Ho letto il piano di emergenza nazionale vesuvio.
Per esperienza (in quanto studente di ing ambiente e territorio) vi dico che i piani territoriali vengono sviluppati con la collaborazione di esperti delle discipline più variegate, che vengono riesaminati diverse volte prima di essere approvati, che considerano tutti i possibili scenari statisticamente realizzabili.
In questo caso, le evoluzioni di un processo eruttivo e le sue dinamiche temporali sono talmente tante e talmente imprevedibili che fare un piano per ognuna di esse significherebbe, con le dovute approssimazioni, redigere almeno 6-7 piani diversi, cosa impossibile da mettere poi in pratica; quindi si è preso GIUSTAMENTE come "eruzione di progetto" l'evento massimo atteso nel breve-medio termine, cioè l'eruzione del 1631, per la quale sono stati realizzati studi approfonditi e della quale conosciamo abbastanza bene le dinamiche)
Chi parla di eruzione pliniana imminente o è un catastrofista preso da manie di protagonismo oppure un quaraquaquà che non ha mai studiato le dinamiche eruttive del vesuvio nel corso dei secoli
Se date un'attenta lettura al piano, non è difficile (anche per una persona inesperta di pianificazione) capire che è stato redatto in maniera molto dettagliata e sulla base di rapporti di enti nazionali di certificata competenza
Tutti i massimi esperti del settore sono concordi sul fatto che il vesuvio sia entrato in una fase di quiete a condotto ostruito, ciò comporta che la prossima eruzione avverrà ALCUNI SECOLI (sulla base della storia eruttiva si stima da 250 a 500 anni) dopo l'ultima verificatasi (cioè quella del 1944)
Ergo, sono convinto che nè noi nè i nostri figli e nipoti dovremo preoccuparci del vesuvio (se non per il trekking e per le discariche)
Per il resto, se ne occuperanno i posteri
