Diciamo che ci sono tre ordini di vantaggi:
- Sconti nei negozi convenzionati;
- Copertura assicurativa per quel poco che serve;
- Sconti nei rifugi e nei corsi
Di questi i primi due punti (sconti nei negozi convenzionati e copertura assicurativa) sono identicamente coperti anche da iscrizioni alla Federazione Italiana Escursionismo o a FederTrek.
I corsi sono egualmente organizzati da associazioni diverse dal CAI anche se simili come funzioni.
L'aspetto "sociale" è parimenti soddisfatto dall'iscrizione a una qualsiasi delle centinaia di associazioni che organizzazioni che promuovono la scoperta e la conoscenza della montagna. Se poi vogliamo fare sociologia spicciola, l'iscritto CAI tipico è sicuramente meno giovane dell'iscritto "altra associazione", in media, forse a causa del costo di iscrizione, che per i giovani ha un peso determinante nella scelta.
L'unica cosa in cui il CAI fa veramente la differenza sono i rifugi, poiché il CAI gestisce molti rifugi e una tessera CAI, se sei un "frequentatore di rifugi", si ripaga in fretta.
Quanto all'aspetto ideale dell'iscrizione al CAI anziché ad una associazione meno blasonata, ho qualche tentennamento:
- si dice che il CAI mantiene i sentieri in Italia, sarà forse in tutta Italia salvo i Monti Lepini, dove la manutenzione è totalmente assente, non c'è una bandierina che è una, le segnature sono spesso vecchie di decenni e non hanno logica (segni di tutti i tipi, numerazione assente). Se il CAI ricevesse soldi specificamente per i Monti Lepini chiamerei la Gabanelli così le darei qualcosa di serio su cui fare giornalismo
- il CAI ha delle belle sedi con delle belle biblioteche ed emeroteche. Il problema qui è, in una grande città come Roma, in cui devi "fare un viaggio" per andare alla sede CAI, se non trovi identiche e migliori informazioni alla Biblioteca Nazionale. A parte cose molto specialistiche, comunque, internet soddisfa già l'80% delle esigenze informative. Poi ripeto, se serve la consultazione di un certo libro o articolo di rivista, a Roma uno non va al CAI, va alla Biblioteca Vittorio Emanuele II e casca sul sicuro.
- naturalmente la biblioteca - emeroteca ha la sua ragione d'essere nei piccoli centri, ma il punto è se ha senso, per te escursionista, pagare €50 o €55 di quota annuale, anziché €15 o €20, per mantenere delle biblioteche ed emeroteche.
Personalmente sono stato socio CAI per un solo anno. Non rifarò la tessera CAI se non su una base di stretta convenienza personale (sconti nei rifugi).
Illo tempore a Roma il CAI aveva una sede a Corso Vittorio Emanuele II, l'iscrizione costava mi pare 70.000 o forse 90.000 lire (parlo di più di 20 anni fa) comunque era quasi il doppio dell'iscrizione ad una sede più "periferica" e c'era una moria di iscrizioni perché l'escursionista romano andava a iscriversi al CAI di Tivoli, di Palestrina ecc. e non senza ragione. Ora il CAI di Roma ha la sede a Testaccio (verosimilmente meno costosa) e il costo di iscrizione è più allineato con il resto d'Italia (comunque più caro).
Ogni volta che rivado sui Monti Lepini mi incazzo con il CAI un po' di più! Un giorno o l'altro mi compro secchiello e vernice e comincio a fare marcature "ufficiose". La mancanza di segnaletica sui Lepini è una cosa scandalosa. Mi risulta che il CAI competente sia quello di Esperia, non capisco perché non il CAI di Palestrina o altro molto più vicino di Esperia. Misteri del CAI. Comunque quelli di Esperia i Lepini si sono scordati che esistono, o almeno i Lepini settentrionali. Esperia sta nella parte meridionale della provincia di Frosinone, sui Monti Aurunci.