situazioni è che non so quale potrebbe essere la mia reazione se al posto della capogruppo ci fosse una persona cara...
 
Re: la capogruppo

stanley ha scritto:
... se al posto della capogruppo ci fosse una persona cara...

...è la classica situazione di "ricattabilità"... cioè essere nella condizione di non scegliere liberamente ed in modo "accademico" ma doversi buttare nella mischia per tentare il tutto per tutto!

La condizione si può riversare anche nell'operatività nelle squadre miste, dove il "maschietto" si sente in dovere di dare protezione alla "collega" ... è naturale e "fisiologico" ma contrario al codice della sopravvivenza dei grandi numeri !
 
Re: la capogruppo

stanley ha scritto:
La paura che personalmente ho di queste situazioni è che non so quale potrebbe essere la mia reazione se al posto della capogruppo ci fosse una persona cara...

esatto...
 
il dubbio

Si fa presto a dire avventura, sopravvivenza, a riempirsi di gadget piu' o meno utili, a "sfidare" una notte all'addiaccio.
Peggio e' quando il contesto ti porta a delle scelte estreme che ti possono condizionare (anche psicologicamente) il resto della vita.
Allora non si scherza piu'...
Nello specifico, anche ad aver avuto la capacita' tecnica di difendersi, ma bastava poco e con una coltellata in un occhio (ad es.) avrei perso la vista per tutta la vita.
Oppure, abbandonato il furgoncino, me lo avrebbero subito preso...e chi ci tornava dall'altra parte del paese, in Africa, di notte, magari ferito, magari con l'altra persona agonizzante...

Decisamente non auguro questa condizione a nessuno...
 
... è proprio questo il punto, puoi avere tutte le attrezzature e le buone intenzioni di questo mondo, ma se ti esponi, o come nel tuo caso ti espongono gli altri, malamente ad un rischio, vanifichi tutto !
 
Re: la capogruppo

stanley ha scritto:
Io nemmeno quando viaggio in treno in Italia metto così tante cose "vitali" nello stesso contenitore... figurati all'estero e, ancor di più, in un Paese povero.

Non mi voglio vantare ma penso che io con "voi" di avventurosamente, in termini percentuali siamo "mosche bianche".
Ho riscontrato una serieta' simile alla nostra preparazione (non solo di materiali ma anche di procedure e mentale) solo in UK od USA (e solo in certi "ambienti").

La persona in questione, fa parte, di quella categoria di persone cresciute nell'ambito outdoor in maniera molto "hippy" senza gran comodita' e senza tanta preparazione tecnica.
Molta esperienza e poca cultura specializzata.
Sinceramente penso che quella gente impari quasi solo per esperienza fatta e non per ragionamenti, confronti, studi quasi..."tecnologici".
Un caso simile riguarda un mio carissimo amico ultrasessantenne che e' una guida del CAI di Roma.
Persona educatissima, fisicamente fortissimo, se conosce un sentiero te lo fa percorrere in lungo ed in largo e nella sua memoria ci sono migliaia di percorsi in Italia...
Ma, non chiedetegli se stima l'acqua da portare con se', non chiedetegli se ha del materiale minimo di sopravvivenza (a volte nemmeno un poncho, giusto un k-way)...
In casi di escursioni in coppia (quando sa che con me puo' "esagerare") spesso e volentieri ha sballato di moltissimo le stime.
L'ultimo esempio e' sui Monti Lucretili tre settimane fa quando, andando al "Conventillo" sul Monte Morra, ha sottostimato il tempo e si e' infradiciato completamente avendo solo un k-way con se'.
Ha sottostimato il percorso e da un'escursione di una mattina (con pranzo a Roma) ci siamo ritrovati in serata a tornare al parcheggio!

Qualche mese fa, lungo un percorso di 11 Km intorno al Monte Pellecchia, volendo fare un ritorno "un po' piu' lungo, di mezz'oretta al massimo" ci ha fatto fare ben 9km in piu'! E questo perche' non si e' preso la briga di vedere la cartina (che avevo solo io) e di controllare con la cordicella il chilometraggio aggiuntivo (tanto non avrebbe avuto neanche la cordicella e quindi non ci sarebbe riuscito).
Un escursionista "old style"...


Beh, sto andando un po' OT...sara' l'ora...

Saluti
 
Secondo me, hai agito in maniera giusta. In quei paesi c'è fame, e per pochi spiccioli avrebbero anche potuto ammazzarvi... e la polizia non avrebbe neanche proseguito con le indagini, per due stranieri feriti (o morti) non si sarebbero sporcati le mani...

Se rovesciamo la situazione, ponendo che tu fossi intervenuto ed abbia neutralizzato gli aggressori, saresti finito in un mare di merda...

