Escursione Da Monteflavio a Monte Pellecchia

Con appena 2 mesi di ritardo, finalmente sono riuscito ad andare un giorno in montagna. Peccato che posto solo ora dopo quasi un mese, e già non mi ricordo più niente della giornata...vabbè, svarioni cerebrali a parte, cominciamo col resoconto.

Partenza ore 8 da casa, arrivo a Monteflavio più o meno alle 9.30 causa traffico in uscita da roma ed errore di navigazione sulla salaria.
La prima cosa che faccio a Monteflavio è riempire le borracce ed andare all'ufficio del parco a chiedere qualche informazione. L'ufficio in realtà è una casa con tanto di bel giardinetto davanti, dove si affaccendano 4-5 allegre nonnette ed un paio di ragazze più giovani; scopro parlando con l'unico tizio più o meno a conoscenza dell'esistenza di qualche sentiero, che la sera si sarebbe svolta la sagra delle fettuccine, e le signore sono impegnate nella preparazione del ragù con cui condire la pasta durante la festa. Peccato essere andato da solo, perchè la sagra me la sarei fatta volentieri.
Il sentiero parte dall'abitato di Monteflavio, e segue una strada bianca fino all'imbocco del sentiero vero e proprio. Si prosegue costeggiando una piccola staccionata lungo il fianco di una collina fino ad arrivare ad una cresta dove si incrocia un'altra strada bianca. Anche questa si segue fino ad arrivare ad una baita, da dove inizia la salita del Pellecchia. Dal paese alla baita sono circa 3 chilometri, e c'ho messo più o meno un'ora e trenta minuti.
Alla baita pausa merenda: mangio la barretta energetica che mi sono portato dietro e bevo una tazza d'acqua con una bustina di integratore sali e vitamine. Dalla baita incomincia la salita vera: per fortuna è quasi tutta all'interno del bosco, quindi non si sente il caldo. Il sentiero è segnato con i classici segni bianco-rossi, sugli alberi o sui sassi. In alcuni tratti il sentiero si confonde però con i tratturi fatti dagli animali, anche se sono dovuto tornare indietro solo in un caso per una cinquantina di metri, perchè avevo completamente perso la direzione. Nel complesso, basta un minimo di attenzione nel seguire la direzione generale ed i segni si ritrovano dopo un po'.
Usciti dal bosco si arriva ad un crocevia, segnato con il classico ometto di pietre, e proseguendo sul sentiero di destra si sale verso la cima del Pellecchia.
Durante la salita nel bosco, incroco un ragazzo sui 35-40 anni insieme ad una bambina, che invece scendono. Lui ha uno zaino abbastanza grande e, almeno sembra, pure pesantuccio.
Sulla cima, invece, incontro un simpatico signore che se la cammina allegramente per la montagna. Ci fermiamo a bere un po' d'acqua e ci salutiamo. Siamo rimasti quasi un'ora a chiacchierare, e mi ha fatto una bella lezione di geografia: conosceva alla perfezione i nomi e le caratteristiche di tutte le montagne, tutte le collinette, tutti i boschi e tutti gli abitati che si vedono dalla cima.
Dopo esserci salutati, io proseguo vero Pizzo Pellecchia, camminando lungo tutta la cresta. Arrivato al Pizzo, mi siedo sotto la croce di vetta e mangio i miei due panini con la frittata, nella (vana) speranza di avvistare la coppia di acquile che ha nidificato proprio nelle rocce sotto il Pizzo.Verso le 15, alcuni nuvoloni cupi che oscurano il sole mi convincono ad incamminarmi sulla strada del rientro, anche perchè all'andata ho dimenticato di siglare il libro di vetta che si trova incastrato sotto il momumento che ricorda l'incidente aereo avvenuto proprio su quel monte. Apro il libro, vado alla data del 21 giugno, e la trovo già occupata...leggo testualmente:
"20 giugno 2008, ore 19.00: sono qui con mia figlia di 8 anni e con l'attrezzatura per la notte. Oggi dormiremo qui, per lei è la prima esperienza in montagna"
"21 giugno 2008, ore 7.30: [scrittura da bambino] mi sono appena svegliata. Ho un po' paura, per fortuna ci sono le mucche a farmi compagnia"
Ora mi spiego chi erano il signore e la bambina che ho incontrato salendo. Lascio anch'io la mia firma e torno giù a Monteflavio.
Giusto il tempo di un caffè lungo la strada ed alle 18 sono sotto la doccia a casa.

Spunti di Riflessione Fisici: la condizione atletica ancora non c'è per niente...Ad essere sincero pensavo molto peggio, ma i chiletti di troppo si fanno sentire. Questo mi porta ad andare troppo presto a corto di fiato, a sudare troppo e ad aver bisogno di bere ancora di più. Ho bevuto due litri d'acqua, quando in realtà avrei potuto fare tutto bevendone meno della metà. Inoltre, a metà cresta vero Pizzo Pellecchia, sono andato letteralmente in crisi di fame, ed ho dovuto mangiare una mela per andare avanti. Le ginocchia invece hanno retto bene, anche la discesa per il bosco non l'ho sentita più di tanto.

Spunti di Riflessione Tecnici: prima escursione con gli scarponcini nuovi, che non avevo mai indossato neanche un minuto. Perfetti: molto più comodi di quelli vecchi, non ho sentito per niente il terreno ed i sassi che stanno sulla cresta; nonostante il doppio paio di calzini, ho sudato poco e non ho avuto vesciche.
 
Complimenti per l'escursione e grazie per averla condivisa
Molto bella la parte del diario di vetta con la bambina che scrive che ha paura, e la parte della "lezione di geografia"

Io non sono mai stato su Pizzo Pellecchia, tocca che ci vado!

Una cosa che vorrei dirti è che io non prenderei come criterio per vedere se la condizione fisica è migliorata, quanta acqua senti necessità di bere....non è che uno più è in forma meno beve.......e poi 2 litri per un'escursione del genere non sono mica tanti, imho ;)

P.S: la prossima volta per andare a Monteflavio da Roma prova questa strada, Nomentana + Palombarese + SP23b + SS636 fino a Moricone....è quella che faccio io ed è anche quella consigliata da google maps

http://maps.google.it/maps?f=d&hl=i...41.99216,12.726288&spn=0.446033,0.850067&z=10
 
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