Non è facile sopravivere

No! Ti chiedo per un attimo di credermi.. capisco cosa dici, ma questa non è emergenza.
Abbiamo metri diversi per l'attribuzione della parola "emergenza" (che ho volutamente sostituito alla parola "sopravvivenza") ad una determinata circostanza ma credo che alla fine concettualmente diciamo la stessa cosa.

Ciao :), Gianluca
 
Non tutto è frutto della nostra volontà, anzi molti fenomeni attorno a noi, dentro noi per essere precisi, sono condizioni fondamentali per la nostra esistenza.

Ok.. Fato? Karma?.. Quali altri dieci cento mille modi per definirlo?

Ma, ragazzi, emergenza è un'altra cosa...
Quello che non si può lasciar passare, è l'idea che è stato il mio karma che mi ha fatto finire in una situazione di merda, quando son uscito di casa sapendo che la protezione civile ha dato l'allerta meteo sopra casa mia!

Non vale... non c'è una assicurazione al mondo che farebbe un contratto con me... Non c'è una comunità di umani che mi accoglie, se non caricandomi d'aglio, cornetti, macumbe...
 
Ok.. Fato? Karma?.. Quali altri dieci cento mille modi per definirlo?

Ma, ragazzi, emergenza è un'altra cosa...
Quello che non si può lasciar passare, è l'idea che è stato il mio karma che mi ha fatto finire in una situazione di merda, quando son uscito di casa sapendo che la protezione civile ha dato l'allerta meteo sopra casa mia!

Non vale... non c'è una assicurazione al mondo che farebbe un contratto con me... Non c'è una comunità di umani che mi accoglie, se non caricandomi d'aglio, cornetti, macumbe...


Quoto Chinook. La penso anch'io così. Unica cosa: il quote che hai fatto non sono parole mie, ma di francesco77.
Non credo al fato o karma o come lo volete chiamare: credo che se uno è fesso, se le va a cercare! Poi una valanga, un fulmine dal cielo può colpire tutti preparati e non. E' la vita.
 
E' il tentativo (ma perché ho questa sensazione?.. :)) di leggere tra le righe di manuali che poi sul campo si rivelano deleteri perché scritti da gente che sul campo non c'è mai andata. E credo di sapere (o almeno lo spero) che, sia tu che io, sappiamo di cosa stiam parlando. Magari da due punti di vista diversi. Ma il linguaggio lo riconosco.. Da almeno trent'anni ce l'ho nelle orecchie. .... omissis .... Capisci cosa dico?!
Riflettici!
Permettimi però di dirti di leggere tutto il mio post e non solo due righe.

Io considero un qualcosa che non doveva "capitare" sempre come degna di nota e, una volta "catalogata" e valutata in base alle circostanze, capacità, equipaggiamento e le conseguenze che può avere, una volta valutata quella determinata "anomalia" la confermo come emergenza o semplice imprevisto o magari divertente variazione del percorso. Questa è la mia "forma mentis" che non la ritengo valida solo quando ho uno zaino sulle spalle, ma, soprattutto quando non c'è l'ho.

La determinazione, l'addestramento e l'equipaggiamento sono fondamentali ma non garantiscono a priori la buona riuscita di un qualcosa, sicuramente è la condizione migliore ma è, a mio avviso poi per carità ognuno è libero di pensare quello che vuole, un errore di sopravvalutazione non considerare una anomalia come emergenza solo perchè si è in quella condizione.

Senza offesa ma io non sono Rambo, nè mi interessa farlo od esserlo, non ho una reputazione da "macho" da difendere. Se ho una spina nella mano non richiedo di certo un intervento medico, e non la considero una emergenza ma appena posso me la tolgo, ma se mi rompo una gamba è la prima cosa che faccio e questo a prescindere dal fatto che sia in grado di trattare l'emergenza ed abbia tutto l'equipaggiamento del caso, certamente non sarei un paziente "passivo" e dopo aver richiesto l'intervento medico farei tutto quello che posso fare per stabilizzarmi (o stabilizzare) e ridurre al minimo le conseguenze ..... ma nessun problema, ne lo ritengo "disdicevole", chiedere "aiuto".