In quei casi, conviene lasciarli fare, meglio farsi portare via la roba piuttosto che restare feriti. (E magari sparargli 4 colpi nella schiena mentre stanno scappando, se c'è la possibilità...) Penso che quando spunta una lama non ci siano altre alternative. Certo però che sono stati dei vigliacchi, hanno aggredito in 3 una donna e l'hanno pure accoltellata... meglio che non proseguo con i commenti, altrimenti sarei accusato di razzismo!

Più che altro, non riesco a capire come una "veterana" dei viaggi abbia fatto l'errore di tenere tutto il materiale vitale all'interno di un singolo zaino... la prima cosa che ti consigliano è proprio quella di separare, e magari nascondere, i documenti e i soldi.
 
sicuramente Iacco hai passato uno di quei momenti che non scorderai tanto facilmente, probabilmente non scorderai mai. concordo comunque con Manitu: la decisione di cambiare percorso era da contrastare con tutte le forze anche se mi rendo conto che trovandosi in una situazione in quel modo anche io avrei lasciato andare all'opzione di un albergo data l'insistenza delle ragazze...

per quanto riguarda il tuo amico guida del CAI ti posso solo dire che non dovrebbe più fare la guida del CAI, anche se bravissimo, fortissimo ecc ecc rimane una persona che DOVREBBE dare il buon esempio dell'andare in montagna cosa che sicuramente non fa visto la descrizione delle sue avventure outdoor.
 
spagnuz ha scritto:
e la polizia non avrebbe neanche proseguito con le indagini, per due stranieri feriti (o morti) non si sarebbero sporcati le mani...

A questo proposito, la polizia, chiamata dopo diverse difficoltà telefoniche (anche le linee di terra erano...fallate :( ) si sono semplicemente limitati a sentirci con un'aria commiserevole.
Hanno detto che da loro la situazione è difficile e non sapevano come rintracciare i "malviventi".
Non hanno neanche redatto un rapporto :eek: ma hanno preso un foglio formato A4 diviso in due con un accenno di prestampato sopra dove hanno annotato le generalità della persona per permettere l'espatrio dallo Swaziland.
Non si sono minimamente posti il dubbio che non sarebbero più entrati nel Sudafrica (che circonda completamente lo Swaziland) :?
 
Secondo me hai fatto tutto giusto tranne che per una cosa iniziale: dovevi controllare la capogruppo.

So che può sembrare un po' brutto e magari anche misogino, ma, se vedevi che quella non era in grado di controllare la situazione, dovevi prenderne tu il controllo, magari anche con le minacce..

Insomma, quando (per esempio) lei è voluta scendere di fronte al ristorante da sola, lì bastava semplicemente "obbligarla" ad aspettare (ci siamo capiti..)..

Per il resto avrei fatto anch'io così, salvo, però, se fosse stata una persona cara. Lì, sinceramente non so come avrei reagito. :ka:
 
wiqueen ha scritto:
dovevi controllare la capogruppo.

In comunità, è molto difficile fare questa cosa.
L'agenzia aveva inviato questa "veterana" ed il gruppo era formato da 11 donne e due soli uomini di cui uno completamente alieno a vacanze similari.
La capogruppo, godeva della stima delle "gentil" donzelle e nello specifico della decisione, avevano deciso praticamente tutte di andare a cercare il ristorante "alternativo".
Sono stato io che (come dice giustamente Manitu) ho preferito accompagnare la tizia con il pullmino mentre l'altro ragazzo avrebbe "badato" alle altre donne (tipo: cane pastore).
La vacanza era quasi all'inizio e sarebbe durata per altre due settimane. Ho avuto esperienze del genere viste con occhi altrui ed avrei rischiato di fare due settimane "tristi" con l'astio del resto dei partecipanti se avessi imposto la mia (unica) volontà. E vi assicuro che passare due settimane di "vacanza" con delle persone sconosciute e che per di più ti isolano non è per niente bello.
Oltretutto, io, a parte le "sentinelle" non avevo coscienza del grado di pericolosità del resto della zona: non ero mai stato in quelle situazioni e lì per lì ho pensato di star sopravvalutando il pericolo.

spagnuz ha scritto:
Più che altro, non riesco a capire come una "veterana" dei viaggi abbia fatto l'errore di tenere tutto il materiale vitale all'interno di un singolo zaino...

Un'altro grande errore che mi è anche dispiaciuto a livello personale è stato che, al momento di scendere dal pullmino, la capogruppo ha voluto portare con sè lo zainetto (benchè avesse dovuto solo fare una decina di metri) piuttosto che lasciarlo in auto (come le avevo suggerito), questo fa capire come lei fosse "malfidata" già come suo "default".
Senza zainetto sarebbe stata non "appetitosa" agli occhi dei negretti che cercavano "solo" denaro.

