- Parchi d'Abruzzo
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- Parco Regionale Sirente-Velino
Dati
Data: 18 maggio 2013
Regione e provincia: Abruzzo
Località di partenza: Cartore
Località di arrivo: monte Murolungo
Tempo di percorrenza: 7 ore e mezza
Chilometri: circa 20
Grado di difficoltà: EE+
Descrizione delle difficoltà: La salita sul Murolungo non presenta difficoltà. L'unica difficoltà, a parte l'impegno della salita in val di Fua (presenza di catene), potrebbe essere costituita dalla lunghezza del percorso.
Periodo consigliato: da aprile a novembre
Segnaletica: presente
Dislivello in salita: 1250
Dislivello in discesa: idem
Quota massima: 2185 metri
Accesso stradale: autostrada uscita Valle del Salto e poi seguendo la grande tabella del parco Sirente/Velino seguire la strada sterrata per 5 km. fino al borgo di Cartore
Descrizione
Un anello con una perla incastonata, si sa, acquista maggior prestigio. Prendiamo ad esempio l’anello più bello della Duchessa, incastoniamoci una perla chiamata Murolungo ed abbiamo creato il gioiello del secolo.
Ok, ho voluto giocare un po’ con le parole ma adesso diciamo bene le cose come stanno.
Daniele ed io, eravamo partiti con l’intento di salire al lago della Duchessa effettuando il classico giro ad anello salendo per lo stretto e diretto solco della val di Fua e ritornare per l’interminabile val di Teve, ma durante il viaggio in autostrada, è maturata l’idea di provare a raggiungere la vetta del Murolungo, se le nostre gambe ce lo avessero permesso.
Superiamo senza problemi i quasi 800 metri di dislivello attraverso la bellissima e selvaggia val di Fua e giungiamo alle Caparnie dove facciamo una meritata sosta-banana al primo dei 5 rifugi. Consultiamo la carta e ripartiamo più convinti che mai verso la vetta del Murolungo seguendo il comodo sentiero che si snoda tra lievi saliscendi su morbidi dossi erbosi. Sull’ultimo di questi ci appare il lago della Duchessa.
Per evitare di perdere quota e tempo, nonché risparmiare le energie, propongo a Daniele di non raggiungere le sue rive e dirigerci direttamente verso destra, prendendo il sentiero 2 H che ben presto ci introduce nella val Fredda, uno straordinario ambiente selvaggio e assolutamente solitario fatto di ghiacci, nevai, ruscelli, tappeti di fiori, erba fresca e giusto per aggiungere un tocco in più, un bel laghetto di fusione incorniciato dal ghiaccio e dentro cui la vetta del Murolungo si rispecchiava perfettamente.
Dopo una doverosa sosta fotografica proseguiamo il cammino e dalla val Fredda raggiungiamo in costante lieve salita la cresta che chiude la valle. Da qui pieghiamo decisamente verso destra lungo un fantastico percorso che ci fa maggiormente apprezzare la straordinaria conformazione di questa montagna con la sua immane parete orientale, assolutamente liscia e strapiombante per centinaia di metri.
La camminata in cresta è tutta un susseguirsi di balconi sospesi nel vuoto il cui affaccio vertiginoso ci fa sentire come aquile in volo. Giungiamo in vetta al Murolungo dopo circa 4 ore e mezza dalla partenza, comprese tre soste di 10-15 minuti ciascuna.
Dalla vetta la vista ravvicinata sull’intero massiccio del Velino ripaga la fatica di un’escursione impegnativa sia per lunghezza che per dislivello. Fin qui abbiamo percorso 8 km. da Cartore con poco meno di 1300 metri di dislivello. Ci concediamo una lunga pausa tra panini e autoscatti, per poi riprendere la via del ritorno.
Dato il percorso estremamente lungo e il poco tempo disponibile, decidiamo di non scendere al lago della Duchessa e proseguiamo dunque in direzione della val di Teve dapprima lungo la cresta del Murolungo percorrendola tutta. Superiamo la val Fredda che ci appare in basso alla nostra sinistra con il suo spettacolare specchio d’acqua. Ci abbassiamo gradualmente fino a raggiungere un pianoro erboso e proseguiamo senza sentiero fino al termine del prato dove un vero e proprio abisso impressionante si apre sotto di noi, con vista sulla profondissima val di Teve.
Non abbiamo alternative e aggiriamo sulla sinistra il fianco della Cimata di Macchia Triste, la cui sommità tocca i 2090 metri. Cerchiamo di mantenerci sempre sulla stessa quota seguendo a mezza costa una traccia di sentiero che probabilmente fa parte di quelle linee parallele segnate dal continuo passaggio di mucche e cavalli che d’estate popolano la zona. Spesso siamo costretti a superare scomodi ghiaioni piuttosto scoscesi.
La testata del vallone di Teve
Dopo aver aggirato quasi tutta la base di Cima di Macchia Triste, ci appare da lontano un sentiero più evidente. Avvicinandoci di più notiamo infatti anche dei segni bianco/rossi del 2 A che seguiamo per un breve tratto fino al Malo Passo (di nome e di fatto).
Il profondo solco del vallone di Teve
Da qui ci caliamo velocemente in una giovane faggeta per poi uscire in un’ampia radura tra luminosi prati dove si notano i resti di uno stazzo.
Su alcuni massi sparsi sul prato seguiamo i segni bianco/rossi fino ad una biforcazione. A sinistra si prosegue verso Capo di Teve. Noi prendiamo il sentiero a destra indicato con il n° 2, infilandoci nuovamente in una fitta vegetazione dove la luce stenta a penetrare anche perché parzialmente oscurata dalle strette pareti rocciose che caratterizzano l’intero solco del vallone di Teve.
Un acero plurisecolare all'inizio del vallone attrae la nostra attenzione
Giungiamo a Cartore dopo un percorso che sicuramente ha sfiorato i 20 km. con 7 ore e 30 complessive di marcia.
Volgiamo ancora uno sguardo indietro, verso la Bocca di Teve che sembra averci "sputato" fuori dalle viscere della terra dopo un'interminabile traversata.
Poco prima di giungere a Cartore e alla macchina, ci perdiamo in uno straordinario mare di fiori, a conclusione di una meravigliosa giornata!
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