Se in una raffineria, un impianto chimico, una cartiera scoppia un incendio "qualsiasi", si attiva sempre lo stesso protocollo e in base alle circostanze, e le potenziali conseguenze, si applica in parte o totalmente in un prestabilito crescendo ...... ma a prescindere dall'entità, o dal rischio, quando suona l'allarme tutti muovono il sedere e se qualcuno lo prende sottogamba, bhè, vuol dire che quella persona o ha sbagliato lavoro o non è stato adeguatamente motivata o formata o una combinazione di queste "anomalie". Se prende fuoco un cestino della carta non si ferma l'attività dell'impianto ma non lo si lascia bruciare solo perchè "tanto è un cestino e forse si spegnerà da solo" ...... e credimi tu ..... questo non l'ho imparato in un manuale ;)

Ciao :), Gianluca
 
E viceversa, ogni cosa ha la sua importanza e non necessariamente in egual misura.

Io non la penso così. La storia insegna, che quelli che sono sopravvissuti più facilmente ad una emergenza (esempio: si sono persi nel bosco), sono stati i bambini! Questo perchè, spesso, non si facevano prendere dal panico come avrebbe fatto un adulto, perchè non si rendevano conto del pericolo e della situazione di emergenza.

Ripeto, il coltello, la giacca tattica, le conoscenze non servono a nulla se si perde la testa! Quanti istruttori di sopravvivenza o pseudo tali, si sono fatti prendere dal panico e hanno commesso errori che magari li sono costati la vita? E' cronaca.
 
Ripeto, il coltello, la giacca tattica, le conoscenze non servono a nulla se si perde la testa! Quanti istruttori di sopravvivenza o pseudo tali, si sono fatti prendere dal panico e hanno commesso errori che magari li sono costati la vita? E' cronaca.
E quanti invece si sono salvati senza farsi prendere dal panico ma applicando semplicemente quanto imparato ? :p

Per te è più importante la "determinazione" o la "gestione della paura" o il "io" ..... benissimo nulla da dire :p ...... ma "io" preferisco affidare la mia vita ANCHE a qualcosa di tangibile e misurabile e senza considerare che se sei addestrato impari anche a gestire il panico come conseguenza diretta. Non credo che sia così "strano".

Io non sono più un bambino .... che faccio ? :biggrin:

Preferisco considerare la "cosa" come un mix di "cose" senza voler necessariamente identificare una componente elitaria rispetto alle altre con l'intento di affinare di più quella ma sono convinto, e questa è una mia convinzione, che non tutti i componenti appiano egual misura nella buona riuscita.

Con la sola "determinazione" non risolvi nulla o è molto più difficile, con il solo equipaggiamento non risolvi nulla o è molto più difficile, con la sola fortuna non risolvi nulla ma nulla ti vieta di sperare di averla in quella circostanza ..... filosoficamente parlando la vita ognuno l'affida a quello che vuole.

Ciao :), Gianluca
 
E quanti invece si sono salvati senza farsi prendere dal panico ma applicando semplicemente quanto imparato ?

Indirettamente confermi quello che ho detto: cioè che la cosa primaria è non farsi prendere dal panico e avere la testa. Dopo puoi anche avere tutta l'attrezzatura che vuoi e il miglior coltello che esiste: è' un di più. Ma ripeto: se perdi la testa, il coltello può servirti al massimo per farla finita!

Non sono esagerato. Quanti perdono la testa e il lume della ragione? In ogni corso da infermiere, croce rossa, bagnino, esercito, la cosa primaria che ti insegnano è l'autocontrollo e il saper gestire situazioni stressanti.

