Ho pensato che potrebbe interessare a qualcuno, date anche le recenti discussioni sull'intaglio. Quanto segue è solo il mio metodo di intaglio, che potrà servire ad altri per sviluppare il proprio.
Con la parola norvegese “spikkentroll”, si identifica un piccolo gnomo di legno, spesso usato per insegnare ai bambini come usare il coltello in maniera intelligente. Per realizzarlo, infatti, vengono usati alcuni dei tagli più spesso impiegati anche per la preparazione di picchetti, ganci per sospendere pentole, esche per il fuoco, incavi per trappole ecc. Potremmo definirli, se vogliamo, una variazione ludica e ridotta di “try-stick”.
Il nome che uso è norvegese, ma questi gnometti sono usati più o meno in tutta la Fennoscandia, li ho visti utilizzati anche come decorazione natalizia, soprattutto in Inghilterra e so che sono conosciuti anche in Svizzera. Immagino comunque che saranno conosciuti con altri nomi e fogge in tutti quei paesi con tradizione celtica o germanica la cui mitologia e folklore includa gnomi e folletti dai cappelli a punta.
Non ci sono preferenze sul tipo di legno. Va bene qualunque ramo abbastanza dritto, spesso almeno 1 cm, sia secco sia verde. L’importante è che non sia troppo secco o che il legno stia cominciando a marcire perché la corteccia non deve sfaldarsi o sfogliarsi.
Se si sceglie di usare legno verde o molto morbido la scelta del coltello è meno importante rispetto ad altri casi, data la bassissima resistenza opposta. Tuttavia considero sempre preferibile un fisso a un chiudibile, sia per la maggior solidità intrinseca sia per i tipi di prese necessari in certi casi che, con un chiudibile, potrebbero risultare più faticose, dolorose o difficili.
Materiali: un pezzo di salice relativamente secco, due coltelli della Hans Karlsson e uno strop.
Prima di tutto, si stroppano i coltelli.
Questa è la versione più semplice e, per esperienza personale, l’ho vista funzionare ottimamente come metodo per prendere confidenza con un coltello nuovo o per un novizio.
Usando la presa a martello si sgrossa il cappello come per fare una punta, ma tenendo il vertice più grosso.
Si può sia muovere solo il coltello, sia tenere il coltello fermo, ad esempio contro il ginocchio, e muovere il legno.
Si gira il ramo e, usando il pollice come fulcro contro il lato opposto del ramo, si stringe il manico con le quattro dita, così tirando il coltello verso di sé, spianando gli angoli.
Un qualche mm sotto il cappello si posiziona il filo perpendicolarmente e si fa una tacca basculando la lama.
Premendo il dorso con il pollice sinistro e posizionando il coltello ad un angolo acuto, si pratica un incavo.
Le due orecchie si fanno praticando un piccolo taglio ai lati e rimuovendo la corteccia e la piccola sezione di legno sollevata.
Per liberare il troll si fanno una serie di piccoli tagli tutto attorno al ramo per ridurne il diametro, fino a poterlo agevolmente spezzare. Si possono usare due tecniche. Premendo come al solito con il pollice sinistro oppure usando la presa a forbice, o “chest lever grip”, usando i muscoli delle scapole, per portare indietro le braccia, e il torace come fulcro. Le parti di legno ora sollevate sono poi rimosse effettuando una seconda serie di tagli, con un angolo più ottuso, dalla parte opposta.
Quindi, si spiana la base usando lo stesso metodo con cui si erano piallati gli angoli del cappello, solo cambiando l’angolo di incidenza.
Ora si possono disegnare occhi e bocca e colorare il cappello. Se non saranno esposti all’esterno possono andare le tempere o i colori a olio, altrimenti gli acrilici.
Dopo aver realizzato il cappello e la faccia come sopra, si può aggiungere la barba. Questa è una prima variazione, che richiude una seconda lama. Non dovrebbe risultare difficile, ma, in questo caso, è comunque meglio esercitarsi su legno verde, almeno all’inizio. Su legno secco potrebbe essere faticoso o spingere a usare una quantità di forza ancora un po’ difficile da controllare.