Aggiungo un'altra cosa, che rende l'idea del mio (e sicuramente vostro) modo di vedere le cose.
Alla partenza, da Città del Capo (aeroporto), la capogruppo prende due auto ed un pullmino. Lei si preoccupa di vedere (giustamente) i vari graffi sulla carrozzeria e la funzionalità delle frecce, clacson, luci freno ecc.
Solo solo io però che vado a controllare tra l'altro:
1) la presenza del cric e degli attrezzi per smontare la ruota
2) la presenza del triangolo
3) la presenza della ruota di scorta gonfia

risultato: ci sostituiscono un pullmino perchè la ruota di scorta è sgonfia ed il vano della ruota stessa non si riesce ad aprire (è incastrato). Pensate se avessimo forato nel bel mezzo del parco Krueger, magari in una zona poco battuta (e dove c'è più possibilità di forare le gomme ed incontrare animali).

Aggiungo ancora una nota curiosa e decisamente inaspettata:
una signora del nord Italia di mezza età ed una sua amica molto più giovane sempre del nord, nel momento in cui abbiamo sostituito il pullmino dicono: "ah, ecco, ci voleva un uomo per queste cose"
Io ci sono rimasto "strano" a sentire questa affermazione, formato da anni di femminismo romano...
(magari le ragazze del forum sapranno dire qualcosa a riguardo).
 
iacco ha scritto:
Ho scritto queste righe perchè voglio che questa esperienza non rimanga soltanto un personale e triste ricordo ma serva da lezione indiretta al maggior numero di persone possibili: ai partecipanti per capire cosa può sempre accadere ed ai capigruppo perchè frenino le innumerevoli richieste di "eccessive comodità " che possono però celare degli altri effetti collaterali.

Beh, caro iacco, intanto complimenti per il prezioso kit e la competenza nell'utilizzarlo. Penso che il capogruppo abbia un bel debito morale nei tuoi confronti.
Sul come tu abbia agito negli istanti piu' critici, non mi sento di esprimere giudizi perche' ritengo che solo chi c'e' in determinate situazioni, abbia cognizione per parlare. Comunque penso che in una situazione analoga, piu' o meno, avrei fatto lo stesso.
Uno dei problemi dei viaggi organizzati o "autogestiti con capogruppo" e' che non puoi scegliere i compagni di viaggio. In alcune situazioni limite, tipo quella che hai descritto, fattori umani e dinamiche di gruppo possono creare "cul de sac" pericolosi (due signore, di cui una e' capogruppo, decidono di andare ad ogni costo in un luogo sconsigliato e tu per sicurezza le accompagni).

Grazie per il racconto!
Nunatak
 
Sono un appassionato d'Africa e di viaggi.
Finito per caso su questo forum e su questo topic vi trovo affermazioni quantomeno discutibili, soprattutto per un sito che parla di avventure.
Non mi risulta che in certi posti si possa solo andare in viaggi blindati.
Vi sono posti in cui non si va a far turismo e basta, tipo l'attuale Iraq
, per il resto si viaggia eccome non blindati e vi assicuro con grande godimento.
Ho girato parecchio, anche in africa, anche con agenzie non blindate (sono la seconda scelta per quando non trovo nessun amico disponibile) e non mi sembra di aver fatto nulla di estremo o particolarmente pericoloso.
Non servono particolari doti fisiche, attitudini militari o tecniche di sopravvivenza.
Serve un minimo di spirito di adattamento, la comprensione del fatto che non siamo in Europa ed un minimo di attenzione a cosa si combina.
Il rischio di subire una rapina c'è, lo si mette conto e ci si comporta di conseguenza.
Se poi si ha paura dell'estero, del non conosciuto, di tutti quei negri, del cibo che non so cosa sia, allora siche deve cercare il viaggio blindato o il villaggio turistico.
Anche se non ho mai capito che differenza ci sia tra villaggio turistico in Puglia ed uno in Kenia.

Faccio un appunto anche all'autore del topic, più ad uso terzi che ad uso suo.
Posso capire che foste scossi dalla brutta esperienza ma è assolutamente normale che
in un mercato, un furgone di turisti bianchi venga accerchiato e che bussino ai finestrini.
Siete l'attrazione del giorno, vi vorranno salutare, chiedervi l'elemosina, o vendervi qualcosa.
E' tutto normale nulla di preoccuparsi, tranne che di un borseggio.
Siete nello Swaziland non in Soweto.

Lettere di richiesta rimborsi e di lamentele alla non sopracitata ma evidente agenzia ne ho scritte anch'io.

Saluti e buoni viaggi a tutti.
cotopaxi
 
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