- Parchi d'Abruzzo
-
- Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Data: 19 ottobre 2017
Regione e provincia: Abruzzo, L'Aquila
Località di partenza: piazzale Campo Imperatore
Località di arrivo: idem
Tempo di percorrenza: ...
Chilometri: 10.9
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: passaggi su roccia elementari ma non banali per la "via delle creste" al ritorno, in generale comunque ambiente di alta montagna
Periodo consigliato: in assenza assoluta di neve e ghiaccio
Segnaletica: buona
Dislivello in salita: 879m
Dislivello in discesa: 882m
Quota massima: 2912m (vetta del Corno Gande)
Accesso stradale: SS17
Descrizione
Il Corno Grande del Gran Sasso d'Italia è il re degli appennini... non c'è da discutere, 2912m, è il più alto ed inoltre è veramente uno spettacolo da qualsiasi versante lo si guardi. Anche per questa ragione, quando tecnicamente sono assenti le insidie dell'inverno, ovvero anche solo il ghiaccio prima delle nevicate, è preso d'assalto praticamente da ogni persona che passa qualche giorno da queste parti... la cosa è comprensibile, ma per noi aborigeni è la principale ragione che ci tiene lontani dal re. Perchè la catena del Gran Sasso ha meraviglie altrettanto appaganti che si possono godere anche in solitudine o quasi e quindi capita sovente che chi vive a due passi da lui, vada sul Corno Grande piuttosto di rado.
Però il re è il re ed ha un fascino potente, inoltre chiunque come noi solca spesso le sue appendici sente un po' un debito di riconoscenza nei suoi confronti ed ecco che ad un certo punto non si può fare a meno di salirci.
All'inizio della bella stagione ho detto al socio cialtrone @Leo da solo che il re mi chiamava da un po', ma il suo entusiasmo era paragonabile a quello di uno che deve andare dal dentista perchè la sua ultima volta è stata affollata e chiassosa e la cosa lo ha parecchio indisposto. Arriva quindi questo ottobre poco piovoso (quindi nevoso) e con picchi piuttosto caldi dei quali si giovano i versanti a Sud anche se in quota, pertanto provo a tentarlo... non è convinto. Dai, fidati che non c'è nessuno e tra un po' il ghiaccio sarà troppo, ci salta la stagione! Cede un minimo ma non è ancora convinto... ma se cucinassimo in vetta? Gli occhi gli brillano, tortellini panna, prosciutto e parmigiano? Aggiudicato! Però Leo aggiunge una condizione, dobbiamo andarci in camicia (e gilet) perchè il re è il re e quindi bisogna vestirsi come si deve... giusto, ci sto. Allora partiamo da Campo Imperatore per la via Estiva? Si, partiamo, il meteo è splendido e avendo scelto (per eventuale ghiaccio) di non partire troppo presto, fa quasi caldo nonostante i 2100m, Zoe e Linda saltellano felicissime e dei pochi escursionisti che incrociamo alcuni prendono addirittura vie diverse.
Il sentiero scorre semplice e veloce fino alla sella di monte Aquila, qui incontriamo un ragazzo simpaticissimo (Sandro) con la sua cucciola "Panna" (i nostri tortellini, pensa un po'...) che si unisce alla nostra combriccola. La sua cucciola non è molto pratica di questo ambiente e gli diciamo che stando con Zoe ma soprattutto con Linda potrà vedere ed imparare, così ci incamminiamo verso la sella del Brecciaio per un sentiero che è ancora una passeggiata anche se in un ambiente meraviglioso
Giunti alla sella del brecciaio l'ambiente muta, le pendenze cambiano, la quota aumenta: è il primo vero assaggio di montagna vera mentre l'orizzonte promette roccia e chi conosce il tragitto sa che la meta è ancora lontana.
Ci voltiamo indietro a guardare il sentiero percorso ed il monte Portella chiude la conca di Campo Pericoli con la sua forma semi-sferica con il rifugio Duca degli Abruzzi che si staglia sulla cresta.
Il bivio per la restaurata ferrata Brizio è una selletta ammaliante, quindi diventa anche l'occasione per una breve sosta per noi ed i quadrupedi saltellanti.
Si riparte, vogliamo arrivare in vetta per l'ora di pranzo (chissà perchè...) e dopo un altro strappo in salita siamo alla "conca degli invalidi", spesso in ombra, che potrebbe serbarci qualche sgradita sorpresa in termini di ghiaccio ma in realtà i lembi ghiacciati sono tutti comodamente evitabili in sicurezza.
Mi sono sempre chiesto il motivo del toponimo "conca degli invalidi" e mi sono dato due risposte, la prima di carattere generale, la seconda personale. La risposta generale è che probabilmente - trattandosi di un tratto sovente in ombra e ad una quota importante può riservare parecchie insidie. La risposta personale è che io soffro la quota e più o meno in questa zona si tocca quella per me critica dei 2800m... sistematicamente inizia a girarmi la testa quindi devo guardarmi i piedi mentre cammino alzando solo poco lo sguardo, fatico ad ossigenarmi (non a respirare ma a trarre beneficio dal respiro) e la mia andatura già normalmente da bradipo diventa pressochè scandalosa... il bello è che qui, dove io vado in crisi, inizia anche il tratto tecnicamente più impegnativo del tracciato perchè su roccette solide ma con una pendenza che a tratti può anche richiedere l'ausilio delle mani: però per me è anche il tratto dell'orgoglio, io in vetta ci voglio arrivare, quindi dico ai miei compagni di andare su tranquillamente con il loro passo (non mi perderanno mai di vista) ma io so che arriverò col mio.
Superata questa spalla rocciosa il panorama inizia ad essere più entusiasmante di quanto già non lo fosse e la sensazione di essere sul re degli appennini diventa tangibile.... il Rifugio Franchetti che sempre si guarda dal basso qui è sotto di noi
