Gli scout visti "da fuori"

:D non c'ho capito molto devo dire...
Quando nacque l'Agesci, l'associazione cattolica, dalla fusione delle precedenti associazioni maschile e femminile, erano gli anni '70, anni politicamente turbolenti, detti anche anni di piombo per le centinaia di omicidi politici e le manifestazioni violente, nelle quali le ideologie politiche si scontravano e condizionavano molti aspetti della vita civile; "il privato è politico" era una affermazione di quegli anni e intendeva che anche le scelte nella vita privata avevano un valore di scelta politica.
Ovviamente anche gli scouts, che sono persone del tutto normali e calate nel tempo in cui vivono, furono condizionati dal clima politico e dalle ideologie del tempo e per paura di essere additati, come accadeva da sempre e accade tuttora, come militaristi misero in discussione la loro divisa (se abolirla o mantenerla) e poi la mantennero scegliendo uno sgargiante colore azzurro che non richiamasse colori militari. Invero storicamente la divisa degli scouts era marrone o grigia o comunque di colore non sgargiante e a prova di sporco. In più per abbondare in antimilitarismo, ritenendo che divisa fosse un termine militare, utilizzarono il termine uniforme e inventarono che "la divisa divide e l'uniforme unisce", insomma una emerita stupidaggine per chi conosce l'italiano, che purtroppo continua ad essere tramandata.
Sempre per antimilitarismo ne fecero anche altre di stupidaggini ma sono altre storie.
 
il discorso dell'equipaggiamento che deve essere "in" e' una delle tare dell'italiano medio. nel settore pesca poi e' una delle cose piu' odiose in assoluto

all'estero, puoi benissimo che sei un bassman con una combo canna + mulinello da 50 e e artificiali da 1 e l'uno. in italia ti prendono in giro, offendono e deridono per mesi. e poi, se spiani pess sotto il naso ai fighetti, cercano pure di attaccare briga o fanno casini (mi e' successa un paio di volte a padova). anzi, c'e' gente che pesca quel pesce solo perche' puo' vestirsi in determinati modi e mostrare il proprio status con le patch varie.
 
Con la fusione dell'ASCI e dell'AGI, nel 1974, nell'attuale AGESCI, almeno in piemonte, la divisa non subì da subito la trasformazione in quella attuale.

La branca dei lupetti, e coccinelle, addottò, per i lupetti, un maglione verde a maniche lunghe / maglietta verde , cappellino verde e pantaloni corti grigi (alla zuava), per le coccinelle, se non ricordo male, mantenne la divisa dell'AGI che era molto similare a quell'attuale con l'aggiunta del cappellino rosso puntinato (senza visiera).

Per gli esploratori mantenne la divisa ASCI, per i maschi, ovvero, giacca grigia chiaro e pantaloni corti grigi (alla zuava), cappellone come quello di oggi, non ricordo il maglione, per le "esploratrici" idem ma nella versione AGI. Quelle che oggi sono le attuali quattro "tappe" erano cinque "livelli".

Verso fine anni settanta, inizio anni ottanta, ci fù la migrazione all'attuale divisa con il mantenimento del cappellino verde per i lupetti.

Anche la "cintura" seguì la transazione, e si passò dalla variante presso fusa
cintura.jpg

alla versione stampata
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(la versione presso fusa apre meglio le bottiglie :p)

Ciao :si:, Gianluca
 
E' però quante complicazione per andare a fare un pò di campeggio!! Si possono portare dei giovani all'aria aperta senza divise/uniformi bandiere gagliardetti o labari. Che bisogno c'è di un inquadramento da CAR.
 
Ultima modifica:
Tanto questo è solo uno dei tanti aspetti del bisogno umano,specialmente italiano,di faziosità. Ci piace stare in un gruppo ben circoscritto,spesso contro altri, in cui si parla un gergo esclusivo, si fanno cosa particolari ecc.Può essere la politica la religione il campanile o la squadra ma tanto il principio è lo stesso.
 
E' però quante complicazione per andare a fare un pò di campeggio!! Si possono portare dei giovani all'aria aperta senza divise/uniformi bandiere gagliardetti o labari. Che bisogno c'è di un inquadramento da CAR.
Se lo scoutismo fosse solo un modo per fare del campeggio non ci sarebbe nulla di più vero ma nella realtà dei fatti non è mai stato così (almeno in base alla mia esperienza), poi uno può continuare a vederla come ritiene più opportuno ;)

Ciao :si:, Gianluca
 
E' però quante complicazione per andare a fare un pò di campeggio!! Si possono portare dei giovani all'aria aperta senza divise/uniformi bandiere gagliardetti o labari. Che bisogno c'è di un inquadramento da CAR.

