@Knight70
Ho trovato il tuo intervento, a parte la condivisione o meno delle idee che esprimi, chiaro, corretto e scritto con cognizione di causa; ne traggo spunto per un ulteriore intervento considerato che l'argomento continua ad essere seguito sul forum.
Lo scautismo laico nasce per primo in Italia e fu anche in origine numericamente superiore a quello confessionale, ma la chiesa cattolica sia pure con un po' di ritardo comprese meglio le potenzialità educative del movimento e ne favorì e ne favorisce lo sviluppo, ciò soprattutto per opera spontanea di molti parroci, quindi dal basso, senza, che io sappia, alcuna direttiva che la imponga o la solleciti.
I parroci semplicemente e spontaneamente promuovono e accolgono soprattutto gli scouts dell'Agesci, associazione cattolica che conserva la sua indipendenza dalle gerarchie ecclesiastiche, ed anche quelli della FSE, mettendo a disposizione alcuni locali della parrocchia e questo è importante perché di fatto si traduce in un aiuto economico non da poco; ovviamente un gruppo scout cattolico può essere promosso da chiunque abbia la buona volontà di farlo.
Gli scouts del Cngei, posto sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, purtroppo per loro, difficilmente trovano un sindaco o una autorità laica che li promuova e sostenga, forse perché i politici si aspettano in cambio un bel pacchetto di voti, e senza i soldi per una sede e qualche attrezzatura non si va da nessuna parte.
La maggior parte di chi vede lo scautismo da fuori non sa che la spiritualità fa parte dello scautismo laico del Cngei e i ragazzi sono stimolati ad approfondire e praticare la propria fede, e non sa che lo scautismo cattolico dell'Agesci accoglie i ragazzi di altre fedi e non per fare opera di proselitismo.
In Agesci si chiede ai ragazzi che non condividono in toto la fede il rispetto reciproco e la sola partecipazione formale e composta ai momenti ufficiali tra i quali per molti gruppi la messa domenicale.
Le associazioni sono variegate e come a scuola dei bravi professori di matematica o di filosofia ti fanno amare le materie indipendentemente se sei in un liceo umanistico piuttosto che in una scuola tecnica, nella stessa associazione potrai trovare degli ottimi capi scout educatori e quelli che sbagliano approccio con i ragazzi, per cui può capitare che qualche capo confonda la proposta di fede con l'imposizione dei riti.
Spero che le cazziate a cui fai riferimento siano dovute a comportamenti irrequieti, perché le nuove generazioni, lo sanno bene gli insegnanti, hanno difficoltà a distinguere i momenti di libertà di espressione con quelli in cui un minimo di compostezza è obbligatorio come in chiesa; e comunque la perdita o espulsione di un ragazzo è per un educatore una sconfitta.
Infine la divisa, nelle associazioni a livello nazionale se ne discute spesso, ovviamente non è facile decidere anche per le difficoltà produttive ed economiche che ci sono; il Cngei ha introdotto la felpa e pantaloni tecnici, in Agesci al posto del maglione (a mio parere un buon prodotto) è spesso usata una giacca pile della ScoutTech (se pur non fa parte della divisa) e se facessi indossare a tua figlia dei pantaloni blu non di velluto non credo che farebbero storie.
Infine scusami se mi permetto di consigliarti, cerca di evitare che tua figlia si trovi tra un capo scout che tende a "convertirla" e un padre che spiega il suo "punto di vista" sulla religione, vivrà la cosa come un conflitto, i ragazzi hanno bisogno più di buoni esempi che di spiegazioni, un bravo capo e un bravo genitore agiscono e parlano solo se interrogati
scherzo ovviamente.
Spero comunque che i capi di tua figlia siano del tutto disponibili e contenti di confrontarsi con i genitori; confrontati con loro, è un tuo diritto e dovere, magari trovate il modo migliore per far vivere lo scautismo a tua figlia.
Scusa se sono stato prolisso ma gli argomenti sono infiniti.