Perchè iscriversi al CAI ?

Chiedo in anticipo scusa nel caso io abbia sbagliato sezione ma...mi sto ambientando!

Io non sono iscritto al CAI ma prima o poi penso che lo farò visti i molti vantaggi che questo sembra comportare.

Detto questo mi piacerebbe sapere cosa vi ha spinto ad iscrivervi ad una sezione CAI, i vantaggi, le agevolazioni ecc.
E , perchè no,il motivo per cui non siete iscritti oppure il perchè avete lasciato il gruppo.

Il tutto senza polemiche, è solo per capire se mi è sfuggito qualcosa tra le informazioni trovate sul web.

grazie!
 
I motivi per iscriversi al CAI sono noti: assicurazioni, sconti sui rifugi e nei negozi convenzionati, possibilità di fare corsi legati ad ambiente e natura di vario genere (escursionismo, arrampicata, alpinismo, scialpinismo, micologia, geologia ecc)

I motivi per frequentare il CAI invece sono altri: amicizie, condivisione di esperienze, voglia di imparare da gente più esperta di te, ecc.

Personalmente sono iscritto da diversi anni, ma non frequento la sezione perchè comunque le uscite sono sempre composte da troppa gente, e preferisco l'autonomia.
 
Io mi ero iscritto principalmente per due motivi: primo, perchè mi interessavano i corsi di arrampicata, che poi non ho mai fatto :)
E perchè speravo, iscrivendomi alla Sezione Universitaria, di trovare altri coetanei con cui condividere la passione per la montagna. Purtroppo non sono molti i ragazzi iscritti, siamo ormai una minoranza...
In generale non è una sezione numerosa, ma a me piace che sia così, alle escursioni siamo 10-15 persone in media (già quasi troppe per i miei gusti), le proposte sono interessanti ed è un bel gruppo con cui mi trovo bene.
(Ne approfitto per fare della "pubblicità occulta". Se c'è qualche universitario trentino - o che studia a Trento - che legge: ricordati che esiste la SUSAT, sezione universitaria della Sat.)
Vantaggi economici? Dopo due anni ho utilizzato settimana scorsa per la prima volta lo sconto per il pernottamento in rifugio.
Ho preso in prestito un libro dalla biblioteca della SAT, ma possono farlo anche i non soci.
Per fortuna l'assicurazione non mi è mai servita.
 
Io non sono ancora iscritto, anche io come TheKing preferisco andare da solo in montagna, o in gruppi molto ridotti (2-3 massimo). Penso però che l'anno prossimo mi iscriverò, mi interessano corsi di traversata in ghiacciaio. Inoltre, in previsione di un trasferimento a Torino, penso che possano aiutarmi a conoscere meglio la zona.
 
Io mi sono iscritto al CAI della sezione di Carrara, perchè sono di origine carrarina (i miei genitori) ed ho frequentato le Apuane fin da piccolo . In seguito, nel 1982 anno della mia iscrizione, come capo clan del Carrara 1 durante il militare, ho ripreso a frequentarle e quindi mi servivano gli sconti nei rifugi. Ho in seguito capito che essere soci CAI non da solo diritto ad eventuali agevolazioni, ma significa anche, pagando la propria quota, concorrere al mantenimento dei rifugi e dei bivacchi ed alla manutenzione dei sentieri, a mantenere vive le lotte contro gli scempi della montagna (motoslitte ecc), ad essere compartecipe della sicurezza di tutti.
Per il resto non ho, per motivi geografici, contatti con la mia sezione, anche se ogni tanto ne ho con quella di Cagliari.
 
Vi ringrazio per le risposte.
Gli sconti nei rifugi, se si vive con una certa costanza la montagna, sono notevoli. Mi è anche piaciuta la tua riflessione Hathi sul mantenimento dei bivacchi e dei sentieri.
Anche io non amo la montagna affollata ma all'interno di un gruppo più numeroso si possono anche incontrare persone con le quali si ha più affinità e con le quali si possono condividere uscite in gruppi ridotti con una certa soddisfazione.
Personalmente mi piacerebbe fare alcuni corsi e cercare di imparare dai consigli che le persone più esperte possono dare. Che poi è il modo migliore per imparare a vivere certe situazioni in montagna.
 
