- Parchi d'Abruzzo
-
- Parco Regionale Sirente-Velino
Dati
Data: 25-26/06/2022
Regione e provincia: Abruzzo, L'Aquila
Località di partenza: Cartore
Località di arrivo: Cartore
Tempo di percorrenza: 17h (8+9)
Chilometri: 34 (14+20)
Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà: fatica
Periodo consigliato: primavera e autunno (ma va...)
Segnaletica: CAI
Dislivello in salita: 2600 (1800+800)
Dislivello in discesa: 2600 (500+2100)
Quota massima: 2486 (M.Velino)
Accesso stradale: dal borgo di Cartore
Traccia GPS: https://www.avventurosamente.it/xf/pagine/mappa/?do=loadmarker&id=8587
Cartore-Passo Le Forche-Fontana Sevice-Capanna Sevice-M.Sevice-M.Velino-M.Cafornia-Bicchero-Colle dell'Orso-Rifugio Sebastiani-Passo del Puzzillo-Lago della Duchessa-Val di Fua-Cartore.
Descrizione
Dopo un paio di settimane "minori" (una uscita con amici al M.Giano e una bella giornata nella valle del Treja coi miei figli tra Mazzano e Calcata), finalmente mi concedo un weekend a lungo programmato e desiderato: un anello di due giorni attorno al Velino, dormendo in tenda in quota. Con l'occasione inauguro la mia Lanshan 2 (finora da solo avevo sempre usato il tarp, ma stavolta siamo in due), di conseguenza il mio Osprey Stratos 36 carico supera di poco i 10kg. Quello del mio compare (che porta sistema cucina e cibo per entrambi, visto che io porto la tenda) pesa 15kg!!
Partiamo sabato mattina dal Borgo di Cartore alle 7.30 e subito prendiamo la salita per Passo Le Forche. La salita è abbastanza morbida, il cielo velato e fresco e i ricordi di quando ero passato di qui un anno fa lungo il "mio" Sentiero dei Briganti sono compagni piacevoli. Il panorama giunti al Passo è bucolico.
Passo Le Forche
Di qui, sotto un cielo minaccioso ma non serio che rende i colori particolarmente saturi, inizia la ripida salita (che si intravede nella foto sulla sinistra) al rifugio di Capanna Sevice: 900m dritto per dritto che mettono alla frusta il mio compare, gravato dal suo mega zaino e probabilmente non in forma ideale. Incontriamo lungo la salita una meravigliosa coppia di 65enni, che da 35 anni - una settimana all'anno - sta facendo tutto l'arco alpino e che sono qui ad allenarsi: che spettacolo! Molto più lentamente di loro e con frequentissime pause, saliamo fino alla Fonte Sevice, dove rabbocchiamo, e quindi al Rifugio.
Salita verso Capanna Sevice
Fiori
Arrivati alla Capanna, ci prendiamo la meritata pausa di ristoro, a base di panini, frutti, barrette e acqua, in compagnia di un gruppo di escursionisti di Pescara con cui scambiamo informazioni di navigazione e sul meteo. In effetti il vento forte e freddo ha già spinto diversi altri escursionisti incrociati lungo la strada a tornare a valle, per cui prima di ripartire, salgo sulla piccola cima sovrastante il Rifugio, per valutare il vento e decidere se fermarci al rifugio per sicurezza o proseguire al luogo prescelto per il bivacco. Il dado è tratto: proseguiamo.
Selletta di Capanna Sevice
Vista panoramica dalla cima sopra il Rifugio
Saliamo quindi gli ulteriori 230mt al M.Sevice (2355), che sembrano ormai molti di più, subito dopo scendiamo in una selletta subito dietro il M.Costognillo, quindi risaliamo fino al bivio che a dx sale al Velino e a sx porta al Cafornia. Lì inizia una lunga discussione su dove accamparsi per la notte, se nella selletta appena superata che avevo identificato io o se proseguire fino ad una valletta ai piedi del Bicchero che aveva proposto lui, forse migliore ma a quasi due ore ulteriori di cammino. La stanchezza, il vento persistente e la vicinanza del Rifugio in caso di imprevisti giri del vento ci convincono per la prima. Lascio quindi lo zaino al mio compare, che è esausto e sul Velino c'è già stato, e mi avvio da solo sulla mia vetta più alta, sprofondandomi gradualmente nella nebbia di una nuvoletta fantozziana.
