Tempo fa presi da Varusteleka uno Skrama 200 full tang, da manicare, come progetto divertente da seguire, per avere una versione più piccola e più da campo dello Skrama grande, da 240.
Attualmente i prezzi sono leggermente saliti, e potete trovare in commercio solo la versione hidden tang (come il fratello più grande), di questo coltello, con manico in gomma e possibile fodero in cuoio nero/marrone DX/SN. Della storia del seax e della forma della lama era stato già detto tutto in altri post, quindi non mi ripeto.
Metto le foto di come si presentava il coltello, da nuovo
Lama ben affilata, finiture "ruvide e piena di decarburazione superficiale dappertutto, lasciata così dal trattamento termico. Codolo alleggerito, con tanto di fori già pronti. Tutto molto funzionale e grezzo. Con il solo problema tecnico che la resina epossidica attacca male sul codolo pieno di decarburazione.
Un problema secondario, comunque presente, che per mia fortuna non ho dovuto risolvere io. Ho infatti mandato questa lama a Giuseppe Lovaglio, insieme al mio Srk, per farlo manicare da lu. Ed inutile dirlo, ha fatto come sempre, un lavoro eccezionale.
Metto qua alcune foto delle lavorazioni fatte da lui, durante la manicatura.
Ma prima vorrei dedicare due parole alla Decarburazione superficiale, perchè magari non è un termine noto a tutti.
Allora, tecnicamente, come dice la parola, con il De privativo all'inizio, decarburazione vuol dire senza il Carbonio, quindi senza i carburi che forma nelle leghe metalliche. A volte è anche definita come impoverimento di Carbonio. Inutile ricordare che il Carbonio è uno dei principali elementi di un acciaio. Ma non solo.
Quando surriscaldo troppo una lega, portandola ad alte temperature, la struttura austenitica dell'acciaio ha troppa energia cinetica, che rompe i legami del Carbonio, liberandolo e decarburando la lega stessa. Questo processo, se non voluto e controllato, ha risultati disastrosi sull'acciaio stesso.
Come dicevo può essere anche voluto, la decarburazione infatti si usa nella formazione della ghisa, che ha molto più carbonio dell'acciaio. Infatti decarburando la ghisa, posso ottenere una ghisa più rifinita dopo la prima fusione, oppure se riduco tanto il carbonio (sotto il 2%) arrivo all'acciaio. Poi ovviamente la lavorazione continua. In questo caso la decarburazione è una fase del processo produttivo, voluta e studiata e non è il risultato di un trattamento termico di un acciaio. Quindi c'è una bella differenza.
Tornando all'acciaio, queste aree bruciate in fase di trattamento termico, si presentano come zone a chiazze, a volte butterate, chiamate anche a buccia d'arancia, di solito di colore scuro. Tecnicamente hanno una durezza molto inferiore, sono aree più morbide, che se particolarmente estese possono far partire una cricca e far rompere l'acciaio. Inoltre se un acciaio è stato progettato per resistere ad x carichi, in y spessore, in una parte meccanica di una macchina generica, se è indebolito dalla decarburazione cederà prima di quanto previsto (consumandosi prima in quanto in parte più morbido) oppure cederà ai primi utilizzi (in quanto indebolito dalla decarburazione e non in grado di sopportare quanto previsto dal progetto iniziale). C'è insomma, tecnicamente una diminuzione del limite di fatica e una diminuzione delle caratteristiche meccaniche dell'acciaio interessato.
Per quanto riguarda la coltelleria la decarburazione può essere di vari tipi:
- decarburazione superficiale totale (una totale perdita di carbonio superficiale)
- decarburazione superficiale parziale (una parziale perdita di carbonio superficiale)
- decarburazione complessiva o globale
La profondità della decarburazione complessiva o globale è la distanza tra la superficie del pezzo ed il limite a partire dal quale il tenore di carbonio coincide con quello del metallo di base non alterato.
La profondità della decarburazione complessiva dipende da:
- temperatura massima di deformazione a caldo o di trattamento termico
- tempo di permanenza a tale temperatura
- tipo di atmosfera