D

Derrick

Guest
Diciamo che ci sono tre ordini di vantaggi:

- Sconti nei negozi convenzionati;
- Copertura assicurativa per quel poco che serve;
- Sconti nei rifugi e nei corsi

Di questi i primi due punti (sconti nei negozi convenzionati e copertura assicurativa) sono identicamente coperti anche da iscrizioni alla Federazione Italiana Escursionismo o a FederTrek.

I corsi sono egualmente organizzati da associazioni diverse dal CAI anche se simili come funzioni.

L'aspetto "sociale" è parimenti soddisfatto dall'iscrizione a una qualsiasi delle centinaia di associazioni che organizzazioni che promuovono la scoperta e la conoscenza della montagna. Se poi vogliamo fare sociologia spicciola, l'iscritto CAI tipico è sicuramente meno giovane dell'iscritto "altra associazione", in media, forse a causa del costo di iscrizione, che per i giovani ha un peso determinante nella scelta.

L'unica cosa in cui il CAI fa veramente la differenza sono i rifugi, poiché il CAI gestisce molti rifugi e una tessera CAI, se sei un "frequentatore di rifugi", si ripaga in fretta.

Quanto all'aspetto ideale dell'iscrizione al CAI anziché ad una associazione meno blasonata, ho qualche tentennamento:

- si dice che il CAI mantiene i sentieri in Italia, sarà forse in tutta Italia salvo i Monti Lepini, dove la manutenzione è totalmente assente, non c'è una bandierina che è una, le segnature sono spesso vecchie di decenni e non hanno logica (segni di tutti i tipi, numerazione assente). Se il CAI ricevesse soldi specificamente per i Monti Lepini chiamerei la Gabanelli così le darei qualcosa di serio su cui fare giornalismo ;)

- il CAI ha delle belle sedi con delle belle biblioteche ed emeroteche. Il problema qui è, in una grande città come Roma, in cui devi "fare un viaggio" per andare alla sede CAI, se non trovi identiche e migliori informazioni alla Biblioteca Nazionale. A parte cose molto specialistiche, comunque, internet soddisfa già l'80% delle esigenze informative. Poi ripeto, se serve la consultazione di un certo libro o articolo di rivista, a Roma uno non va al CAI, va alla Biblioteca Vittorio Emanuele II e casca sul sicuro.

- naturalmente la biblioteca - emeroteca ha la sua ragione d'essere nei piccoli centri, ma il punto è se ha senso, per te escursionista, pagare €50 o €55 di quota annuale, anziché €15 o €20, per mantenere delle biblioteche ed emeroteche.

Personalmente sono stato socio CAI per un solo anno. Non rifarò la tessera CAI se non su una base di stretta convenienza personale (sconti nei rifugi). Illo tempore a Roma il CAI aveva una sede a Corso Vittorio Emanuele II, l'iscrizione costava mi pare 70.000 o forse 90.000 lire (parlo di più di 20 anni fa) comunque era quasi il doppio dell'iscrizione ad una sede più "periferica" e c'era una moria di iscrizioni perché l'escursionista romano andava a iscriversi al CAI di Tivoli, di Palestrina ecc. e non senza ragione. Ora il CAI di Roma ha la sede a Testaccio (verosimilmente meno costosa) e il costo di iscrizione è più allineato con il resto d'Italia (comunque più caro).

Ogni volta che rivado sui Monti Lepini mi incazzo con il CAI un po' di più! Un giorno o l'altro mi compro secchiello e vernice e comincio a fare marcature "ufficiose". La mancanza di segnaletica sui Lepini è una cosa scandalosa. Mi risulta che il CAI competente sia quello di Esperia, non capisco perché non il CAI di Palestrina o altro molto più vicino di Esperia. Misteri del CAI. Comunque quelli di Esperia i Lepini si sono scordati che esistono, o almeno i Lepini settentrionali. Esperia sta nella parte meridionale della provincia di Frosinone, sui Monti Aurunci.
 