Monte Sevice
Monte Velino nelle nuvole
La zona per il bivacco si rivelerà perfetta: il piccolo promontorio del Costognillo ci tiene molto al riparo del vento, che si avverte più forte spostandosi anche solo di 100mt; il terreno è morbido e facilmente picchettabile; la vista è straordinaria, offrendo a sud est il Cafornia, a sudovest il Velino ed alle spalle il Sevice. Il solo difetto è che il terreno è leggermente scosceso, quindi materassino e sacco tendono a scivolare verso il basso...ma è gestibile.
In effetti è ancora prestissimo, saranno le 17.30, quindi - una volta montata la tenda e sistemati materassini e sacchi - ci concediamo un riposino di mezz'oretta, dopodichè prepariamo la cena. Il compare - insieme ad un fornelletto "che ha una storia"
ed ai cappelletti da fare in brodo che avevo proposto - ha portato soppressata, salsicce secche, cotolette, grana padano, un pomodoro e due birre in borsa frigo
. Comincio ad intuire l'origine dei 15kg di zaino....ma quanto gli è grato il mio stomaco vuote...e quanto gli sono grato io delle due birrette fresche!! Qui comprendo che la scelta di fondo tra UL e approccio tradizionale dipende da chi porta lo zaino
. Finita la cena, con calma, ci godiamo il lento scendere del tramonto.
Bivacco
Tramonto sul massiccio dal Velino al Cafornia
M.Velino finalmente limpido al tramonto
Panorama verso nord-est
Tramonto dietro il Sevice
La notte in tenda è la mia prima ed alla fine risulterà molto buona: la tenda tiene bene, nonostante alcune folate di vento piuttosto robuste ogni tanto; la temperatura con sacchi (STS Spark2), materassino (STS Ins. UL) e una maglia termica è perfetta; solo l'abitabilità della Lanshan 2 è un po' minimale se non si è una coppia, ma comunque risulta sufficiente e la doppia uscita e la doppia abside sono veramente comode. La notte trascorre quindi leggera, con un regalo mozzafiato, scoperto uscendo a pisciare verso mezzanotte: un cielo di stelle mai visto prima, che piovono in testa nel buio assoluto, macchiato qua e solo là da alcune nuvolette grigie. Una immagine che purtroppo ho potuto solo fotografare con gli occhi, ma che certo resterà nel mio cuore. E poi l'alba!
M. Cafornia all'Alba
M.Cafornia dopo mezz'ora
M.Velino all'Alba
Panorama
Una volta goduta l'alba alle 5.00 è difficile rimettersi a dormire, quindi alle 6.00 ci alziamo per una colazione troppo light (te, frutta secca e barrette), rimettiamo via tutta l'attrezzatura e ci avviamo ad una giornata che, rispetto a quella precedente, si presenta molto più lunga e molto più calda e con la terribile discesa finale in luogo della terribile salita iniziale. Sono appena le 7.00 quando partiamo alla volta del M. Cafornia (2424mt), con una luce ancora calda e capace di scolpire ombre "alla Salgado" sulle rocce circostanti.
Le ombre
La salita al M. Cafornia è l'ultima vetta del weekend, ma a me gioca un brutto scherzo. Da quella prospettiva confondo la tratta da percorrere per un'altra (credo quella per la Cimata Fossa dei Cavalli), che appare nettamente più lunga del previsto e abbastanza esposta e che non mi sentirei di affrontare. Questa volta sono io a "non farcela" e il mio compare accetta di riavviarci sulla via del rientro alla base, se non che dopo 10 minuti - da una prospettiva migliore - intravedo il sentiero giusto, che in effetti scende rapido e ordinato nel fondo valle ai piedi del Bicchero, lungo un sentiero semplice su cui incontriamo numerose altre coppie e comitive di escursionisti. Il sentiero periglioso si è magicamente e ridicolmente trasformato nell'attraversamento di vasti prati dal sapore alpino, con una fastidiosa ma banale risalita a scavallare il Bicchero.
