- Parchi del Lazio
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- Parco Nazionale del Circeo
Data: 05/03/2014
Regione e provincia: Lazio (LT)
Località di partenza: Torre Paola
Località di arrivo: Picco di Circe
Tempo di percorrenza: andata 2h20m, ritorno 1h10m (sosta in vetta esclusa)
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: passaggi di arrampicata di I grado (semplici ma continui, quasi tutta la salita e' un'arrampicata), diversi tratti molto esposti
Periodo consigliato: tutti, tranne i giorni dopo la pioggia (la roccia bagnata o umida non e' il massimo di aderenza, soprattutto nei tratti esposti)
Segnaletica: ottima e sempre presente dove serve (lungo il sentiero 1 della salita bandiere bianco-rosse e bollini gialli, lungo il sentiero 2 della discesa bollini rossi)
Dislivello in salita: 541m
Dislivello in discesa: idem
Quota massima: 541m
Accesso stradale: per chi proviene dai Castelli conviene fare tutta l'Appia fino al bivio per Sabaudia, raggiungere la cittadina e poi il lungomare in direzione di Torre Paola, dove si parcheggia
Ebbene si', la Maga Circe ha avuto effetto anche su di me, finalmente! Era da tempo che avevo messo questa escursione nella mia personale wish list. Questo sentiero e' un must per chi come me colleziona cime e (soprattutto) percorsi EE e di facile arrampicata su roccia...i cosiddetti percorsi ingaggianti
Il sentiero comincia dallo slargo di Torre Paola, in corrispondenza di un cartello di divieto di transito, dove vi e' anche la bacheca in legno con la mappa dei sentieri della zona..insomma anche senza cartina e' impossibile sbagliarsi!
Si percorrono i primi 500 metri circa e poi si svolta sulla destra per il sentiero n.1, che sale ripidamente nel bosco tra terra, fango e sassolini.
Dopo circa 10-15 minuti di salita comincia la roccia con innocui passaggi di difficolta' non rilevabile. La segnaletica e' sempre molto presente ed e' impossibile imboccare vie errate.
La salita si fa mano a mano sempre piu' divertente, i passaggi su roccia cominciano a diventare di I grado e sempre continui, uno dopo l'altro, intervallati da brevi piazzole panoramiche da dove e' possibile ammirare veramente i mondi...si vedono i Lepini innevati, gli Ausoni, ovviamente il mare e tutta la piana pontina..insomma un colpo d'occhio veramente notevole ed inusuale per chi come me e' abituato a vedere dalla montagna..la montagna
e non il mare sottostante. Una sensazione strana ma piacevole.
Dopo circa un'ora si raggiunge l'anticima a quota 418mt. Di tratti esposti finora praticamente nessuno. Il colpo d'occhio dall'anticima e' veramente notevole: si vede in lontananza l'agognata vetta del Picco di Circe e, guardando avanti, ci si chiede come sara' possibile arrivarci dato l'impressionante strapiombo sul mare..del resto il sentiero passa proprio sulla cresta accanto a quel vuoto di 300 metri.
Appena lasciata l'anticima faccio una cappellata
Non vedo piu' i bollini gialli e scendo, ad intuito, lungo alcune rocce ed una scarpata ripida..i passaggi li faccio disarrampicando rocce da me giudicate fra I e II grado, e mi chiedo dove ca** stessi andando...risalgo quindi le suddette rocce e ritorno in cresta, dove magicamente trovo i bollini e le bandiere.
D'ora in poi il percorso e' tutta un'arrampicata, un susseguirsi di facili salti di roccia di I grado con svariati punti molto esposti. La roccia e' ottima, gli appigli frequenti e saldi, il senso di sicurezza e' sempre presente nonostante gli scogli ben visibili 300 metri piu' giu'
Con un ultimo strappo si raggiunge la vetta, da dove veramente e' possibile ammirare uno dei piu' bei paesaggi mai visti (e lo dice uno che il mare non lo ama quasi per nulla).
Fatte le ultime foto partono le bestemmie, in quanto mi si sono scaricate le batterie della macchina fotografica e non posso immortalarmi vicino alla bandiera italiana posta sulla croce di vetta..non rimane che farsi un autoscatto col cellulare.
La discesa la faccio lungo l'altro sentiero, il n.2, che scende ripidamente nel bosco fra sfasciumi, rocce rotte, fango e terriccio..il tutto reso scivoloso dalle piogge del giorno precedente. Fortunatamente i numerosi alberi e rami aiutano a non cadere
Dopo poco piu' di un'ora mi ritrovo sulla sterrata che corrisponde al sentiero n.3, il quale conduce al punto di partenza.
Che dire, e' tanto tempo che non mi divertivo cosi' tanto! Ho rimesso le mani su roccia dopo un po' di tempo e ho ammirato paesaggi per me inusuali, abituato come sono a vedere montagne e non mare.
Il percorso e' veramente spettacolare, divertente e da' quel pizzico di adrenalina che rende l'escursione pepata.