Ultima modifica di un moderatore:
Personalmente sono stato socio CAI per un solo anno. Non rifarò la tessera CAI se non su una base di stretta convenienza personale (sconti nei rifugi). Illo tempore a Roma il CAI aveva una sede a Corso Vittorio Emanuele II, l'iscrizione costava mi pare 70.000 o forse 90.000 lire (parlo di più di 20 anni fa) e c'era una moria di iscrizioni perché l'escursionista romano andava a iscriversi al CAI di Tivoli, di Palestrina ecc. e questo non senza ragione.

Ogni volta che rivado sui Monti Lepini mi incazzo con il CAI un po' di più! Un giorno o l'altro mi compro secchiello e vernice e comincio a fare marcature "ufficiose". La mancanza di segnaletica sui Lepini è una cosa scandalosa. Mi risulta che il CAI competente sia quello di Esperia, non capisco perché non il CAI di Palestrina o altro molto più vicino di Esperia. Misteri del CAI. Comunque quelli di Esperia i Lepini si sono scordati che esistono.


Il CAI non ha l'obbligo di fare manutenzione ai sentieri e alle segnavie. Neanche ai propri rifugi. Tutto quello che viene fatto è fatto gratis dai volontari. Normale quindi che se in una sezione manca di gente volenterosa, i sentieri che gestisce vadano in degrado; in questi casi però dovrebbe intervenire l'amministrazione comunale, dopo tutto il turismo è un vantaggio più per i comuni di montagna che per il CAI.
 
Nonostante tutte le agevolazioni di cui non ho mai fatto uso (quella principale è l'assicurazione e sono felice di non averlo mai fatto), sono iscritto al CAI perchè spero che questo mio contributo serva a far mantenere l'ambiente montano un buon connubio tra natura selvaggia ed ambiente accogliente.
 
Allora, non so esattamente se il CAI ha l'obbligo di mantenere certi sentieri. O meglio, non so bene cosa questo significhi in pratica.
Per quanto ne so: i gestori di rifugi hanno un certo numero di sentieri da curare e manutenere, nella propria zona.

Le sezioni pure, credo abbiano un'area da controllare. Che poi il lavoro sia fatto - o non fatto - da volontari, questo è un altro discorso...
Non credo che il Cai sia perfetto, tutt'altro. A me per esempio fa rabbia il fatto che ci sia quasi dimenticati il settore "alpinismo", a favore di escursionismo, ciaspolate, ferrate o altre attività più "semplici" (e che portano quindi più iscritti).
Però per chi inizia a frequentare la montagna e non sa da che parte girarsi, è un buon punto di partenza. Io forse sono stato anche fortunato a trovare un buon gruppo e vado volentieri alle escursioni proposte, da alternare ad altre in solitaria o in coppia.
 
Iscriversi al CAI significa innanzitutto entrare in club con vantaggi e svantaggi tipici di un club.

In termini economici i vantaggi sono relativi, ma certamente i due principali sono:
- la copertura assicurativa, che in caso di un soccorso in montagna può coprire spese importanti; personalmente per me questo è uno dei motivi principali, avendo gratutitamente usufruito di un soccorso in montagna (non necessario ma imposto dalle regole di un parco che ha obbligato l'intervento per un ritardo); in ogni caso ritengo che la copertura assicurativa sia importante e in caso di necessità estremamente vantaggiosa;
- sconti nei rifugi e nei corsi, che diventa però utile solo nella misura in cui si fa un rilevante uso dei rifugi gestiti dal CAI e i gestori non trovano espedienti per aggirare i tariffari; comunque non è difficile recuperare la spesa della tessera con il costo di iscrizione.

