Stefanobi ha scritto:
stanley ha scritto:
Sarebbe opportuno però ripetere il test anche con temperature più rigide ed in caso di vento

.
L'alcool brucia anche a molti gradi sotto zero, cambia solo il tempo di bollitura, in maniera inversamente proporzionale alla temperatura dell'acqua.
Si si Stefano.
Il mio dubbio però nasceva da questo ragionamento:
il calore prodotto da una certa quantità di alcol che brucia è legato solo al cambiamento di entalpia legato alla reazione di combustione - ossia X millilitri di alcol che bruciano producono Y calorie. Quindi le temperature presenti nei vari punti della fiamma hanno poca importanza perchè tanto il calore totale sviluppato è sempre Y.
L'ammontare di calorie necessarie a portare a ebollizione l'acqua, come giustamente dicevi, dipende dalla temperatura iniziale dell'acqua (oltre che del metallo della pentola).
Se noi allontaniamo recipiente e liquido dalla fiamma aumenteremo anche la dispersione del calore attraverso il riscaldamento dell'aria circostante; e ciò ancor di più in caso di basse temperature o in presenza di vento.
In definitiva bisognerebbe trovare, di volta in volta, le condizioni di lavoro ottimale - ossia fare in modo che la fiamma lambisca il più possibile il fondo ed i lati del recipiente - come peraltro hai schematizzato perfettamente nel tuo disegno.
Nascendo le Trangia come popote stormproof in ambienti freddi credo che il giusto compromesso l'abbiano già trovato in fabbrica.
La segnalazione di Hathi è molto interessante e credo vada approfondita ulteriormente perchè potrebbero esserci dei vantaggi legati alla migliore combustione della fiamma per un maggior apporto di ossigeno (fiamma viva - ossigeno in quantità sufficiente; fiamma fumante - sviluppo di incombusti per mancanza di ossigeno).
Però bisognerebbe valutare se il beneficio è tale anche in caso di forti dispersioni - freddo o vento appunto.