Si osserva "dall'alto in basso" il maestoso Pizzo Cefalone ed i suoi ambienti, il Corvo alle sue spalle, lago di Campotosto ancora dietro, grande parte della catena occidentale, nonchè il sentiero percorso, lo sguardo si perde...
Alcuni traversi innevati, anche se evitabili, fanno desistere il nostro amico Sandro che non è sereno per la sua inesperta cucciolona Panna, speriamo di rivederci per qualche altra avventura insieme, noi continuiamo anche perchè i tratti sono comunque aggirabili con un minimo di dimestichezza.
La mia Zoe saltella come una capretta tra le rocce ad alta quota, il mare è sfuocato all'orizzonte: siamo praticamente in vetta
Ed in vetta diamo un senso ai nostri zaini dal peso esasperante, un autoscatto in quota, il tributo dei tortellini al re, la pappa buona e poi un caffè fumante fatto con la moka... il tutto a quasi tremila metri di quota, senza vento particolare, temperature adeguate all'altezza ma piacevole e praticamente in solitudine per circa un'ora, quando si dice una giornata perfetta.
L'idea di questa giornata era di non scendere dalla medesima via di salita ma percorrere la inedita (per entrambi) via delle creste, una traccia su una splendida cresta che scorre parallela al sentiero normale ma che presenta esposizioni da non sottovalutare e passaggi che richiedono piede fermo anche se tecnicamente a stento si tocca il II grado. Io però con i capogiri della quota ho detto al socio che sicuramente non è la via adatta per me, ma sarà la pappa, la compagnia, la giornata perfetta, dopo un'ora in vetta mi sono non solo acclimatato ma mi sento davvero bene e quindi via delle creste sia!
La cresta è aerea, si mostra sotto di noi ed offre scorci entusiasmanti
Diversi i passaggi da un lato all'altro se non in cresta, tutti molto divertenti anche per le nostre quadrupedi che si dimostrano fantastiche
Affacci splendidi da un lato e dall'altro
Balconi naturali che ammaliano anche le nostre due quadrupedi pelose
Non ho ancora fatto una foto decente al Corno Piccolo oggi, cerco di rimediare subito...
La via è più lunga di quanto ci aspettavamo, ma ingaggiante e divertente, ci voltiamo a guardarla mentre siamo quasi al bivio per la Brizio e la normale
E di nuovo alla serra del brecciaio che pietrosa scivola sotto i nostri piedi
Dal Brecciaio in poi è una passeggiata trotterellante in discesa, alla sella di Monte Aquila non riesco mai a fare a meno di fare una foto.
Puntiamo il piazzale di Campo Imperatore dalla sella di Monte Aquila ed al bivio di nuovo una foto irrinunciabile a Campo Pericoli acceso dalla luce di un sole che inizia a calare e dai colori autunnali, è stata una giornata meravigliosa in cui tutto si è incastrato alla perfezione, compresa la mia difficoltà alle alte quote che è il tributo da pagare al re degli Appennini... e lo pago sempre ben volentieri
Alla prossima!
Regione e provincia: Abruzzo, L'Aquila
Località di partenza: piazzale Campo Imperatore
Località di arrivo: idem
Tempo di percorrenza: ...
Chilometri: 10.9
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: passaggi su roccia elementari ma non banali per la "via delle creste" al ritorno, in generale comunque ambiente di alta montagna
Periodo consigliato: in assenza assoluta di neve e ghiaccio
Segnaletica: buona
Dislivello in salita: 879m
Dislivello in discesa: 882m
Quota massima: 2912m (vetta del Corno Gande)
Accesso stradale: SS17
Descrizione
Il Corno Grande del Gran Sasso d'Italia è il re degli appennini... non c'è da discutere, 2912m, è il più alto ed inoltre è veramente uno spettacolo da qualsiasi versante lo si guardi. Anche per questa ragione, quando tecnicamente sono assenti le insidie dell'inverno, ovvero anche solo il ghiaccio prima delle nevicate, è preso d'assalto praticamente da ogni persona che passa qualche giorno da queste parti... la cosa è comprensibile, ma per noi aborigeni è la principale ragione che ci tiene lontani dal re. Perchè la catena del Gran Sasso ha meraviglie altrettanto appaganti che si possono godere anche in solitudine o quasi e quindi capita sovente che chi vive a due passi da lui, vada sul Corno Grande piuttosto di rado.
Però il re è il re ed ha un fascino potente, inoltre chiunque come noi solca spesso le sue appendici sente un po' un debito di riconoscenza nei suoi confronti ed ecco che ad un certo punto non si può fare a meno di salirci.
All'inizio della bella stagione ho detto al socio cialtrone @Leo da solo che il re mi chiamava da un po', ma il suo entusiasmo era paragonabile a quello di uno che deve andare dal dentista perchè la sua ultima volta è stata affollata e chiassosa e la cosa lo ha parecchio indisposto. Arriva quindi questo ottobre poco piovoso (quindi nevoso) e con picchi piuttosto caldi dei quali si giovano i versanti a Sud anche se in quota, pertanto provo a tentarlo... non è convinto. Dai, fidati che non c'è nessuno e tra un po' il ghiaccio sarà troppo, ci salta la stagione! Cede un minimo ma non è ancora convinto... ma se cucinassimo in vetta? Gli occhi gli brillano, tortellini panna, prosciutto e parmigiano? Aggiudicato! Però Leo aggiunge una condizione, dobbiamo andarci in camicia (e gilet) perchè il re è il re e quindi bisogna vestirsi come si deve... giusto, ci sto. Allora partiamo da Campo Imperatore per la via Estiva? Si, partiamo, il meteo è splendido e avendo scelto (per eventuale ghiaccio) di non partire troppo presto, fa quasi caldo nonostante i 2100m, Zoe e Linda saltellano felicissime e dei pochi escursionisti che incrociamo alcuni prendono addirittura vie diverse.