Si potrebbero aggiungere gli sconti nei negozi convenzionati, ma molto spesso tali negozi ti fanno ugualmente tali sconti semplicemente trattando, e poi negli ordini online è difficile che se ne possa usufruire.

Sul piano dell'utilità e del vantaggio economico, ha fatto bene "Caprimulgo" a ricordare la rivista:
- tale rivista vale molto più del costo di abbonamento già da sola ed è utile e interessante; tant'é che avendo questa ho rinunciato ad altre pubblicazioni mensili di montagna.

Al piano economico bisogna però aggiungerele motivazioni sociali e ambientali.

Le iscrizioni consentono la manutenzione di rifugi e di sentieri, perché se è vero che in questo la disponibilità in termini di tempo dei volontari è fondamentale, è altrettanto vero che materiali e attrezzature sono acquisite con risorse del club/della sezione; più in generale il club è fondamentale nella diffusione di una sana cultura escursionistica e alpinistica, potendo di solito contare anche sull'aggregazione sociale in sezione.

Personalmente sono iscritto da tantissimi anni e ne sono anche un po' orgoglioso.
 
Allora, non so esattamente se il CAI ha l'obbligo di mantenere certi sentieri. O meglio, non so bene cosa questo significhi in pratica.
Per quanto ne so: i gestori di rifugi hanno un certo numero di sentieri da curare e manutenere, nella propria zona.Le sezioni pure, credo abbiano un'area da controllare. Che poi il lavoro sia fatto - o non fatto - da volontari, questo è un altro discorso...

Il CAI ha centinaia di rifugi, e la gestione di questi negli ultimi anni è sempre più problematica. Alcuni sicuramente si mantengono da soli, ma tanti altri non rendono a sufficienza per poterli mantenere. Infatti in molti casi sono gli enti locali che intervengono, visto che rifugio=senieri=turismo=soldi che restano sul territorio montano. L'interesse quindi dovrebbe essere di tutti: del CAI per una questione di 'mission', della popolazione locale per questioni economiche. Però non si puo' comunque pretendere l'efficienza da dei volontari, non sono dipendenti, tocca prendere quello che viene, e se chi frequenta un posto non è soddisfatto della segnaletica e della manutenzione puo' solo rimboccarsi le maniche e darsi da fare, non puo' pretendere che altri lavorino gratis per lui.

Non credo che il Cai sia perfetto, tutt'altro. A me per esempio fa rabbia il fatto che ci sia quasi dimenticati il settore "alpinismo", a favore di escursionismo, ciaspolate, ferrate o altre attività più "semplici" (e che portano quindi più iscritti).

Dire che il CAI trascuri l'alpinismo mi pare abbia poco senso; sulle attività le sezioni sono autonome, e tutto dipende dai membri che la compongono. Nella mia sezione ad esempio la scuola di alpinismo è sovraffollata, per fare un corso base devi prenotarti 2 anni prima. Poi è chiaro, fare alpinismo comporta rischi che pochi vogliono correre, e necessita di una preparazione fisica che non tutti possono o vogliono impegnarsi di avere. Normalissimo che la sezione escursionismo sia sempre più numerosa, sarebbe strano il contrario.
 
Chiedo in anticipo scusa nel caso io abbia sbagliato sezione ma...mi sto ambientando!

Io non sono iscritto al CAI ma prima o poi penso che lo farò visti i molti vantaggi che questo sembra comportare.

Detto questo mi piacerebbe sapere cosa vi ha spinto ad iscrivervi ad una sezione CAI, i vantaggi, le agevolazioni ecc.
E , perchè no,il motivo per cui non siete iscritti oppure il perchè avete lasciato il gruppo.

Il tutto senza polemiche, è solo per capire se mi è sfuggito qualcosa tra le informazioni trovate sul web.

grazie!

Di questi i primi due punti (sconti nei negozi convenzionati e copertura assicurativa) sono identicamente coperti anche da iscrizioni alla Federazione Italiana Escursionismo o a FederTrek.

