Ho letto con interesse i vari interventi, e come al solito è difficile discernere tra le varie argomentazioni. Non vorrei apparire banale, ma di fronte ad un problema solitamente cerco di misurare le cose, se "fa caldo" e "fa freddo" e non riusciamo a metterci d'accordo almeno misuriamo la temperatura e poi si vede. Poiché alcuni hanno fatto riferimento a rischi calcolati, la domanda è questa, quanto un rischio è moralmente accettabile? Provo a spiegarmi meglio, se viaggio in aereo e so che su un milione di passeggeri ne muore uno per disastri vari, considero la cosa accettabile e parto, se mi propongono di scendere delle rapide dove si salva uno su due non accetto; in qualche modo, spesso incosciamente, ho utilizzo un criterio di scelta, legato a motivi pratici o morali. Per concludere, qual'è la probabilità di insuccesso moralmente accettabile a fronte di un capriccio come correre in auto o buttarsi da un burrone? Un cordiale saluto.
La premessa era buona, io imposterei il discorso non tanto sul moralmente accettabile quanto sullo statisticamente accettabile.
Nel senso che, prima di giudicare folli, o peggio ancora, immorali, coxxioni, ecc coloro che si dedicano a questo sport, occorrerebbe avere dati alla mano sugli incidenti mortali verificatisi in quest'attività rapportata al numero totale di lanci effettuati.
Magari salta fuori che è meno rischioso che andare in bicicletta su una statale!