Personalmente reputo in ordine di importanza:


  1. testa, determinazione e autocontrollo
  2. conoscenze e capacità di improvvisazione
  3. equipaggiamento

Poi, ognuno è libero di pensarla come vuole.
 
Forse sono un po' stordita ma leggendo varie discussioni sono arrivata a farmi delle domande a cui ho trovato una risposta che, per quanto mi appaia discutibile sotto alcuni aspetti, mi suona nel complesso sufficientemente possibile da essere considerata...

Diamo per scontato che la finalità della nostra specie sia quella di sopravvivere nella natura e che la nostra specie, come ogni specie, conti soprattutto sul numero di individui per assicurarsi di sopravvivere.
In questa ottica però ogni differenza fra gruppi di individui diventa un aumento di possibilità perché scelte diverse farebbero si che, se una o più si rivelassero errate, ci sarebbero comunque superstiti dovuti all'avere compiuto scelte differenti.

Credo che non esista una sola strategia vincente (paura, non paura, terrore, fuga, nascondersi, procedere coraggiosamente, appostarsi in agguato, contrattare, combattere, aggredire, collaborare, ecc ecc) per TUTTE le possibili situazioni critiche che possiamo trovarci di fronte.
Ogni strategia risolutiva ha i suoi pro e i suoi contro. L'importante è che ci siano diverse possibili soluzioni e che, allo stesso tempo, ci sia un certo numero di individui convinto FERMISSIMAMENTE che ognuna di esse sia quella corretta e vincente tanto da perseguirla rischiando la propria vita.

In sostanza ritengo che su alcuni argomenti specifici non si verrà mai ad una convergenza di vedute perché siamo costruiti per non poterlo fare o la nostra specie non sarebbe dilagata in maniera tanto efficace sul pianeta :p
 
Daedin, concordo perfettamente!!! La varietà di approcci rende statisticamente più pobabile la riuscita di qualcuno (come altrettanto probabile sarà la disfatta degli approcci differenti :) ).

Prendendo ad esempio l'essere "braccati": qualcuno si salverà attaccando a sua volta il predatore; qualcuno restando immobile nel suo nascondiglio; qualcunaltro correndo correndo senza voltarsi indietro ....

E infatti qualcuno, in determinate situazioni, diventa aggressivo, qualcuno si paralizza, qualcuno scappa ecc.....

Sono tutti residui di approcci che evidentemente, qualche volta, si sono rivelati vincenti altrimenti si sarebbero estinti senza lasciare traccia nei nostri comportamenti.

L'unica cosa che mi crea perplessità è questo punto di partenza:

Diamo per scontato che la finalità della nostra specie sia quella di sopravvivere nella natura e che la nostra specie, come ogni specie, conti soprattutto sul numero di individui per assicurarsi di sopravvivere.

Non dico che non vi sia fondamento in quella frase, divo solo che andrebbe approfondita ... mi sa che aprirò una discussione dedicata ....
 
Personalmente reputo in ordine di importanza:


  1. testa, determinazione e autocontrollo
  2. conoscenze e capacità di improvvisazione
  3. equipaggiamento
Nulla di personale, credimi, ma trovo queste classifiche solo un esercizio accademico. Non dico che non sia anche così, per carità, ma alla fine ogni circostanza ha la sua storia. Ci possono essere situazioni tali per il quale se non sei in grado di "ragionare" non te la cavi ed altre dove se non hai il giusto equipaggiamento non ti salvi. E visto che difficilmente, a priori, uno può sapere cosa gli servirà di più, in un determinato momento, non può dire punto, ovvero approfondisco, studio, imparo, di più sul primo punto piuttosto che sul secondo piuttosto che sul terzo che è poi lo scopo di queste "classifiche".
Poi, ognuno è libero di pensarla come vuole.
Indubbiamente.

Ciao :), Gianluca
 
Scusa Chinook ma io no parlavo ne' di fato, ne' di karma.
Parlavo di fattori che concorrono nella riuscita o meno della sopravvivenza di unindividuo.