Ora non mi rimane che percorrere il sentiero del Lupo sul Monte Conero
Ovviamente mi sembra superfluo ricordare a coloro che magari sono agli inizi dell'escursionismo, che si tratta di un percorso impegnativo di montagna che richiede calzature e attenzione adeguate..la vicinanza del mare non e' un invito a salire con le infradito
Regione e provincia: Lazio (LT)
Località di partenza: Torre Paola
Località di arrivo: Picco di Circe
Tempo di percorrenza: andata 2h20m, ritorno 1h10m (sosta in vetta esclusa)
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: passaggi di arrampicata di I grado (semplici ma continui, quasi tutta la salita e' un'arrampicata), diversi tratti molto esposti
Periodo consigliato: tutti, tranne i giorni dopo la pioggia (la roccia bagnata o umida non e' il massimo di aderenza, soprattutto nei tratti esposti)
Segnaletica: ottima e sempre presente dove serve (lungo il sentiero 1 della salita bandiere bianco-rosse e bollini gialli, lungo il sentiero 2 della discesa bollini rossi)
Dislivello in salita: 541m
Dislivello in discesa: idem
Quota massima: 541m
Accesso stradale: per chi proviene dai Castelli conviene fare tutta l'Appia fino al bivio per Sabaudia, raggiungere la cittadina e poi il lungomare in direzione di Torre Paola, dove si parcheggia
Ebbene si', la Maga Circe ha avuto effetto anche su di me, finalmente! Era da tempo che avevo messo questa escursione nella mia personale wish list. Questo sentiero e' un must per chi come me colleziona cime e (soprattutto) percorsi EE e di facile arrampicata su roccia...i cosiddetti percorsi ingaggianti
Il sentiero comincia dallo slargo di Torre Paola, in corrispondenza di un cartello di divieto di transito, dove vi e' anche la bacheca in legno con la mappa dei sentieri della zona..insomma anche senza cartina e' impossibile sbagliarsi!
Si percorrono i primi 500 metri circa e poi si svolta sulla destra per il sentiero n.1, che sale ripidamente nel bosco tra terra, fango e sassolini.
Dopo circa 10-15 minuti di salita comincia la roccia con innocui passaggi di difficolta' non rilevabile. La segnaletica e' sempre molto presente ed e' impossibile imboccare vie errate.
La salita si fa mano a mano sempre piu' divertente, i passaggi su roccia cominciano a diventare di I grado e sempre continui, uno dopo l'altro, intervallati da brevi piazzole panoramiche da dove e' possibile ammirare veramente i mondi...si vedono i Lepini innevati, gli Ausoni, ovviamente il mare e tutta la piana pontina..insomma un colpo d'occhio veramente notevole ed inusuale per chi come me e' abituato a vedere dalla montagna..la montagna
Dopo circa un'ora si raggiunge l'anticima a quota 418mt. Di tratti esposti finora praticamente nessuno. Il colpo d'occhio dall'anticima e' veramente notevole: si vede in lontananza l'agognata vetta del Picco di Circe e, guardando avanti, ci si chiede come sara' possibile arrivarci dato l'impressionante strapiombo sul mare..del resto il sentiero passa proprio sulla cresta accanto a quel vuoto di 300 metri.
Appena lasciata l'anticima faccio una cappellata
D'ora in poi il percorso e' tutta un'arrampicata, un susseguirsi di facili salti di roccia di I grado con svariati punti molto esposti. La roccia e' ottima, gli appigli frequenti e saldi, il senso di sicurezza e' sempre presente nonostante gli scogli ben visibili 300 metri piu' giu'

Con un ultimo strappo si raggiunge la vetta, da dove veramente e' possibile ammirare uno dei piu' bei paesaggi mai visti (e lo dice uno che il mare non lo ama quasi per nulla).
Fatte le ultime foto partono le bestemmie, in quanto mi si sono scaricate le batterie della macchina fotografica e non posso immortalarmi vicino alla bandiera italiana posta sulla croce di vetta..non rimane che farsi un autoscatto col cellulare.
La discesa la faccio lungo l'altro sentiero, il n.2, che scende ripidamente nel bosco fra sfasciumi, rocce rotte, fango e terriccio..il tutto reso scivoloso dalle piogge del giorno precedente. Fortunatamente i numerosi alberi e rami aiutano a non cadere

Dopo poco piu' di un'ora mi ritrovo sulla sterrata che corrisponde al sentiero n.3, il quale conduce al punto di partenza.
Che dire, e' tanto tempo che non mi divertivo cosi' tanto! Ho rimesso le mani su roccia dopo un po' di tempo e ho ammirato paesaggi per me inusuali, abituato come sono a vedere montagne e non mare.
Il percorso e' veramente spettacolare, divertente e da' quel pizzico di adrenalina che rende l'escursione pepata.
Ora non mi rimane che percorrere il sentiero del Lupo sul Monte Conero
Ovviamente mi sembra superfluo ricordare a coloro che magari sono agli inizi dell'escursionismo, che si tratta di un percorso impegnativo di montagna che richiede calzature e attenzione adeguate..la vicinanza del mare non e' un invito a salire con le infradito
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