La Svizzera (che di solito viene portata a modello per politiche ambientali e buona amministrazione, a noi stolidi italiani...) ha esattamente gli stessi problemi. Non più tardi di giugno o luglio scorsi è andato in onda un interessante servizio, sulla TV1 o 2 Svizzera, in cui si lamentano: comportamenti di protezione fai da te un po' troppo disinvolti, problemi di burocrazia eccessiva nei risarcimenti, ecc. ecc.
In questo, tutto il mondo è paese.
Ciò che voglio rimarcare è che dalla città, tranquilli, serviti e con l'unico rischio di essere investiti attraversando la strada, è facile pontificare sulle strategie di conservazione del lupo.
Il punto di vista di un allevatore di montagna è per forza di cose diverso, molto diverso. Già combatte con una miriade di problemi ed avversità, il lupo e/o l'orso che ritornano ad essere un problema li percepisce come l'ENNESIMO problema, di cui farebbe volentieri a meno.
Se, poi, invece di essere un laureato in scienze agrarie è un ragazzo che si è fatto da sé, figlio di generazioni di allevatori di montagna, magari bravissimo nel suo lavoro, ma poco socializzato, si può anche comprendere che dell'interesse collettivo, rappresentato dalla tutela di un animale raro come l'orso/lupo gli interessi... "il giusto"?
MOLTO sinteticamente: il problema è sostanzialmente culturale. Però tutto ciò è PROFONDAMENTE OT!
Perché il post si chiama "Il lupo: può diventare un pericolo PER GLI ESCURSIONISTI?".
Ecco: qui gli escursionisti, noi "avventurosi" c'entriamo il giusto. Personalmente ritengo più pericoloso l'allevatore, esasperato dalle predazioni da lupo, per le mie escursioni. La possibilità di un danno collaterale (schioppettata, attacco di cani antilupo) è assai più elevata che non di un danno diretto, da lupo.
Insomma, ragazzi, per favore, non divaghiamo. Che a divagare sono bravissimo io!