- tipo di materiale ferroso, lega ecc. di partenza
Come si può capire, per fortuna spesso ci troviamo davanti a decarburazioni superficiali, quindi che riguardano la sola superficie dell'acciaio, e spesso sono parziali e non totali, pochissimo materiale è interessato e questo non compromette minimamente l'usabilità o il trattamento termico o in alcun modo il coltello. Ma vanno fatte alcune considerazioni.
La prima è che colle, resine ecc. non attaccano bene su una superficie totalmente decarburata. La seconda è che la decarburazione superficiale favorisce la formazione di ossido attivo (ruggine rossa) e può favorire la partenza di importanti fenomeni degenerativi. La terza è che quello che spesso viene venduto come un nero di tempra, o una finitura figa e protettiva, non è altro che una decarburazione lasciata dal trattamento termico, che non è stata rimossa per evitare costi aggiuntivi sulla finitura superficiale e che anzi viene spacciata come un qualcosa in più e non una lavorazione in meno.
Ovviamente non è questo il caso. Mi spiego meglio. Terawa fa prodotti economici, ma validi, lame da usare e non da collezionare. Insomma non si pagano finiture superficiali, lame a specchio, coperture di ultima generazione che non ci sono. Si paga e si ottiene esattamente quello che ci si aspetta, una lama grezza, temprata, affilata, ma non rifinita, ancora grezza. Quindi con una parziale decarburazione superficiale (parziale perchè ovviamente sul bisello e sul filo è stata rimossa).
Alcuni marchi invece hanno venduto prodotti non rifiniti, lasciati grezzi, mezzi decarburarti, e spacciati per finiture fighe e costose, oppure subito ricoperti da coperture nere, per massimizzare i guadagni riducendo i costi, a centinaia di dollari. Tutto sulle spalle dell'acquirente. Ogni riferimento alla Busse e company è puramente casuale. E qua capite anche da cosa deriva il mio rapporto di Amore e Odio per la Busse (ovviamente non tutti i Busse sono decarburati, ma cavoli se li hanno venduti e spacciati per il top, a centinaia di dollari, senza fodero, senza scatola o accessori e con la lama decarburata. Il caso più eclatante è la vecchia finitura Competition Finish CF, che offrivano).
Busse con finitura Competion Finish, ovvero decarburazione superficiale a buccia d'arancia, con sopra processi di forte ossidazione causati dalla decarburazione in pochi mesi. Purtroppo mio. Notate come il filo convesso satinato sia stato in gran parte risparmiato dal fenomeno. Ci tengo comunque a dire che questo è solamente un esempio e che la Busse ha sistemato tutto perfettamente, con un'ottima garanzia e un'ottima assistenza al cliente. Hanno risolto tutto, ripristinando il coltello alla perfezione, sabbiando codolo e dorso e da allora non ha mai avuto più problemi. Inoltre hanno anche tolto la finitura Competition Finish dal catalogo, dopo il 2009, perchè causa (stranamente, chi l'avrebbe mai detto??) di troppi problemi. Quindi le foto seguenti sono solo un esempio di cosa può provocare la decarburazione.
Dopo che il custom shop, nella persona di Garth reckner, braccio destro di Jerry Busse ha sistemato tutto, togliendo la parte decarburata, sabbiando dorso e codolo e rimettendo addirittura le scritte originali
Ma torniamo al Terawa in questione. Cosa si può fare per evitare la decarburazione. Niente, nel senso, che i Terawa sono lavorati così, dovrebbero cambiare acciaio o processo di trattamento termico, o tutte e due. Oppure dovrebbero rimuovere il sottilissimo strato decarburato e fare una finitura, stone-washed, sabbiata, satinata, quella che volete. Quello che spesso fanno i maker, rimuovendo i vari segni del trattamento termico, della forgiatura ecc. tra cui appunto ci può essere anche la decarburazione. La cosa ovviamente farebbe salire troppo i costi per la Terawa non gli conviene, anche perchè le lame le producono terzi. Inoltre il cavallo che vince non si cambia. Non si cambia una produzione che tecnicamente è vincente, sia sulle vendite, sia sul campo.