Sono interessato anche io alle "affiliazioni".
Sto riprendendo con una certa assiduità a fare uscite e vorrei capire meglio quali vantaggi ci possono essere.
 
Se questo è vero, allora il CAI non serve a nulla. E i soldi che fine fanno? A mantenere un carrozzone che si gira i pollici tutto il dì?

Spinoza prendi bene la mira prima di sparare nel mucchio:
Iscriversi al CAI significa innanzitutto entrare in club con vantaggi e svantaggi tipici di un club.

In termini economici i vantaggi sono relativi, ma certamente i due principali sono:
- la copertura assicurativa, che in caso di un soccorso in montagna può coprire spese importanti; personalmente per me questo è uno dei motivi principali, avendo gratutitamente usufruito di un soccorso in montagna (non necessario ma imposto dalle regole di un parco che ha obbligato l'intervento per un ritardo); in ogni caso ritengo che la copertura assicurativa sia importante e in caso di necessità estremamente vantaggiosa;
- sconti nei rifugi e nei corsi, che diventa però utile solo nella misura in cui si fa un rilevante uso dei rifugi gestiti dal CAI e i gestori non trovano espedienti per aggirare i tariffari; comunque non è difficile recuperare la spesa della tessera con il costo di iscrizione.

Si potrebbero aggiungere gli sconti nei negozi convenzionati, ma molto spesso tali negozi ti fanno ugualmente tali sconti semplicemente trattando, e poi negli ordini online è difficile che se ne possa usufruire.

Sul piano dell'utilità e del vantaggio economico, ha fatto bene "Caprimulgo" a ricordare la rivista:
- tale rivista vale molto più del costo di abbonamento già da sola ed è utile e interessante; tant'é che avendo questa ho rinunciato ad altre pubblicazioni mensili di montagna.

Al piano economico bisogna però aggiungerele motivazioni sociali e ambientali.

Le iscrizioni consentono la manutenzione di rifugi e di sentieri, perché se è vero che in questo la disponibilità in termini di tempo dei volontari è fondamentale, è altrettanto vero che materiali e attrezzature sono acquisite con risorse del club/della sezione; più in generale il club è fondamentale nella diffusione di una sana cultura escursionistica e alpinistica, potendo di solito contare anche sull'aggregazione sociale in sezione.

Personalmente sono iscritto da tantissimi anni e ne sono anche un po' orgoglioso.

Se ognuno prima di sparare connettesse il cervello... smetterebbe di sparare cazzate e non rischierebbe di fare vittime tra persone impegnate e in gamba; perché un club è fatto prevalentemente di volontari impegnati e "in gamba" (!).
 
Però non si puo' comunque pretendere l'efficienza da dei volontari, non sono dipendenti, tocca prendere quello che viene, e se chi frequenta un posto non è soddisfatto della segnaletica e della manutenzione puo' solo rimboccarsi le maniche e darsi da fare, non puo' pretendere che altri lavorino gratis per lui.

Difatti, mica voglio la luna. E la mia parte quest'anno l'ho fatta, dando una mano in Val Monzoni dove la Susat ha in gestione il Rifugio Taramelli. Purtroppo non abbiamo potuto fare molto per via dell'innevamento ancora molto abbondante ad inizio stagione.
Però, e in effetti qua ammetto la mia ignoranza, mi sembra strano che il CAI non abbia alcun obbligo nella manutenzione dei sentieri che ha in gestione.

Il discorso rifugi è un'altra cosa, anche nel ricco Trentino hanno congelato, in tempo di elezioni, tutte le risorse destinate a lavori di ammodernamento/messa in regola dei rifugi.
E il discorso "alpinismo" è più un discorso a livello provinciale. C'è sì una scuola di arrampicata&alpinismo, ma non mi pare che nelle sezioni ci sia molta attività in questo senso. Uno fa il corso e poi va per gli affari suoi...