Con rispetto ma mi viene il dubbio che tu non abbia letto i messaggi precedenti... Diciamo che "fare un po' di campeggio" è un po' riduttivo rispetto a quello che è lo scoutismo
 
Certo non volevo offendere nessuno anzi mi dispiace se qualcuno possa essere rimasto male, però ci sento sempre dietro un sentore di qualcosa che non condivido,parere personale certo.
 
la cosa che un po' mi rompe e' che quando a 15 anni andavo in outdoor mi rompevano le balle con commenti da cosi' a peggio: "ah ma e' un ragazzaccio, un teppista ecc, chissa' cosa fa nei boschi". quando in outdoor ci andavano gli scout: "ma come sono bravi che vanno a fare i campi, ah ma che bello".
 
Certo non volevo offendere nessuno anzi mi dispiace se qualcuno possa essere rimasto male, però ci sento sempre dietro un sentore di qualcosa che non condivido,parere personale certo.
Non c'è nulla di male se uno non condivide un qualcosa, come nulla vieta di essere in disaccordo, ma se si riduce a "qualcosa" (scusate la ripetizione) che chiaramente non è, nel senso che si è detto più volte che non è quello il fine, non se ne esce :) poi, per carità, magari non si è stato in grado di spiegarsi.

Non è questione di "offendersi", per carità, la mia opinione non cambia in merito :biggrin: :lol: :rofl: come non è un mio interesse far cambiare idea in merito.

Ciao :si:, Gianluca
 
Non sono stato scout da giovane: in quel periodo leggevo il "manuale delle giovani marmotte" :)
Per natura sono andato relativamente tardi, e ora preferisco da solo o con piccoli gruppi da me organizzati (a proposito, quando lancio una proposta sul sito, e succede raramente, fatevi vedere :))
Gli scout sono ammirevoli per molti aspetti (ho parlato in passato con qualche capo scout, tutte persone ammodo).
Come tutte le associazioni, sono fatti da persone e si possono trovare diversi orientamenti al loro interno.
Può essere che ci sia qualcuno che vorrebbe "irregimentare" il gruppo (come tanti soldatini) oppure dare una impronta elitaria (noi siamo i migliori, gli altri non li consideriamo), però secondo me sono casi isolati.
 
Personalmente ho sempre desiderato aderirvi e se mi guardo indietro mi chiedo perché proprio non abbia cominciato..bo, lo chiederò a mia madre!!!
Nutro un forte rispetto per queste forme associative sia pur con orientamenti diversi ed anche per chi è così fortunato da avere un gruppo suo per andare a fare esperienza outdoor in tenera età, perché non è così scontato.
Io vorrei che chi viene dopo di me crescesse nella pienezza delle cose, perdendosi il meno possibile in minkiate e ben venga tutto ciò che non le tenga a testa bassa su un cellulare tutto il giorno!
 
Vorrei condividere i miei due cent: non sono mai stato scout e i miei primi contatti con questo mondo sono avvenuti quest'anno quando mia figlia è riuscita ad entrare. Permetto che pur non essendo ateo non ho molta passione per le religioni (nessuna) e che avrei preferito gli scout del cngei ma, dato che non ci sono gruppi cngi entro una ragionevole distanza, l'ho iscritta ad un gruppo Agesci.
La mia impressione è estremamente positiva, pur non senza critiche. Trovo che l'ideale educativo degli scout sia molto valido, che le attività servano davvero a creare rapporti umani sani e basati su dei principi giusti. Ho avuto spesso occasione di vedere come si comportano i "grandi" del clan, ragazzi e ragazze che dovrebbero essere all'apice del loro percorso formativo e, devo dire, mi sono piaciuti molto per modi di fare, capacità di relazionarsi in modo sano con gli altri e sostanziale pulizia nei comportamenti.
Inoltre, considerazione personale, mia figlia si diverte moltissimo ed è felice di andare. Ovviamente, nascendo in una famiglia non praticante, non ama tutte le manifestazione religiose alla quale, obbligatoriamente, deve partecipare. E questa è forse la critica più grande che io muovo all'agesci: usare la religione come cifra fondante e motivo ispiratore va bene, ma trasformarla nel centro di ogni attività no. Personalmente ho sempre considerato la messa come lo strumento principale di indottrinamento e, di conseguenza non apprezzo il fatto che la partecipazione alla messa, con conseguente disanima nel cerchio subito dopo dei comportamenti ed eventuali cazziate a chi regge il totem in caso di movimenti, sia non solo obbligatoria ma anche motivo di espulsione se non rispettata.
Insomma, la religione come etica si (poi sarà mia figlia a farsi le sue idee), ma la religione, come cieca accettazione e sottomissione no.

In merito all'uniforme posso dire questo: io non disprezzo il concetto perché in effetti evita che differenze economiche tra i lupetti creino problemi (tra l'altro a molti bambini è stata regalata) e li unisce all'interno del gruppo. Ma perché bip deve essere così assurdamente antiquata? Pantaloncini di velluto, freddi d'inverno e caldi d'estate che, da bagnati, passano da pochi etti a svariati chili, maglioni di lana perfettamente permeabili al vento... camicie rigide e poco pratiche. Ora, non dico che ognuno dovrebbe vestirsi come gli pare ma dato che non è esattamente economica (per chi l'acquista nuova) perché non usare materiali moderni, sempre rispettando i colori imposti dal regolamento?
Non dico un goretex tre strati né un polartec ma passare dal maglione di lana ad un pile windstopper, dai calzoncini di velluto a dei pantaloni tecnici, secondo me sarebbe un bel guadagno in termini di confort e libertà di movimenti. Ovviamente le cooperative che in esclusiva vendono questi capi continuerebbero a farlo, senza perdere entrate.