A livello industriale per ovviare al problema rimuovono lo strato superficiale decarburato e si parla di pezzi di alta precisione, aumentano lo spessore iniziale della lega, per compensare poi lo strato tolto e d avere lo spessore voluto. Per esempio se voglio uno spessore di 6,5 mm e devo compensare per la decarburazione, compro una lastra da 6,6 o 6,7 e dopo il trattamento termico la porto a 6.5, rimuovendo il materiale decarburato.
Chiudendo questa ampia parentesi sulla decarburazione, possiamo continuare con al recensione del Terawa 200. Allora eravamo rimasti a Giuseppe che riceve il coltello
E che per risolvere il problema della decarburazione/resina epossidica ha semplicemente usato un nastro 3M industriale, per rimuovere le parti decarburate. Un trucchetto semplice, veloce, poco costoso (che permette di evitare processi più costosi per il sottoscritto, come sabbiature, satinature ecc.). Qualcuno ha anche usato forti getti d'aria compressa oppure paste o prodotti chimici, ma questo è di gran lunga il metodo più semplice.
Poi ha potuto procedere con il sagomare ed incollare le guancette in micarta
Il progetto iniziale era di fare sul fondo uno svaso per il foro ad anello finale
Ma in fase di lavorazione Giuseppe si è accorto che era più scomodo per la mano e mi ha consigliato di lasciarlo pieno, coprendo per metà il foro e riempiendo lo spazio vuoto con resina epossidica mischiata a polvere di fibra di carbonio, soluzione che ho ovviamente scelto. Tanto lo spazio per il cordino restava comunque bello ampio, anche se metà di quello originale.
Sagomato per bene
e rifinito
Poi ho fatto fare un fodero custom in Kydex a Gianluca Obe Farini
Ora vediamo come va sul campo, con un pò di chopping
Alla fine del test nessun problema al filo. Il coltello è andato molto bene, ha una bella spinta nel chopping, ma allo stesso tempo taglia molto bene anche durante lavoretti come lo scortecciamento, fare la punta ecc. Giuseppe ha fatto un lavoro eccellente nella manicatura, comodissima e ben sagomata. eccolo in azione.
Rispetto allo Skrama 240, è non solo più corto, sia come lama, sia soprattutto come manico, ma è anche più stretta la lama. Di conseguenza il peso e la resa nel chopping sono molto diversi. Anche se lo spessore è lo stesso e ad una prima occhiata può sembrare che c'è solo una differenza di 4 cm, in realtà c'è un abisso tra i due. Uno è un coltello da campo, con ottime prestazioni generali (il 200), l'altro è un chopper, grande, con una leva lunghissima, potentissimo, uno dei pochi ibridi davvero riusciti tra machete e chopper; perfettamente utilizzabile anche come machete. Non c'è un meglio o un peggio, sono due cose completamente diverse, due categorie diverse di coltelli, dipende da cosa cercate. In generale credo sia più sfruttabile, particolare e divertente lo skrama originale, il 240. Devo ricordarmi di fare prima o poi un video comparativo tra i due.
Ma se uno cerca un coltello da campo, più portabile in escursione, il 200 è una scelta interessante, perchè lo jakaripuukko 140 è un buon prodotto, ma non è incisivo sul chopping, per i lavori da campo veri, da solo non basta, difatti è classificabile come un multiruolo. Anche qua dipende da cosa uno cerca, chi usa lo Jakaripuukko da 110, con una accetta e segaccio, non ha bisogno ne del 140, ne del 200. Giustamente per il loro catalogo il 200 copre una fascia, i coltelli da campo, che a loro mancava. Lo trovo un ottimo prodotto, dal giusto costo e lo consiglio vivamente, soprattutto nella versione hidden tang, manico in gomma, fodero in cuoio, già pronto da usare. Ecco il link per chi fosse interessato
https://www.varusteleka.com/en/product/terava-skrama-200-carbon-steel/63759
Attualmente i prezzi sono leggermente saliti, e potete trovare in commercio solo la versione hidden tang (come il fratello più grande), di questo coltello, con manico in gomma e possibile fodero in cuoio nero/marrone DX/SN. Della storia del seax e della forma della lama era stato già detto tutto in altri post, quindi non mi ripeto.
Metto le foto di come si presentava il coltello, da nuovo