E comunque, io non mi sono iscritto, e ne mi iscriverei per i vantaggi economici. Possono far comodo, ma probabilmente ci sono - come già illustrato - equivalenti migliori.
E dire che i soldi vadano nel carrozzone che si gira i pollici è un po' sparare nel mucchio, ma temo che sia anche in parte vero. Alla fine è una grossa organizzazione come tante altre. Ha i suoi meriti e i suoi difetti.
A me piace :D
 
Chi è alle prime armi con l'escursionismo un paio di anni di Cai non fanno male, anzi. Partecipando alle escursioni si apprende qualche rudimento tecnico e si comincia ad avere un'idea dei luoghi montanari della propria zona. Se si va di pullmann poi ci si abitua in maniera soft alle alzatacce. :biggrin:
Non di più però perchè poi il Cai si ferma lì.

Ben presto ti accorgerai che le escursioni proposte sono sempre le stesse, l'età media più vicina ad un circolo bocciofilo e i corsi molto costosi. In più gli sconti sui materiali (15-20%) sono polverizzati dalle offerte dei siti online, l'assicurazione sanitaria copre casi molto limitati e, cosa molto importante, solo se vai con loro http://www.cai.it/fileadmin/documen...razioni_2013/Circolare_assicurazioni_2013.pdf e la rivista cartacea superata da ciò che si trova sempre su internet.

Cosa rimane? Gli sconti sui rifugi. Non tutti i rifugi sono Cai e lo sconto non è così eclatante (in Francia gli iscritti al CAF hanno il 50%), diciamo che te lo ripaghi in quasi 10 pernottamenti (es. con il primo rifugio che mi è venuto in mente Rifugio Torino - Prezzi).



Spinoza ha scritto:
Se questo è vero, allora il CAI non serve a nulla. E i soldi che fine fanno? A mantenere un carrozzone che si gira i pollici tutto il dì?

mi unisco alla fondata obiezione! :)




@ corradoefrancesca: ma ti autociti come fonte? :lol:
 
D

Derrick

Guest
Però non si puo' comunque pretendere l'efficienza da dei volontari, non sono dipendenti, tocca prendere quello che viene, e se chi frequenta un posto non è soddisfatto della segnaletica e della manutenzione puo' solo rimboccarsi le maniche e darsi da fare, non puo' pretendere che altri lavorino gratis per lui.

Che io sappia il CAI ha uno status particolare, è una associazione privata ma prende soldi dallo stato per delle attività di interesse pubblico. Una ad esempio è il servizio di soccorso alpino e speleologico (CNSAS), che mi risulta gestito dal CAI, ma ovviamente finanziato (o co-finanziato) dallo Stato.

http://www.cnsas.it/

Esiste una Legge dello Stato volta a dettare dispositizioni per Il Club Alpino Italiano, la Legge 24 dicembre 1985, n. 776.

http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:1985-12-24;776~art1

Tale legge viene espressamente richiamata dal CAI nel proprio sito per spiegare qual'è la funzione dell'associazione
http://www.cai.it/index.php?id=10&L=0

e già all'art. 1 della Legge si vede chiaramente che il CAI riceve un cospicuo contributo da parte dello Stato per aiutarlo nell'espletamento della sua funzione sociale (utile e importante).

All'art. 2 lettera b) si dice che il CAI provvede
"al tracciamento, alla realizzazione e alla manutenzione di sentieri, opere alpine e attrezzature alpinistiche"

Per quanto riguarda i sentieri, anche lì vengono spesi i soldi che il CAI riceve da Pantalone per la manutenzione dei sentieri che è, come dire, "demandata" dallo Stato a questa associazione, tanto che è ritenuto in qualche modo sbagliato e socialmente dannoso mettersi per proprio conto a fare segnature.