Non so perche' ma credo che non ci si riesca a capire.... o non ci si voglia capire.
Mi dispiace ma e' ora che si lasci da parte una certa illusione e si guardi un po' alla realta'.
Si puo' aver equipaggiamento, forza di volonta' o qualsiasi altra cosa ma non basta solo quello. Ci vuole una combinazione di eventi, qualita' fenomeni. Cosa li regola non e' questa la sede in cui discuterne, se si chiami dio, karma, destino o altro non mi interessa.
Vorrei far capire che non e' possibile determinare quali siano i fattori di un sicuro successo in una situazioni di sopravvivenza. Avere un buon atteggiamento mentale e' importantissimo. tuttavia ricordo che avere una buona attrezzatura al fianco possono aiutare di molto anche ad avere un buon atteggiamento mentale, ovvero a non cader nel panico.

Ma tutte queste rimangono delle ipotesi. Credo che Francesco se buttato nella foresta del borneo o in Alaska avrebbe ben poche possibilita' di sopravvivere.
Perche'? perche' non so se ha la capacita' di adattarsi ad una situazione cosi' estrema in un periodo di tempo brevissimo.
Non solo volonta', forza fisica, salute,equipaggiamento, etc. etc....
ma capacita' di adattamento. Cosa che o ha o non ha.
e in piu' una bella botta di fortuna!!!!!!
 
Onde evitare di totalizzare diversi mesi di permanenza online, nel weekend vado a fare qualche sentiero sui colli vicini a Padova. Niente di particolare, delle gite che più banali non si può, infatti vado super leggero, una bottiglia d’acqua da 1 litro, opinel n12, fazzoletti, accendino, qualche tramezzino, etc. messi in un zainetto in quale stano appena due bottiglie da 1 litro.
Ma ieri mi sono quasi fatto addosso per il semplice motivo che siamo rimasti un po’ troppo sui colli, c’erano castagne, funghi, tante cose da vedere (per me), cosi quando ci siamo accorti e cominciato a diventare buio. A parte che tutto il giorno c’era la nebbia, ed era difficile di capire che ore fosse. Poi anche il cambio di ora. Cosi abbiamo deciso di scendere giù prima possibile, perche non avevamo una pila con noi, e percorrere un sentiero bagnato, al buio totale, sotto la pioggia che per fortuna non e arrivata non e cosa da poco. A aggravare tutto era il fatto che il cellulare non aveva campo, e in caso di emergenza dovevo trovare prima un posto da dove chiamare. C’e l’abbiamo fatta, siamo arrivati giusti in tempo. Più banale di cosi, si muore. :)
 
Non è che si dicano poi cose molto diverse.
Quello che preme sottolineare a me, è che se c'è attrezzatura, addestramento, determinazione, non c'è emergenza. Per definizione.
Perchè è emergenza quando uno di questi elementi viene a mancare, o quando succede l'imprevisto.

Non può essere emergenza anche se va via la luce durante un temporale...

Un incendio in una raffineria (si è fatto l'esempio..) è emergenza?
Assolutamente no.. è, e deve essere, previsto. Ci sono gli impianti automatici di spegnimento e vanno testati ciclicamente. Si fanno le esercitazioni apposta in alcuni reparti delle raffinerie..

E' emergenza, per i pompieri, intervenire su un incendio?
Guai se lo fosse !! E' il compito per cui sono addestrati, hanno i mezzi e, di solito, determinazione; tanto che quando intervengono, il comando delle operazioni passa automaticamente a loro..

Bisogna sia chiaro di cosa si discute...
Altrimenti l'ultimo arrivato, senza leggere gli interventi precedenti, viene a dire che ha avuto lui un'emergenza perchè si è perso nel bosco. Come dargli torto... per lui era un'emergenza, certo.. (e non mi riferisco a quanto dice Aleks qui sopra..)
Ma perchè, appunto, mancava uno degli elementi di cui sopra. Magari una bussola, magari la capacità di usarla, magari si era rotta e c'era l'incapacità di orientarsi senza.