Verso il M Cafornia
M. Cafornia
Salita al M.Cafornia
Vallone sotto il Bicchero
L'ultima scelta di giornata riguarda il Costone. Il programma originario prevedeva la salita al Costone, con discesa al Rifugio Sebastiani e quindi la prosecuzione verso il Lago della Duchessa. Ma ormai il caldo è veramente torrido, le gambe (che in piano vanno) in salita accusano le fatiche del giorno prima e la colazione inadeguata comincia a giocare brutti scherzi. Questa volta è unanime la scelta di saltare il Costone e scendere direttamente al Rifugio, ove concederci una mezz'ora di riposo ma soprattutto un pranzo luculliano.
Rifugio Sebastiani
Finito il pranzo alle 13.00, sotto un caldo terrificante, ci arrampichiamo fino al Passo del Puzzillo e scendiamo lungamente nel vallone che porta al Lago della Duchessa, dove troviamo mandrie di centinaia di cavalli, mucche e pecore al pascolo: uno spettacolo.
Vista dal passo del Puzzillo
Cavalli "guardiani"
Mandrie al Lago della Duchessa
Cavalli
L'ultima tappa del nostro viaggio ormai lungo è la discesa della Val di Fua. Bellissima, inizialmente attraverso una valletta verdissima e delicata, successivamente nel fitto del bosco per un sentiero ripido, sdrucciolevole e molto faticoso: complessivamente 2km di dislivello a tratti molto ripido che mettono a durissima prova le mie gambe ormai rigide e una disidratazione iniziale che ho colpevolmente accumulato.
Val di Fua
...ma alla fine eccoci di nuovo al borgo di Cartore, alle macchine. Sostituiamo gli scarponi coi sandali, stacchiamo la metà sotto dei pantaloni, ci tuffiamo letteralmente nel fontanino dal parcheggio per una vera e propria doccia, e sostituiamo le magliette zuppe con magliette fresche. Finalmente e di nuovo "umani", ci concediamo una lauta birra, con patatine lonza e pane, più doveroso caffè doppio, prima di avviarci a casa in macchina.
Complessivamente un giro faticoso, appagante, con diversi plus: la prima notte in quota, il varo della mia Lanshan, sei nuovi 2000 (Sevice, Costognillo, Velino, Cafornia, Bicchero, Colle dell'Orso), un tramonto, un cielo di stelle ed un'alba che non scorderò... ma ciò che più ho amato, a ben vedere, è stato il gioco della collaborazione e della solidarietà reciproca col mio compare nei rispettivi punti di forza e debolezza. E già la mente vola a programmare la prossima.
Data: 25-26/06/2022
Regione e provincia: Abruzzo, L'Aquila
Località di partenza: Cartore
Località di arrivo: Cartore
Tempo di percorrenza: 17h (8+9)
Chilometri: 34 (14+20)
Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà: fatica
Periodo consigliato: primavera e autunno (ma va...)
Segnaletica: CAI
Dislivello in salita: 2600 (1800+800)
Dislivello in discesa: 2600 (500+2100)
Quota massima: 2486 (M.Velino)
Accesso stradale: dal borgo di Cartore
Traccia GPS: https://www.avventurosamente.it/xf/pagine/mappa/?do=loadmarker&id=8587
Cartore-Passo Le Forche-Fontana Sevice-Capanna Sevice-M.Sevice-M.Velino-M.Cafornia-Bicchero-Colle dell'Orso-Rifugio Sebastiani-Passo del Puzzillo-Lago della Duchessa-Val di Fua-Cartore.
Descrizione
Dopo un paio di settimane "minori" (una uscita con amici al M.Giano e una bella giornata nella valle del Treja coi miei figli tra Mazzano e Calcata), finalmente mi concedo un weekend a lungo programmato e desiderato: un anello di due giorni attorno al Velino, dormendo in tenda in quota. Con l'occasione inauguro la mia Lanshan 2 (finora da solo avevo sempre usato il tarp, ma stavolta siamo in due), di conseguenza il mio Osprey Stratos 36 carico supera di poco i 10kg. Quello del mio compare (che porta sistema cucina e cibo per entrambi, visto che io porto la tenda) pesa 15kg!!
Partiamo sabato mattina dal Borgo di Cartore alle 7.30 e subito prendiamo la salita per Passo Le Forche. La salita è abbastanza morbida, il cielo velato e fresco e i ricordi di quando ero passato di qui un anno fa lungo il "mio" Sentiero dei Briganti sono compagni piacevoli. Il panorama giunti al Passo è bucolico.
