Nulla di stupido secondo me e nulla di così assurdo ... Ho letto il libro e ho visto il film. Ottimi tutti e due e fanno riflettere. Nel caso di Christopher c'è una cosa importante che non è stata chiarita fino a questo momento, ed è quando lui scrive poco prima di morire " la felicità è vera soltanto se è condivisa", ed è l'unico vero e sacro messaggio che ci ha lasciato in eredità. Io credo che alla fine del suo viaggio Chris abbia capito davvero se stesso com'è giusto che sia, e aveva capito che alla base della felicità c'era la ricerca della propria identità. Sapeva che era una cosa difficile, che richiedeva coraggio, e sapeva che doveva farlo proprio perché ne aveva paura. Lui trovò quella verità nella natura selvaggia, un altro l'avrebbe trovata in qualcos'altro ... tutti noi vediamo e percepiamo le cose in modo diverso, ma non per questo tutto ciò che non capiamo è da considerarsi un estremismo. Io credo che dietro questa storia ci sia tanto polverone perché tutti quelli che lo criticano e continuano a criticarlo sono spaventati sapendo che nel loro profondo desiderano la libertà più di ogni altra cosa. Noi abbiamo seppellito certi istinti perchè corrotti dalle false promesse di sicurezza con cui la società ci intrappola.
Certo, Christopher era fisicamente e tecnicamente impreparato e lo dimostra il fatto che si fece fermare dal fiume in piena, quando a pochi km da dove era fermo il bus esisteva una capanna costruita per il soccorso. Se solo avesse percorso il torrente ora sarebbe vivo, ma il punto della storia è il coraggio ... il coraggio di fare ciò che si vuole solo perché si vuole farlo, niente "perché", niente "ma" ...
Lui in quello si sentiva felice e per quanti riguarda l'impreparazione beh ... per come la vedo io era molto più impreparato ad affrontare la società che la natura selvaggia.
In definitiva non mi sento di giudicare quel giovane che ha speso la sua vita per qualcosa che per lui aveva un valore, e in soli due anni ha potuto vivere l'equivalente di trent'anni miei e dandogli un senso di certo maggiore. Due anni sono pochi per noi, ma possono compensare una vita se è vissuta seguendo la nostra rotta ... quindi chiedo a voi, potreste dire con assoluta certezza di aver vissuto in questi dieci, venti, trenta o quaranta anni in modo tanto pieno e utile per paragonarli ai suoi due anni di cammino?! ... per quanto mi riguarda no, e credo che in questo siamo d'accordo che lo si accetta oppure no.