Lama ben affilata, finiture "ruvide e piena di decarburazione superficiale dappertutto, lasciata così dal trattamento termico. Codolo alleggerito, con tanto di fori già pronti. Tutto molto funzionale e grezzo. Con il solo problema tecnico che la resina epossidica attacca male sul codolo pieno di decarburazione.
Un problema secondario, comunque presente, che per mia fortuna non ho dovuto risolvere io. Ho infatti mandato questa lama a Giuseppe Lovaglio, insieme al mio Srk, per farlo manicare da lu. Ed inutile dirlo, ha fatto come sempre, un lavoro eccezionale.
Metto qua alcune foto delle lavorazioni fatte da lui, durante la manicatura.
Ma prima vorrei dedicare due parole alla Decarburazione superficiale, perchè magari non è un termine noto a tutti.
Allora, tecnicamente, come dice la parola, con il De privativo all'inizio, decarburazione vuol dire senza il Carbonio, quindi senza i carburi che forma nelle leghe metalliche. A volte è anche definita come impoverimento di Carbonio. Inutile ricordare che il Carbonio è uno dei principali elementi di un acciaio. Ma non solo.
Quando surriscaldo troppo una lega, portandola ad alte temperature, la struttura austenitica dell'acciaio ha troppa energia cinetica, che rompe i legami del Carbonio, liberandolo e decarburando la lega stessa. Questo processo, se non voluto e controllato, ha risultati disastrosi sull'acciaio stesso.
Come dicevo può essere anche voluto, la decarburazione infatti si usa nella formazione della ghisa, che ha molto più carbonio dell'acciaio. Infatti decarburando la ghisa, posso ottenere una ghisa più rifinita dopo la prima fusione, oppure se riduco tanto il carbonio (sotto il 2%) arrivo all'acciaio. Poi ovviamente la lavorazione continua. In questo caso la decarburazione è una fase del processo produttivo, voluta e studiata e non è il risultato di un trattamento termico di un acciaio. Quindi c'è una bella differenza.
Tornando all'acciaio, queste aree bruciate in fase di trattamento termico, si presentano come zone a chiazze, a volte butterate, chiamate anche a buccia d'arancia, di solito di colore scuro. Tecnicamente hanno una durezza molto inferiore, sono aree più morbide, che se particolarmente estese possono far partire una cricca e far rompere l'acciaio. Inoltre se un acciaio è stato progettato per resistere ad x carichi, in y spessore, in una parte meccanica di una macchina generica, se è indebolito dalla decarburazione cederà prima di quanto previsto (consumandosi prima in quanto in parte più morbido) oppure cederà ai primi utilizzi (in quanto indebolito dalla decarburazione e non in grado di sopportare quanto previsto dal progetto iniziale). C'è insomma, tecnicamente una diminuzione del limite di fatica e una diminuzione delle caratteristiche meccaniche dell'acciaio interessato.
Per quanto riguarda la coltelleria la decarburazione può essere di vari tipi:
- decarburazione superficiale totale (una totale perdita di carbonio superficiale)
- decarburazione superficiale parziale (una parziale perdita di carbonio superficiale)
- decarburazione complessiva o globale
La profondità della decarburazione complessiva o globale è la distanza tra la superficie del pezzo ed il limite a partire dal quale il tenore di carbonio coincide con quello del metallo di base non alterato.
La profondità della decarburazione complessiva dipende da:
- temperatura massima di deformazione a caldo o di trattamento termico
- tempo di permanenza a tale temperatura
- tipo di atmosfera
- tipo di materiale ferroso, lega ecc. di partenza
Come si può capire, per fortuna spesso ci troviamo davanti a decarburazioni superficiali, quindi che riguardano la sola superficie dell'acciaio, e spesso sono parziali e non totali, pochissimo materiale è interessato e questo non compromette minimamente l'usabilità o il trattamento termico o in alcun modo il coltello. Ma vanno fatte alcune considerazioni.
La prima è che colle, resine ecc. non attaccano bene su una superficie totalmente decarburata. La seconda è che la decarburazione superficiale favorisce la formazione di ossido attivo (ruggine rossa) e può favorire la partenza di importanti fenomeni degenerativi. La terza è che quello che spesso viene venduto come un nero di tempra, o una finitura figa e protettiva, non è altro che una decarburazione lasciata dal trattamento termico, che non è stata rimossa per evitare costi aggiuntivi sulla finitura superficiale e che anzi viene spacciata come un qualcosa in più e non una lavorazione in meno.
Ovviamente non è questo il caso. Mi spiego meglio. Terawa fa prodotti economici, ma validi, lame da usare e non da collezionare. Insomma non si pagano finiture superficiali, lame a specchio, coperture di ultima generazione che non ci sono. Si paga e si ottiene esattamente quello che ci si aspetta, una lama grezza, temprata, affilata, ma non rifinita, ancora grezza. Quindi con una parziale decarburazione superficiale (parziale perchè ovviamente sul bisello e sul filo è stata rimossa).
Alcuni marchi invece hanno venduto prodotti non rifiniti, lasciati grezzi, mezzi decarburarti, e spacciati per finiture fighe e costose, oppure subito ricoperti da coperture nere, per massimizzare i guadagni riducendo i costi, a centinaia di dollari. Tutto sulle spalle dell'acquirente. Ogni riferimento alla Busse e company è puramente casuale. E qua capite anche da cosa deriva il mio rapporto di Amore e Odio per la Busse (ovviamente non tutti i Busse sono decarburati, ma cavoli se li hanno venduti e spacciati per il top, a centinaia di dollari, senza fodero, senza scatola o accessori e con la lama decarburata. Il caso più eclatante è la vecchia finitura Competition Finish CF, che offrivano).
Busse con finitura Competion Finish, ovvero decarburazione superficiale a buccia d'arancia, con sopra processi di forte ossidazione causati dalla decarburazione in pochi mesi. Purtroppo mio. Notate come il filo convesso satinato sia stato in gran parte risparmiato dal fenomeno. Ci tengo comunque a dire che questo è solamente un esempio e che la Busse ha sistemato tutto perfettamente, con un'ottima garanzia e un'ottima assistenza al cliente. Hanno risolto tutto, ripristinando il coltello alla perfezione, sabbiando codolo e dorso e da allora non ha mai avuto più problemi. Inoltre hanno anche tolto la finitura Competition Finish dal catalogo, dopo il 2009, perchè causa (stranamente, chi l'avrebbe mai detto??) di troppi problemi. Quindi le foto seguenti sono solo un esempio di cosa può provocare la decarburazione.