Per questo tipo di lavoro, sostanzialmente intaglio a tacche o “chip carving”, è più indicato un coltello con tutto il filo piatto e il dorso curvo verso la punta, tipo le mozzette italiane, lo sheepfoot/wharncliffe inglese o la lama piccola dei Victorinox.
Usando il pollice come fulcro su cui ruotare il polso, si tira il coltello e si pratica un taglio obliquo verso il basso,
si volta il ramo e si riprende il taglio nel verso opposto, creando così una piccola V.
Si fa lo stesso sull’altro lato, quindi si aggiungono due o tre tagli obliqui o dritti al centro.
Una cosa simile, ma con un metodo diverso per realizzare la faccia, è mostrata anche sul libro “Crafting with the pocketknife” di Felix Immler, dipendente Victorinox.
Una seconda variazione possibile è creare un incavo a V o U nel cappello e piallare leggermente la parte posteriore, così da simulare ad esempio un berretto di feltro, afflosciato in avanti o all’indietro.
Dopo aver sgrossato il cappello come sopra si crea, premendo con il pollice sinistro sul dorso, la prima parte dell’incavo.
Quindi, puntando il pollice destro, si stringono le quattro dita e si pratica un taglio sopra il primo, idealmente congiungendoli.
Si ripete poi fino ad aver ottenuto la profondità desiderata.
Con il legno verde è meglio evitare di raggiungere il midollo, che tende a sfaldarsi. Il retro del cappello si pialla premendo con il pollice sinistro.
Un’ulteriore variazione, sempre lavorando sul cappello e molto natalizia, prevede di aggiungere un pon-pon al berretto. Si arrotonda il vertice, quindi, con la lama perpendicolare al ramo si pratica una tacca tutto attorno.
Quindi, con delicatezza, si sgrossa il cappello nella parte sottostante. Se l’incavo è stato fatto bene, la lama dovrebbe fermarsi quando lo raggiunge. Per sgrossare, ora, si possono usare due tecniche. O premendo con il pollice sinistro sul dorso e usando la porzione curva della lama o, girando il ramo, tirando il coltello verso il pon-pon, come già mostrato per smussare gli angoli.
Il resto si intaglia come già mostrato.
Infine, quinta e ultima variazione che mi è venuta in mente. Dopo aver intagliato il cappello come meglio si crede, questa volta si lavora sulla faccia. Si praticano, con la lama perpendicolare, due tagli per formare una X,
quindi si intaglia l’incavo della faccia, sempre premendo con il pollice sinistro sul dorso e usando la parte curva del filo, facendo attenzione a mantenere lo spigolo della X ben definito.
In questo caso non si intagliano orecchie e si procede direttamente a disegnare occhi e bocca.
Adesso tocca a voi.
Con la parola norvegese “spikkentroll”, si identifica un piccolo gnomo di legno, spesso usato per insegnare ai bambini come usare il coltello in maniera intelligente. Per realizzarlo, infatti, vengono usati alcuni dei tagli più spesso impiegati anche per la preparazione di picchetti, ganci per sospendere pentole, esche per il fuoco, incavi per trappole ecc. Potremmo definirli, se vogliamo, una variazione ludica e ridotta di “try-stick”.
Il nome che uso è norvegese, ma questi gnometti sono usati più o meno in tutta la Fennoscandia, li ho visti utilizzati anche come decorazione natalizia, soprattutto in Inghilterra e so che sono conosciuti anche in Svizzera. Immagino comunque che saranno conosciuti con altri nomi e fogge in tutti quei paesi con tradizione celtica o germanica la cui mitologia e folklore includa gnomi e folletti dai cappelli a punta.
Non ci sono preferenze sul tipo di legno. Va bene qualunque ramo abbastanza dritto, spesso almeno 1 cm, sia secco sia verde. L’importante è che non sia troppo secco o che il legno stia cominciando a marcire perché la corteccia non deve sfaldarsi o sfogliarsi.
Se si sceglie di usare legno verde o molto morbido la scelta del coltello è meno importante rispetto ad altri casi, data la bassissima resistenza opposta. Tuttavia considero sempre preferibile un fisso a un chiudibile, sia per la maggior solidità intrinseca sia per i tipi di prese necessari in certi casi che, con un chiudibile, potrebbero risultare più faticose, dolorose o difficili.
Materiali: un pezzo di salice relativamente secco, due coltelli della Hans Karlsson e uno strop.

