Il solito quesito sul primo kayak (gonfiabile tra l'altro)

Un po' di chiarezza, nasco a Bari ma oramai sono a Milano da 6 anni e penso che ci rimarrò per parecchio tempo.
Al momento mi si sta delineando questa soluzione: partirei con un gonfiabile per iniziare a fare un po' di esperienza senza troppe pretese e per un po' di sano divertimento, se non altro per la stagione estiva, dove sarò sostanzialmente in acque molto molto calme.
Nel weekend faccio però un salto all'idroscalo, dove ho notato che fanno corsi che spero siano compatibili con i miei orari di lavoro. Là potrei recuperare ulteriori informazioni sui costi e capire se praticano anche di inverno (il che renderebbe accettabile l'acquisto e il rimessaggio, poichè significherebbe farci attività più o meno tutto l'anno).

Con questo però le domande rimangono e ben accetti sono i consigli per evitare di fare castronerie durante le prima timide uscite :) . Anche i consigli relativamente ai kayak rigidi sono ugualmente utili, poichè potrebbero servirmi a breve, poichè noto che il percorso che mi accingo a fare è stato fatto da molti di voi :).
 
@alien62 Anni fa avevo fatto dei bei giri nella tua zona.Mi ricordo che nel Golfo di Baratti c'era un bel gruppo di kajakisti da mare con delle belle imbarcazione, mi pare tutte della Resinvetro.Ciao
Si Lanfranco,Baratti essendo poco cementificato rimane un posto ambito da mare e da terra e offre molti spunti.io vado abitualmente lì abitando a 5 km . si può costeggiare verso Piombino raggiungendo molte calette ,non adatte al camping in quanto scogliose e scomode , o verso nord S.Vincenzo dove invece ci sono immense pinete che offrono riparo al camping ponderato( senza farsi notare)
 

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Ho fatto troppo il saputello? Ditelo se no non smetto più.Ciao a tutti.:sorry:
mi sembra che hai detto le cose come stanno ,siamo sulla stessa frequenza ,così non mi dilungo io :p
ci sarebbe da parlare invece della tecnica ,della posizione, vedo troppi pagaiatori della domenica... e poco intuitivo e io ci sono arrivato dopo due anni di pratica e alcuni tutorial
 
Si Lanfranco,Baratti essendo poco cementificato rimane un posto ambito da mare e da terra e offre molti spunti.io vado abitualmente lì abitando a 5 km . si può costeggiare verso Piombino raggiungendo molte calette ,non adatte al camping in quanto scogliose e scomode , o verso nord S.Vincenzo dove invece ci sono immense pinete che offrono riparo al camping ponderato( senza farsi notare)
Che bello, grazie delle foto @alien62 .Comunque hai ragione le cose si imparano facendole,e poi come dicono i cinesi:" Mu chin do" cioè il corpo trova la via la mente ricorda.:si:
 
allora...
la pagaia ;varia in funzione della nostra altezza ,stando in piedi dovremmo tenere con il braccio alzato la cima della pala con la mano piegata e l'altra estremità a terra.
la presa della pagaia; tendola con bracci a 90 gradi portarla all'altezza del naso/occhi da la posizione delle mani
seduta ; corpo leggermente flesso in avanti ,gambe piegate a toccare i ginocchi sui bordi e i piedi inseriti o appoggiati (se laterali o barra)sul puntapiedi in modo da poter aderire allo scafo
la posizione della pagaia in acqua; dalla posizione di partenza con bracci a 90° portare la pala in acqua con l'asta quasi verticale,di conseguenza il braccio opposto alla remata risulta alzato sopra la testa.
Fase Importante la remata; dalla posizione sopra mentre il braccio basso si porta all'indietro facendo scorrere la pala lungo il bordo dello scafo quasi sfiorando, il busto compie una rotazione e il braccio opposto che ora è all'altezza della spalla spinge l'asta che fulcra sull'altra mano .In questo modo si sfrutta la leva dell'asta (l'importanza della lunghezza adatta al nostro corpo) Lo sbaglio più frequente e più grosso che io ho fatto per parecchio tempo è quello istintivo di tirare la pagaia a se di bicipedi dal lato in acqua spesso con una postura errata con la pagaia troppo lontana dallo scafo...
Piedi; conteporanamente alla fase di remata ,quando il braccio alzato spinge la pala opposta in acqua (il massimo dello sforzo si raggiunge in questa fase) la gamba opposta al braccio in forza spinge con forza sul puntapiedi contastando la forza della remata facendo sì che la prua che tenderebbe a sportarsi dalla parte del remo in acqua, si raddrizzi e tenga la rotta
Il kayak in pratica si muove a zig zag per effetto della remata contrastata dalla pressione della gamba.Prendendo il ritmo si raggiunge una discreta velocità e il corpo si muoverà in tutti i suoi muscoli ritmicamente, ovviamente questa è la base per una regata di canottaggio,si può tenere anche un ritmo lieve e rilassante ma in sostanza questa è la regola aurea.
La virata; si può eseguire in due modi, se non contrastiamo la remata con la gamba in pressione otteniamo che la prua vira dal lato della remata, se pagaiamo allargando la pala dal bordo (quindi non più rasente) solo da un lato ripetutamente il kayak vira dal lato della pagaia in acqua "° sistema mettiamo la pagaia quasi verticale con la pala in acqua alla pari della nostra seduta ,otteniamo un effetto frenante su di un lato come un timone lateralecon l'esperienza possiamo dirigere allontanando e girando la pala in acqua,Alcuni kayak più ottimizzati hanno un timoncino che si aziona con due cordini alzabile per alare a terra, ma lo scopo è principalmente quello di compensare la corrente laterale (scarroccio) che ci farebbe deviare la rotta
spero di essere stato chiaro:cool:
 
Decisamente chiaro, queste dritte unite ai concetti relativi a come affrontare le ondine dei motoscafi, penso siano un'ottima base su cui iniziare a fare pratica.
 
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