Dopo che il custom shop, nella persona di Garth reckner, braccio destro di Jerry Busse ha sistemato tutto, togliendo la parte decarburata, sabbiando dorso e codolo e rimettendo addirittura le scritte originali


Ma torniamo al Terawa in questione. Cosa si può fare per evitare la decarburazione. Niente, nel senso, che i Terawa sono lavorati così, dovrebbero cambiare acciaio o processo di trattamento termico, o tutte e due. Oppure dovrebbero rimuovere il sottilissimo strato decarburato e fare una finitura, stone-washed, sabbiata, satinata, quella che volete. Quello che spesso fanno i maker, rimuovendo i vari segni del trattamento termico, della forgiatura ecc. tra cui appunto ci può essere anche la decarburazione. La cosa ovviamente farebbe salire troppo i costi per la Terawa non gli conviene, anche perchè le lame le producono terzi. Inoltre il cavallo che vince non si cambia. Non si cambia una produzione che tecnicamente è vincente, sia sulle vendite, sia sul campo.
A livello industriale per ovviare al problema rimuovono lo strato superficiale decarburato e si parla di pezzi di alta precisione, aumentano lo spessore iniziale della lega, per compensare poi lo strato tolto e d avere lo spessore voluto. Per esempio se voglio uno spessore di 6,5 mm e devo compensare per la decarburazione, compro una lastra da 6,6 o 6,7 e dopo il trattamento termico la porto a 6.5, rimuovendo il materiale decarburato.
Chiudendo questa ampia parentesi sulla decarburazione, possiamo continuare con al recensione del Terawa 200. Allora eravamo rimasti a Giuseppe che riceve il coltello

