C'è un famoso episodio del 1983 che riguarda i monti Lepini. Essendo riapparso il lupo vi fu - secondo lo sbrigativo, e fuorviante racconto di Stefano Ardito, l'autore di "A piedi nel Lazio" - una battuta di caccia:
"vere e proprie squadracce di armati hanno percorso boschi e montagne. Alcune nidiate sono state bruciate vive nelle tane, mentre un cucciolo di lupo barbaramente ammazzato è stato addirittura inchiodato sulla porta del municipio di Carpineto Romano, come "avvertimento" a un sindaco colpevole - secondo gli autori del gesto - di troppe simpatie per gli ambientalisti".
Saremmo dunque di fronte a gente che, per ignoranza, per paura, per vandalismo, fa le battute di caccia al lupo.
Scava scava, la storia appare diversa. Altre fonti scritte, e una chiacchierata con un pastore del luogo, hanno descritto uno scenario MOLTO diverso.
Intanto, il lupo ufficialmente non era e non è al momento presente sui Lepini. Magari però c'è e nel 1983 c'era nonostante le negazioni delle autorità locali. Gli allevatori trovano vitellini sgozzati, pecore sbranate e chiedono risarcimenti. La risposta: non c'è il lupo sui Lepini, niente risarcimenti. Il risultato: la gente s'incazza, fa la "caccia al lupo", e magari ne inchioda uno sulla porta del municipio, per dire: "hai visto che ci sono, i lupi?".
Per chi non subisce un danno economico è sempre facile denunciare la barbarie altrui. Chi vive di pastorizia e si vede negato il giusto indennizzo può avere un punto di vista ben diverso.
Si dirà: la legge è legge e nulla giustifica l'uccisione di esemplari di specie rare e protette. Capisco. Però in questo modo la tutela delle specie rare e protette ricade, economicamente, tutta sulle spalle di una categoria già debole di suo. Tante volte parlare di tutela ambientale è comodo e non costa nulla, paga qualcun altro.
E veniamo all'orso. Non è stato scuoiato né decapitato. Senza essere il commissario Montalbano, così a naso escluderei quindi che si tratti di bracconieri, cioè di gente che pratica la caccia di frodo. Il bracconiere scuoia l'animale, lo decapita, perché la ragione della sua caccia di frodo è ricavarne la preziosa pelle, il trofeo ecc. anzi verosimilmente porta via tutto l'animale visto che l'orso ha carne commestibile.
Invece l'orso viene ucciso e lasciato sul posto, e nessuno pare interrogarsi sul perché.
Viene da pensare - non ho elementi, ma viene da pensare - che l'uccisione sia dovuta a qualche pastore o agricoltore del posto - o più di uno - che hanno subito danni a causa dell'orso.
Non so di cosa si nutra in questa stagione un orso, ma quando leggo di questi episodi mi chiedo se non siano dovuti al fatto che la gente non si rende conto che la tutela ambientale non si fa solo con le parole, i proclami e gli alti moniti, ma coi soldi.
Il territorio deve essere tenuto economicamente indenne da qualsiasi danno creato dalle specie protette o è evidente che qualcuno di tanto in tanto prenderà il fucile e avremo perso preziosissimi lupi, aquile, orsi per risparmiare il costo - a paragone irrisorio, per la collettività - di quattro agnelli e vitelli.