L'emergenza invece, quella con la E maiuscola.. è, o dovrebbe essere, l' imprevisto, quello vero. Ciò che non era contemplato.
E li certo, doti personali, esperienza (che è cosa diversa da addestramento..), spirito di adattamento, ingegnosità, coraggio..
Ma è proprio per restringere al massimo la possibilità dell'imprevisto che costantemente si migliorano materiali, tecniche... e protocolli.
Questo è ciò che, a mio avviso, dovrebbe intendersi come emergenza in una discussione attorno tecniche di survival (Non è facile sopravvivere..).
Il resto sono appunto attrezzature, tecniche, allenamento, conoscenze, per far si che tutte le "situazioni prevedibili" vengano ricondotte il più possibile in un ambito conosciuto e contemplato. E cioè.. previsto.
 
Ultima modifica:
Siamo su discorsi di lana caprina o di filosofia se vogliamo .... e forse andrebbero approfonditi via PM anche se alla fine, non è quello che intendo io o quello che intendi tu che importa, ma quello che decide l'amministratore, nel senso che non è che uno possa imporre un modo di vedere una cosa rispetto a come la vede, la stessa cosa, un altra persona; io non ne ho l'autorità e non credo neanche tu ..... l'amministratore sicuramente sì, almeno sul piano formale.

Io classifico un avvenimento come emergenza in base alle conseguenze che potrebbe avere perchè alla fine a me interessano quelle, io non sto mettendo alla prova le capacità della squadra anti incendio, sto valutando quali conseguenze si potrebbe avere se quel fuoco non venisse spento .... perchè è quello che a me interessa.

In una raffineria un incendio (non di un cestino della carta) è una emergenza perchè potrebbe fare booomm, idem in un impianto chimico (concettualmente) e anche se non può fare boom una cartiera può mandare a quel paese qualche decina di milioni di euri (e non hai idea di quanti incendi o principi d'incendio possono capitare in una macchina continua).

In seconda battuta poi prendo le ipotetiche conseguenze, le confronto con le ipotetiche capacità della squadra anti incendio e, PER DIFETTO PRUDENZIALE, rivaluto il tutto e decido se confermare l'emergenza, con tutto il suo protocollo e con tutte le conseguenze del caso, oppure se declassarla, far rientrare l'allarme e lasciare la squadra lavorare.

Questo è l'iter di gestione di una emergenza. Avere le capacità per affrontare una anomalie non vuol dire che poi si riesca materialmente a superarla e sono le conseguenze di questa non riuscita che a me preme e non l'eventuale fallimento della squadra.

Ciao :), Gianluca
 
Diamo per scontato che la finalità della nostra specie sia quella di sopravvivere nella natura e che la nostra specie, come ogni specie, conti soprattutto sul numero di individui per assicurarsi di sopravvivere.

Quante altre specie conosciamo che hanno metodicamente eliminato individui della stessa specie, e per farlo hanno inventato costantemente nuovi e sempre più sofisticati mezzi e metodi?
 
Non voglio cercare polemiche, però basta dai , sempre con ' sta storia che l'uomo è l' unico essere malvagio in natura !!!
Un giorno il pastore tedesco del mio vicino ,riuscì ad entrare nella conigliera di mio padre ed uccise tutti i coniglietti che riuscì a trovare, non ne mangiò nessuno, li uccise e basta .Qualche mese prima aveva spezzato il collo così tanto per fare, ad un gattino poco più che appena nato sotto i miei occhi. Era lo stesso cane che ci correva incontro scodinzolando in cerca di coccole
I Leoni maschi adulti se vedono una leonessa con i piccoli tentano di uccidere i piccoli per fare tornare la leonessa ad essere "ricettiva" ed accoppiarsi con lei.
I cuculi depongono le uova nai nidi degli altri uccelli ,quando i piccoli nascono spingono fuori dal nido i piccoli del legittimo proprietario del nido e riescono ad ingannare la madre di questi e farsi sfamare da lei anche se le hanno appena ucciso i figli.
A mio parere non è che noi siamo una specie "marcia", la violenza è insita nella natura, l' unica differenza è che noi usiamo la tecnica dove le altre specie usano la forza bruta.
Non è detto che i leoni se vessero il ns. cervello non si comporterebbero come noi.
 