Il sentiero scorre semplice e veloce fino alla sella di monte Aquila, qui incontriamo un ragazzo simpaticissimo (Sandro) con la sua cucciola "Panna" (i nostri tortellini, pensa un po'...) che si unisce alla nostra combriccola. La sua cucciola non è molto pratica di questo ambiente e gli diciamo che stando con Zoe ma soprattutto con Linda potrà vedere ed imparare, così ci incamminiamo verso la sella del Brecciaio per un sentiero che è ancora una passeggiata anche se in un ambiente meraviglioso

Giunti alla sella del brecciaio l'ambiente muta, le pendenze cambiano, la quota aumenta: è il primo vero assaggio di montagna vera mentre l'orizzonte promette roccia e chi conosce il tragitto sa che la meta è ancora lontana.

Ci voltiamo indietro a guardare il sentiero percorso ed il monte Portella chiude la conca di Campo Pericoli con la sua forma semi-sferica con il rifugio Duca degli Abruzzi che si staglia sulla cresta.

Il bivio per la restaurata ferrata Brizio è una selletta ammaliante, quindi diventa anche l'occasione per una breve sosta per noi ed i quadrupedi saltellanti.

Si riparte, vogliamo arrivare in vetta per l'ora di pranzo (chissà perchè...) e dopo un altro strappo in salita siamo alla "conca degli invalidi", spesso in ombra, che potrebbe serbarci qualche sgradita sorpresa in termini di ghiaccio ma in realtà i lembi ghiacciati sono tutti comodamente evitabili in sicurezza.