Ammetto però di essere nuovo in questo mondo e che probabilmente molte cose mi sfuggono e che forse la mia avversione verso certe componenti delle religioni influenza il mio giudizio. Non conosco poi altri gruppi e uso quello di mia figlia come metro di giudizio, forse sbagliando.
Ma, queste critiche a parte, trovo che sia in via concettuale che pratica, l'attività scout sia una cosa molto bella.
Fin quando mia figlia vorrà continuare a frequentarli io sarò daccordo... magari continuando a spiegarle il mio punto di vista sulla spiritualità in modo che lei abbia sempre un punto di vista alternativo da confrontare a quello che gli scout le impongono.
 
@Knight70
Ho trovato il tuo intervento, a parte la condivisione o meno delle idee che esprimi, chiaro, corretto e scritto con cognizione di causa; ne traggo spunto per un ulteriore intervento considerato che l'argomento continua ad essere seguito sul forum.
Lo scautismo laico nasce per primo in Italia e fu anche in origine numericamente superiore a quello confessionale, ma la chiesa cattolica sia pure con un po' di ritardo comprese meglio le potenzialità educative del movimento e ne favorì e ne favorisce lo sviluppo, ciò soprattutto per opera spontanea di molti parroci, quindi dal basso, senza, che io sappia, alcuna direttiva che la imponga o la solleciti.
I parroci semplicemente e spontaneamente promuovono e accolgono soprattutto gli scouts dell'Agesci, associazione cattolica che conserva la sua indipendenza dalle gerarchie ecclesiastiche, ed anche quelli della FSE, mettendo a disposizione alcuni locali della parrocchia e questo è importante perché di fatto si traduce in un aiuto economico non da poco; ovviamente un gruppo scout cattolico può essere promosso da chiunque abbia la buona volontà di farlo.
Gli scouts del Cngei, posto sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, purtroppo per loro, difficilmente trovano un sindaco o una autorità laica che li promuova e sostenga, forse perché i politici si aspettano in cambio un bel pacchetto di voti, e senza i soldi per una sede e qualche attrezzatura non si va da nessuna parte.
La maggior parte di chi vede lo scautismo da fuori non sa che la spiritualità fa parte dello scautismo laico del Cngei e i ragazzi sono stimolati ad approfondire e praticare la propria fede, e non sa che lo scautismo cattolico dell'Agesci accoglie i ragazzi di altre fedi e non per fare opera di proselitismo.
In Agesci si chiede ai ragazzi che non condividono in toto la fede il rispetto reciproco e la sola partecipazione formale e composta ai momenti ufficiali tra i quali per molti gruppi la messa domenicale.
Le associazioni sono variegate e come a scuola dei bravi professori di matematica o di filosofia ti fanno amare le materie indipendentemente se sei in un liceo umanistico piuttosto che in una scuola tecnica, nella stessa associazione potrai trovare degli ottimi capi scout educatori e quelli che sbagliano approccio con i ragazzi, per cui può capitare che qualche capo confonda la proposta di fede con l'imposizione dei riti.
Spero che le cazziate a cui fai riferimento siano dovute a comportamenti irrequieti, perché le nuove generazioni, lo sanno bene gli insegnanti, hanno difficoltà a distinguere i momenti di libertà di espressione con quelli in cui un minimo di compostezza è obbligatorio come in chiesa; e comunque la perdita o espulsione di un ragazzo è per un educatore una sconfitta.
Infine la divisa, nelle associazioni a livello nazionale se ne discute spesso, ovviamente non è facile decidere anche per le difficoltà produttive ed economiche che ci sono; il Cngei ha introdotto la felpa e pantaloni tecnici, in Agesci al posto del maglione (a mio parere un buon prodotto) è spesso usata una giacca pile della ScoutTech (se pur non fa parte della divisa) e se facessi indossare a tua figlia dei pantaloni blu non di velluto non credo che farebbero storie.
Infine scusami se mi permetto di consigliarti, cerca di evitare che tua figlia si trovi tra un capo scout che tende a "convertirla" e un padre che spiega il suo "punto di vista" sulla religione, vivrà la cosa come un conflitto, i ragazzi hanno bisogno più di buoni esempi che di spiegazioni, un bravo capo e un bravo genitore agiscono e parlano solo se interrogati :lol: scherzo ovviamente.
Spero comunque che i capi di tua figlia siano del tutto disponibili e contenti di confrontarsi con i genitori; confrontati con loro, è un tuo diritto e dovere, magari trovate il modo migliore per far vivere lo scautismo a tua figlia.
Scusa se sono stato prolisso ma gli argomenti sono infiniti.
 
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