Ciccio la differenza c'è ed è sostanziale, gli animali non hanno ragione e non hanno coscienza del bene e del male, agiscono per istinto, agiscono perchè nel loro DNA è scritto che devono comportarsi così per tramandare il loro patrimonio genetico ed assicurare prosperità alla specie.

L'uomo invece è dotato di ragione e ogni sua scelta è frutto di una sua personale decisione e presa di coscienza.

Per fare un paragone automobilistico gli animali corrono in autostrada, un percorso ben segnato, con una sola direzione dalla quale non si può scappare, l'uomo invece corre in una statale piena di bivi, incroci, svolte, rotonde ecc ecc
 
Ciccio la differenza c'è ed è sostanziale, gli animali non hanno ragione e non hanno coscienza del bene e del male, agiscono per istinto, agiscono perchè nel loro DNA è scritto che devono comportarsi così per tramandare il loro patrimonio genetico ed assicurare prosperità alla specie.

L'uomo invece è dotato di ragione e ogni sua scelta è frutto di una sua personale decisione e presa di coscienza.

Per fare un paragone automobilistico gli animali corrono in autostrada, un percorso ben segnato, con una sola direzione dalla quale non si può scappare, l'uomo invece corre in una statale piena di bivi, incroci, svolte, rotonde ecc ecc


Quoto e ringrazio! :) Come dico sempre io: l'animale non agisce, ma reagisce (perlopiù ad un istinto: che sia fame, paura, lotta...)
 
Qui stiamo andando nel mistico/filosofico.........................
Io non credo a tutte quelle storie che l' uomo è malvagio perchè sceglie di commettere il male coscientemente mentre gli animali sono come dei bambini innocenti che fanno cose atroci solo pechè spinti dall' istinto.Sono tutte sovrastrutture come le chiamava Marx (o anche il Jocker in "the Dark Knight return") che si crea l' uomo perchè non vuole ammettere la verità :che anche noi siamo animali .
L' uomo piega la natura ai suoi voleri invece che vivere in essa non perchè è malvagio ma perchè può farlo. La natura o DIO o chi volete per sopravvivere invece di darci le zanne o gli artigli ci ha dato un insieme di cose (il cervello,la postura eretta , il pollice opponibile) che hanno permesso che avessimo la possibiltà di comportarci come ci stiamo comportando. Nessuno mi convince che se il nostro cervello lo avessero avuto i leoni non si sarebbero comportati come noi.
Poi se gli animali commettono degli atti di ferocia solo per uno scopo, che senso aveva uccidere 10 coniglietti e non mangiarne neanche uno o spaccare il collo ad un gattino solo perchè aveva fatto l'errore di passargli davanti ?
 
Poi se gli animali commettono degli atti di ferocia solo per uno scopo, che senso aveva uccidere 10 coniglietti e non mangiarne neanche uno o spaccare il collo ad un gattino solo perchè aveva fatto l'errore di passargli davanti ?

Hai mai pensato che anche il comportamento dell tuo cane e stato modificato da te? Il cane non vive in natura, ma vive con te, sperando che non lo tieni chiuso in appartamento ma ha la sua cuccia in giardino, dunque un minimo di liberta.
Per questo motivo, di non maltratare gli animali non tengo ne gatto, ne cane, non vado a pescare nei laghetti privati e a cacciare faggiani liberati, non faccio tutte quelli cose artificiali che di naturale non hanno niente.
 
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