Prima di tutto, si stroppano i coltelli.
Questa è la versione più semplice e, per esperienza personale, l’ho vista funzionare ottimamente come metodo per prendere confidenza con un coltello nuovo o per un novizio.
Usando la presa a martello si sgrossa il cappello come per fare una punta, ma tenendo il vertice più grosso.


Si può sia muovere solo il coltello, sia tenere il coltello fermo, ad esempio contro il ginocchio, e muovere il legno.
Si gira il ramo e, usando il pollice come fulcro contro il lato opposto del ramo, si stringe il manico con le quattro dita, così tirando il coltello verso di sé, spianando gli angoli.

Un qualche mm sotto il cappello si posiziona il filo perpendicolarmente e si fa una tacca basculando la lama.

Premendo il dorso con il pollice sinistro e posizionando il coltello ad un angolo acuto, si pratica un incavo.


Le due orecchie si fanno praticando un piccolo taglio ai lati e rimuovendo la corteccia e la piccola sezione di legno sollevata.


Per liberare il troll si fanno una serie di piccoli tagli tutto attorno al ramo per ridurne il diametro, fino a poterlo agevolmente spezzare. Si possono usare due tecniche. Premendo come al solito con il pollice sinistro oppure usando la presa a forbice, o “chest lever grip”, usando i muscoli delle scapole, per portare indietro le braccia, e il torace come fulcro. Le parti di legno ora sollevate sono poi rimosse effettuando una seconda serie di tagli, con un angolo più ottuso, dalla parte opposta.


Quindi, si spiana la base usando lo stesso metodo con cui si erano piallati gli angoli del cappello, solo cambiando l’angolo di incidenza.

Ora si possono disegnare occhi e bocca e colorare il cappello. Se non saranno esposti all’esterno possono andare le tempere o i colori a olio, altrimenti gli acrilici.

Dopo aver realizzato il cappello e la faccia come sopra, si può aggiungere la barba. Questa è una prima variazione, che richiude una seconda lama. Non dovrebbe risultare difficile, ma, in questo caso, è comunque meglio esercitarsi su legno verde, almeno all’inizio. Su legno secco potrebbe essere faticoso o spingere a usare una quantità di forza ancora un po’ difficile da controllare.
Per questo tipo di lavoro, sostanzialmente intaglio a tacche o “chip carving”, è più indicato un coltello con tutto il filo piatto e il dorso curvo verso la punta, tipo le mozzette italiane, lo sheepfoot/wharncliffe inglese o la lama piccola dei Victorinox.
Usando il pollice come fulcro su cui ruotare il polso, si tira il coltello e si pratica un taglio obliquo verso il basso,

si volta il ramo e si riprende il taglio nel verso opposto, creando così una piccola V.

Si fa lo stesso sull’altro lato, quindi si aggiungono due o tre tagli obliqui o dritti al centro.


Una cosa simile, ma con un metodo diverso per realizzare la faccia, è mostrata anche sul libro “Crafting with the pocketknife” di Felix Immler, dipendente Victorinox.
Una seconda variazione possibile è creare un incavo a V o U nel cappello e piallare leggermente la parte posteriore, così da simulare ad esempio un berretto di feltro, afflosciato in avanti o all’indietro.
Dopo aver sgrossato il cappello come sopra si crea, premendo con il pollice sinistro sul dorso, la prima parte dell’incavo.

Quindi, puntando il pollice destro, si stringono le quattro dita e si pratica un taglio sopra il primo, idealmente congiungendoli.

Si ripete poi fino ad aver ottenuto la profondità desiderata.

Con il legno verde è meglio evitare di raggiungere il midollo, che tende a sfaldarsi. Il retro del cappello si pialla premendo con il pollice sinistro.



Un’ulteriore variazione, sempre lavorando sul cappello e molto natalizia, prevede di aggiungere un pon-pon al berretto. Si arrotonda il vertice, quindi, con la lama perpendicolare al ramo si pratica una tacca tutto attorno.


Quindi, con delicatezza, si sgrossa il cappello nella parte sottostante. Se l’incavo è stato fatto bene, la lama dovrebbe fermarsi quando lo raggiunge. Per sgrossare, ora, si possono usare due tecniche. O premendo con il pollice sinistro sul dorso e usando la porzione curva della lama o, girando il ramo, tirando il coltello verso il pon-pon, come già mostrato per smussare gli angoli.



Il resto si intaglia come già mostrato.
Infine, quinta e ultima variazione che mi è venuta in mente. Dopo aver intagliato il cappello come meglio si crede, questa volta si lavora sulla faccia. Si praticano, con la lama perpendicolare, due tagli per formare una X,


quindi si intaglia l’incavo della faccia, sempre premendo con il pollice sinistro sul dorso e usando la parte curva del filo, facendo attenzione a mantenere lo spigolo della X ben definito.



In questo caso non si intagliano orecchie e si procede direttamente a disegnare occhi e bocca.

Adesso tocca a voi.