Mi sono sempre chiesto il motivo del toponimo "conca degli invalidi" e mi sono dato due risposte, la prima di carattere generale, la seconda personale. La risposta generale è che probabilmente - trattandosi di un tratto sovente in ombra e ad una quota importante può riservare parecchie insidie. La risposta personale è che io soffro la quota e più o meno in questa zona si tocca quella per me critica dei 2800m... sistematicamente inizia a girarmi la testa quindi devo guardarmi i piedi mentre cammino alzando solo poco lo sguardo, fatico ad ossigenarmi (non a respirare ma a trarre beneficio dal respiro) e la mia andatura già normalmente da bradipo diventa pressochè scandalosa... il bello è che qui, dove io vado in crisi, inizia anche il tratto tecnicamente più impegnativo del tracciato perchè su roccette solide ma con una pendenza che a tratti può anche richiedere l'ausilio delle mani: però per me è anche il tratto dell'orgoglio, io in vetta ci voglio arrivare, quindi dico ai miei compagni di andare su tranquillamente con il loro passo (non mi perderanno mai di vista) ma io so che arriverò col mio.

Superata questa spalla rocciosa il panorama inizia ad essere più entusiasmante di quanto già non lo fosse e la sensazione di essere sul re degli appennini diventa tangibile.... il Rifugio Franchetti che sempre si guarda dal basso qui è sotto di noi

Si osserva "dall'alto in basso" il maestoso Pizzo Cefalone ed i suoi ambienti, il Corvo alle sue spalle, lago di Campotosto ancora dietro, grande parte della catena occidentale, nonchè il sentiero percorso, lo sguardo si perde...

Alcuni traversi innevati, anche se evitabili, fanno desistere il nostro amico Sandro che non è sereno per la sua inesperta cucciolona Panna, speriamo di rivederci per qualche altra avventura insieme, noi continuiamo anche perchè i tratti sono comunque aggirabili con un minimo di dimestichezza.

La mia Zoe saltella come una capretta tra le rocce ad alta quota, il mare è sfuocato all'orizzonte: siamo praticamente in vetta

Ed in vetta diamo un senso ai nostri zaini dal peso esasperante, un autoscatto in quota, il tributo dei tortellini al re, la pappa buona e poi un caffè fumante fatto con la moka... il tutto a quasi tremila metri di quota, senza vento particolare, temperature adeguate all'altezza ma piacevole e praticamente in solitudine per circa un'ora, quando si dice una giornata perfetta.

L'idea di questa giornata era di non scendere dalla medesima via di salita ma percorrere la inedita (per entrambi) via delle creste, una traccia su una splendida cresta che scorre parallela al sentiero normale ma che presenta esposizioni da non sottovalutare e passaggi che richiedono piede fermo anche se tecnicamente a stento si tocca il II grado. Io però con i capogiri della quota ho detto al socio che sicuramente non è la via adatta per me, ma sarà la pappa, la compagnia, la giornata perfetta, dopo un'ora in vetta mi sono non solo acclimatato ma mi sento davvero bene e quindi via delle creste sia!

La cresta è aerea, si mostra sotto di noi ed offre scorci entusiasmanti

Diversi i passaggi da un lato all'altro se non in cresta, tutti molto divertenti anche per le nostre quadrupedi che si dimostrano fantastiche

Affacci splendidi da un lato e dall'altro

Balconi naturali che ammaliano anche le nostre due quadrupedi pelose

Non ho ancora fatto una foto decente al Corno Piccolo oggi, cerco di rimediare subito...

La via è più lunga di quanto ci aspettavamo, ma ingaggiante e divertente, ci voltiamo a guardarla mentre siamo quasi al bivio per la Brizio e la normale

E di nuovo alla serra del brecciaio che pietrosa scivola sotto i nostri piedi

Dal Brecciaio in poi è una passeggiata trotterellante in discesa, alla sella di Monte Aquila non riesco mai a fare a meno di fare una foto.

Puntiamo il piazzale di Campo Imperatore dalla sella di Monte Aquila ed al bivio di nuovo una foto irrinunciabile a Campo Pericoli acceso dalla luce di un sole che inizia a calare e dai colori autunnali, è stata una giornata meravigliosa in cui tutto si è incastrato alla perfezione, compresa la mia difficoltà alle alte quote che è il tributo da pagare al re degli Appennini... e lo pago sempre ben volentieri

Alla prossima!