E che per risolvere il problema della decarburazione/resina epossidica ha semplicemente usato un nastro 3M industriale, per rimuovere le parti decarburate. Un trucchetto semplice, veloce, poco costoso (che permette di evitare processi più costosi per il sottoscritto, come sabbiature, satinature ecc.). Qualcuno ha anche usato forti getti d'aria compressa oppure paste o prodotti chimici, ma questo è di gran lunga il metodo più semplice.


Poi ha potuto procedere con il sagomare ed incollare le guancette in micarta

Il progetto iniziale era di fare sul fondo uno svaso per il foro ad anello finale

Ma in fase di lavorazione Giuseppe si è accorto che era più scomodo per la mano e mi ha consigliato di lasciarlo pieno, coprendo per metà il foro e riempiendo lo spazio vuoto con resina epossidica mischiata a polvere di fibra di carbonio, soluzione che ho ovviamente scelto. Tanto lo spazio per il cordino restava comunque bello ampio, anche se metà di quello originale.


Sagomato per bene

e rifinito





Poi ho fatto fare un fodero custom in Kydex a Gianluca Obe Farini

Ora vediamo come va sul campo, con un pò di chopping







Alla fine del test nessun problema al filo. Il coltello è andato molto bene, ha una bella spinta nel chopping, ma allo stesso tempo taglia molto bene anche durante lavoretti come lo scortecciamento, fare la punta ecc. Giuseppe ha fatto un lavoro eccellente nella manicatura, comodissima e ben sagomata. eccolo in azione.
Rispetto allo Skrama 240, è non solo più corto, sia come lama, sia soprattutto come manico, ma è anche più stretta la lama. Di conseguenza il peso e la resa nel chopping sono molto diversi. Anche se lo spessore è lo stesso e ad una prima occhiata può sembrare che c'è solo una differenza di 4 cm, in realtà c'è un abisso tra i due. Uno è un coltello da campo, con ottime prestazioni generali (il 200), l'altro è un chopper, grande, con una leva lunghissima, potentissimo, uno dei pochi ibridi davvero riusciti tra machete e chopper; perfettamente utilizzabile anche come machete. Non c'è un meglio o un peggio, sono due cose completamente diverse, due categorie diverse di coltelli, dipende da cosa cercate. In generale credo sia più sfruttabile, particolare e divertente lo skrama originale, il 240. Devo ricordarmi di fare prima o poi un video comparativo tra i due.
Ma se uno cerca un coltello da campo, più portabile in escursione, il 200 è una scelta interessante, perchè lo jakaripuukko 140 è un buon prodotto, ma non è incisivo sul chopping, per i lavori da campo veri, da solo non basta, difatti è classificabile come un multiruolo. Anche qua dipende da cosa uno cerca, chi usa lo Jakaripuukko da 110, con una accetta e segaccio, non ha bisogno ne del 140, ne del 200. Giustamente per il loro catalogo il 200 copre una fascia, i coltelli da campo, che a loro mancava. Lo trovo un ottimo prodotto, dal giusto costo e lo consiglio vivamente, soprattutto nella versione hidden tang, manico in gomma, fodero in cuoio, già pronto da usare. Ecco il link per chi fosse interessato
https://www.varusteleka.com/en/product/terava-skrama-200-carbon-steel/63759