Passo Le Forche
Di qui, sotto un cielo minaccioso ma non serio che rende i colori particolarmente saturi, inizia la ripida salita (che si intravede nella foto sulla sinistra) al rifugio di Capanna Sevice: 900m dritto per dritto che mettono alla frusta il mio compare, gravato dal suo mega zaino e probabilmente non in forma ideale. Incontriamo lungo la salita una meravigliosa coppia di 65enni, che da 35 anni - una settimana all'anno - sta facendo tutto l'arco alpino e che sono qui ad allenarsi: che spettacolo! Molto più lentamente di loro e con frequentissime pause, saliamo fino alla Fonte Sevice, dove rabbocchiamo, e quindi al Rifugio.
Salita verso Capanna Sevice
Fiori
Arrivati alla Capanna, ci prendiamo la meritata pausa di ristoro, a base di panini, frutti, barrette e acqua, in compagnia di un gruppo di escursionisti di Pescara con cui scambiamo informazioni di navigazione e sul meteo. In effetti il vento forte e freddo ha già spinto diversi altri escursionisti incrociati lungo la strada a tornare a valle, per cui prima di ripartire, salgo sulla piccola cima sovrastante il Rifugio, per valutare il vento e decidere se fermarci al rifugio per sicurezza o proseguire al luogo prescelto per il bivacco. Il dado è tratto: proseguiamo.
Selletta di Capanna Sevice
Vista panoramica dalla cima sopra il Rifugio
Saliamo quindi gli ulteriori 230mt al M.Sevice (2355), che sembrano ormai molti di più, subito dopo scendiamo in una selletta subito dietro il M.Costognillo, quindi risaliamo fino al bivio che a dx sale al Velino e a sx porta al Cafornia. Lì inizia una lunga discussione su dove accamparsi per la notte, se nella selletta appena superata che avevo identificato io o se proseguire fino ad una valletta ai piedi del Bicchero che aveva proposto lui, forse migliore ma a quasi due ore ulteriori di cammino. La stanchezza, il vento persistente e la vicinanza del Rifugio in caso di imprevisti giri del vento ci convincono per la prima. Lascio quindi lo zaino al mio compare, che è esausto e sul Velino c'è già stato, e mi avvio da solo sulla mia vetta più alta, sprofondandomi gradualmente nella nebbia di una nuvoletta fantozziana.
Monte Sevice
Monte Velino nelle nuvole
La zona per il bivacco si rivelerà perfetta: il piccolo promontorio del Costognillo ci tiene molto al riparo del vento, che si avverte più forte spostandosi anche solo di 100mt; il terreno è morbido e facilmente picchettabile; la vista è straordinaria, offrendo a sud est il Cafornia, a sudovest il Velino ed alle spalle il Sevice. Il solo difetto è che il terreno è leggermente scosceso, quindi materassino e sacco tendono a scivolare verso il basso...ma è gestibile.
In effetti è ancora prestissimo, saranno le 17.30, quindi - una volta montata la tenda e sistemati materassini e sacchi - ci concediamo un riposino di mezz'oretta, dopodichè prepariamo la cena. Il compare - insieme ad un fornelletto "che ha una storia"

Bivacco
Tramonto sul massiccio dal Velino al Cafornia
M.Velino finalmente limpido al tramonto
Panorama verso nord-est
Tramonto dietro il Sevice
La notte in tenda è la mia prima ed alla fine risulterà molto buona: la tenda tiene bene, nonostante alcune folate di vento piuttosto robuste ogni tanto; la temperatura con sacchi (STS Spark2), materassino (STS Ins. UL) e una maglia termica è perfetta; solo l'abitabilità della Lanshan 2 è un po' minimale se non si è una coppia, ma comunque risulta sufficiente e la doppia uscita e la doppia abside sono veramente comode. La notte trascorre quindi leggera, con un regalo mozzafiato, scoperto uscendo a pisciare verso mezzanotte: un cielo di stelle mai visto prima, che piovono in testa nel buio assoluto, macchiato qua e solo là da alcune nuvolette grigie. Una immagine che purtroppo ho potuto solo fotografare con gli occhi, ma che certo resterà nel mio cuore. E poi l'alba!