Ora io capisco benissimo che se ognuno che vuole aiutare la montagna si mette a fare segnature la montagna diventa un casino di bolli di colori diversi, e in generale capisco che per la salute della montagna è necessario che i sentieri ci siano, ma che siano di numero limitato e che gli escursionisti evitino per quanto possibile i fuori sentiero soprattutto in aree ad alto valore naturalistico. Capisco quindi che la manutenzione della viabilità sentieristica sia demandata ad un singolo ente che definisce la numerazione, definisce la cartografia dei sentieri e contribuisce a mettere ordine dove ci sarebbe solo casino, e capisco pure che lo Stato finanzi l'associazione che questo fa. Purché, presi i soldi, il lavoro venga fatto.

Il fatto che le segnature siano fatte dai "volontari" del CAI non cambia la questione perché "volontario" non significa né deve significare uno che lavora gratuitamente. Come non lavorano gratuitamente i volontari del soccorso alpino (ed è giusto che vengano retribuiti), dò per scontato che non lavori gratuitamente il volontario del CAI quando va a fare le segnature, a mettere le bandierine ecc. cioè mi aspetto che riceva un compenso per il lavoro e non solo per l'irrisorio costo della vernice.

Se però i sentieri fossero fatti da "volontari" del CAI senza retribuzione, allora devo ancora capire perché viene attribuito, anche in questa discussione*, al CAI il merito di curare i sentieri, perché in quel caso non li cura il CAI, li curano singole persone senza contributo del CAI, e non si capisce per quale ragione dare i soldi al CAI (iscrivendosi al CAI invece, che so, a SentieroVerde) cambi qualcosa dal punto di vista della manutenzione dei sentieri.

Per concludere il CAI è un'associazione privata investita, dallo Stato, di una importante funzione sociale per la quale riceve un contributo. Nell'espletamento di questa funzione rientra la manutenzione dei sentieri. La legge non dice "sul Terminillo sì ma sui Lepini no" ;) e quindi io HO il diritto morale, da escursionista, di lamentarmi del fatto che l'attività di segnatura del CAI, svolta con grande efficacia in altre parti d'Italia, sia praticamente assente sui Monti Lepini.

* Hathi dice ad esempio: [essere iscritto al CAI significa anche] concorrere al mantenimento dei rifugi e dei bivacchi ed alla manutenzione dei sentieri ma dice una cosa che io già davo per scontato.
 
Ultima modifica di un moderatore:
Mi associo a questo commento:
Alla fine è una grossa organizzazione come tante altre. Ha i suoi meriti e i suoi difetti.
A me piace :D

E rispetto alla questione specifica dei sentieri rilevo che tra le finalità del CAI di cui all'articolo 1 del regolamento generale indica la seguente:
"d) facilita la diffusione della frequentazione della montagna e delle escursioni, anche in forma collettiva, costruendo e mantenendo in efficienza strutture ricettive e sentieri"

Ovviamente per fare questo si avvale di soci volontari, a cui rimborsa le spese di materiali e attrezzature, dando istruzioni e criteri di riferimento. Mentre non mi risulta che sia sovvenzionato dallo Stato nello specifico per questo.

Nello specifico invito a riflettere chi manterrebbe, bene o male (in relazione alle disponibilità territoriali), in buona parte del territorio montano strutture e sentieri, anche attrezzati, senza il CAI, salvo laddove ci sono speciali interessi economici locali.

Più in generale ricordo l'articolo 1 dello Statuto – Costituzione e finalità - Il Club alpino italiano (C.A.I.), fondato in Torino nell’anno 1863 per iniziativa di Quintino Sella, libera associazione nazionale, ha per iscopo l’alpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza e lo studio delle montagne, specialmente di quelle italiane, e la difesa del loro ambiente naturale.

E soprattutto invito a consultare l'articolo 1 completo del Regolamento generale.

Sui vantaggi economici, che ribadisco ci sono e sono concreti, mi sono già espresso.

Quanto sopra lo dico a titolo personale, essendo un semplice iscritto, pur da tanti anni, (ho iscritto anche moglie e figlioli) e non frequentando la sezione se non per particolari circostanze (rinnovo, recupero di qualche informazione e poco più).
 
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