M. Cafornia all'Alba
M.Cafornia dopo mezz'ora
M.Velino all'Alba
Panorama
Una volta goduta l'alba alle 5.00 è difficile rimettersi a dormire, quindi alle 6.00 ci alziamo per una colazione troppo light (te, frutta secca e barrette), rimettiamo via tutta l'attrezzatura e ci avviamo ad una giornata che, rispetto a quella precedente, si presenta molto più lunga e molto più calda e con la terribile discesa finale in luogo della terribile salita iniziale. Sono appena le 7.00 quando partiamo alla volta del M. Cafornia (2424mt), con una luce ancora calda e capace di scolpire ombre "alla Salgado" sulle rocce circostanti.
Le ombre
La salita al M. Cafornia è l'ultima vetta del weekend, ma a me gioca un brutto scherzo. Da quella prospettiva confondo la tratta da percorrere per un'altra (credo quella per la Cimata Fossa dei Cavalli), che appare nettamente più lunga del previsto e abbastanza esposta e che non mi sentirei di affrontare. Questa volta sono io a "non farcela" e il mio compare accetta di riavviarci sulla via del rientro alla base, se non che dopo 10 minuti - da una prospettiva migliore - intravedo il sentiero giusto, che in effetti scende rapido e ordinato nel fondo valle ai piedi del Bicchero, lungo un sentiero semplice su cui incontriamo numerose altre coppie e comitive di escursionisti. Il sentiero periglioso si è magicamente e ridicolmente trasformato nell'attraversamento di vasti prati dal sapore alpino, con una fastidiosa ma banale risalita a scavallare il Bicchero.
Verso il M Cafornia
M. Cafornia
Salita al M.Cafornia
Vallone sotto il Bicchero
L'ultima scelta di giornata riguarda il Costone. Il programma originario prevedeva la salita al Costone, con discesa al Rifugio Sebastiani e quindi la prosecuzione verso il Lago della Duchessa. Ma ormai il caldo è veramente torrido, le gambe (che in piano vanno) in salita accusano le fatiche del giorno prima e la colazione inadeguata comincia a giocare brutti scherzi. Questa volta è unanime la scelta di saltare il Costone e scendere direttamente al Rifugio, ove concederci una mezz'ora di riposo ma soprattutto un pranzo luculliano.
Rifugio Sebastiani
Finito il pranzo alle 13.00, sotto un caldo terrificante, ci arrampichiamo fino al Passo del Puzzillo e scendiamo lungamente nel vallone che porta al Lago della Duchessa, dove troviamo mandrie di centinaia di cavalli, mucche e pecore al pascolo: uno spettacolo.
Vista dal passo del Puzzillo
Cavalli "guardiani"
Mandrie al Lago della Duchessa
Cavalli
L'ultima tappa del nostro viaggio ormai lungo è la discesa della Val di Fua. Bellissima, inizialmente attraverso una valletta verdissima e delicata, successivamente nel fitto del bosco per un sentiero ripido, sdrucciolevole e molto faticoso: complessivamente 2km di dislivello a tratti molto ripido che mettono a durissima prova le mie gambe ormai rigide e una disidratazione iniziale che ho colpevolmente accumulato.
Val di Fua
...ma alla fine eccoci di nuovo al borgo di Cartore, alle macchine. Sostituiamo gli scarponi coi sandali, stacchiamo la metà sotto dei pantaloni, ci tuffiamo letteralmente nel fontanino dal parcheggio per una vera e propria doccia, e sostituiamo le magliette zuppe con magliette fresche. Finalmente e di nuovo "umani", ci concediamo una lauta birra, con patatine lonza e pane, più doveroso caffè doppio, prima di avviarci a casa in macchina.
Complessivamente un giro faticoso, appagante, con diversi plus: la prima notte in quota, il varo della mia Lanshan, sei nuovi 2000 (Sevice, Costognillo, Velino, Cafornia, Bicchero, Colle dell'Orso), un tramonto, un cielo di stelle ed un'alba che non scorderò... ma ciò che più ho amato, a ben vedere, è stato il gioco della collaborazione e della solidarietà reciproca col mio compare nei rispettivi punti di forza e debolezza. E già la mente vola a programmare la prossima.
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