In montagna da solo

... valido valutando per bene le persone con cui si và ;)
Se quelle persone sono "buone" allora di sicuro sono di aiuto, ma tante volte o non servono a nulla per via della loro personalità, abitudini, ecc o addirittura, sempre per gli stessi motivi, é probabilità di creare altre emergenze oltre alla prima, sono alte.

Io come dicevo vado quasi sempre da solo, l'unica persona con cui mi fido, vado, ecc in compagnia, indifferentemente dall'attività, é la compagna. Sò che i percorsi sono molto simili, sò il modo di reagire alle emergenze, sò a cosa si é applicata con dedizione, ecc.

Tutto và bene, ma tutto deve essere valutato per bene, pro e contro. C'é gente che diventa incapace di comporre un numero di telefono, nonostante la fortuna della ricezione,... Gente che si agita, corre a cercare aiuto, si fà male, cade da qualche parte e quindi tutte le parti restano senza assistenza, ne informazioni. Persone che non si sono mai interessate a nulla se non alla forma fisica e che non sanno offrire nemmeno le basi del soccorso, non sanno affrontare un imprevisto, ecc..

NB: non sono critiche, ma considerazioni basate su molte esperienze dirette in dinamiche impreviste, d'emergenza, ecc. Sia in montagna che non,...

Quindi é bene tenerle in considerazione, soprattutto quando ci si organizza in certe maniere aspettandosi almeno un minimo di qualcosa,...
 
Anche io sono andato in montagna spesso da solo, i motivi ormai sono stati abbondantemente detti.
Certo, c'è un po' di rischio in più, basta una storta al piede e rischi che ti trovano dopo due giorni; viceversa un vantaggio è che posso "giocare" con le mie attrezzature, avere i miei tempi, sfidare le paure dell'ignoto.
Insomma è bene trovare il giusto equilibrio tra uscite in compagnia, magari un po' merendere e "beata solitudo, sola beatitudo".
 
Ultima modifica:
Vado (anche) da solo da ormai 35 anni e non solo in natura ma anche in giro per il mondo e come hanno già scritto se non hai solo intenzione di farti una bella escursione, inforca lo zaino e parti senza troppi problemi.

Io lascio sul computer il file coi i dati necessari per un eventuale soccorso (mappa, tracce gps, indicazioni) che poi non è altro che il file con cui ho pianificato l'uscita.
Inoltre pianifico l'uscita all'insegna dell'autosufficienza: un po' più di viveri, un po' più di indumenti, kit pronto soccorso, waypoint di eventuali ricoveri di emergenza (grotte, bivacchi, ...), vie di fuga.

Vedrai che affrontare da soli territori sconosciuti è un’avventura profondamente interiore, incentrata sulla muta contemplazione dei luoghi, sull’intima meraviglia e sulla riflessione personale.

Certo fin da piccini ci è stato ripetuto come un mantra che in montagna non si va da soli, e in effetti il grado di rischio aumenta considerevolmente. Ma ritengo che di pari passo aumentino anche prudenza e attenzione: da soli si ha normalmente una più alta percezione del rischio.

E quanto a perdersi, non ti puoi perdere se dove sei, ci sei anche tu.
 
Al tempo, tanti anni fà, facevo immersioni da solo. Niente di estremo, ma non c'era la tecnologia...

Andare in montagna da solo è diventata, a volte, una necessità.
Ma la sensazione di iniziare un percorso e sapere/sentire di avere sulle spalle tutto quello di cui potrei avere bisogno (nei limiti...) è una sensazione bellissima, forse un pò motivata dal fanciullo che ancora persiste in mè...

Spesso penso dovrei comperare un Inreach, ma poi torno giù e magari compera un'altro zaino/tenda etc..


Cmq se dovessi scegliere se morire in un bosco o in qualsiasi altro posto...ovviamente non avrei dubbi...
 
Boh. Altri consigli? Come fate con i vostri congiunti? Immagino che per voi sia un problema ormai superato?
Io praticamente ho sempre girato in natura da solo,
quando non c'erano congiunti troppo vicini era meglio.

Adesso possono creare un problema subdolo a cui fare attenzione,
può succedere di andare in zone senza copertura cellulare, in questo caso un ritardo di un'ora
può creare allarme.
Di conseguenza quello che accade (almeno a me) è che inconsciamente faccio di tutto per evitare i ritardi il che a volte significa usare meno precauzioni... il che non è buona cosa.

Meglio programmare le cose in modo da dare un orario di rientro o di contatto molto marginato
 
Uscendo spesso in infrasettimanale per escursioni giornaliere, non è facile trovare compagni di escursione. Pur non essendo una scelta, le uscite in solitaria consentono un grado di libertà che difficilmente si può eguagliare in due o più persone.
Si è più concentrati sul percorso, sui luoghi ed è un'esperienza indubbiamente più intensa ed anche la sicurezza personale diventa l'elemento principale nel condizionare le scelte sul percorso, sui tempi e sull'attrezzatura da portare con sé.
Comunico sempre il punto di partenza, mandando le coordinate a mia moglie e porto con me sia un semplice kit per la segnalazione, sia un kit di sopravvivenza molto basico.
 
U

Utente 33524

Guest
Non so come sia possibile fotografare flora alpina con calma in modo decente in compagnia di altri. Anche quando la scorsa estate ho fatto una bellissima passeggiata in Valle dei vitelli (PNStelvio) con altri tre interessati alla flora, tra cui uno dei massimi conoscitori della flora valtellinese che ci faceva da guida botanica (tre facevano foto), non ne ho azzeccata una, nemmeno le stelle alpine mi sono venute decenti. Per non parlare di alcune rarità che per anni avevo sperato invano di trovare in Valgrosina, e che lì sono a portata di mano (per es. Pedicularis rostratocapitata, indifferente al substrato ma RR in Valtellina). Bellissima passeggiata, nessuna foto passabile... Dovrò tornarci con calma da solo più volte, una non basta.
 
Ultima modifica di un moderatore:
L'importante, ma questo vale per qualsiasi dinamica che riguarda dei rapporti con altri esseri viventi, o verso qualsiasi attività, é cercare la reale compatibilità, esponendo fin da subito tutto quanto con assoluta trasparenza, onestà, lealtà, sincerità, ecc. Senza dover fare qualcosa per compiacere qualcuno e senza voler avere a che fare con determinate persone solo per convenienza, opportunismo, o solo perché si sente il dovere di socializzare. Perché ad avere anche un piccolo e solo segreto, anche a fare una piccola cosa senza volerla veramente, nel modo in cui si fà, rende tutto fasullo, non realmente genuino. Sempre parlando del tempo libero, della propria vita privata,...

Per quanto mi riguarda, tra me e la mia compagna é così,... e và tutto alla grande. Non sentiamo assolutamente nessun tipo di pressione, perché ci si rispetta e c'é dietro tutta una dinamica di un certo tipo. Durante le uscite ci sentiamo più che a nostro agio in quanto le filosofie sono le stesse, gli interessi sono gli stessi, gli approcci idem, ecc. Non é fortuna come dicono molti, ma maturità ed integrità nel momento in cui si era pensato di iniziare una relazione. Perché quel "le relazioni sono uno stress", "non posso perché non vuole", ecc sono sintomo oggettivo che non é tutto un bel desiderio, un piacere, una volontà, ma sotto molti punti di vita un dovere, un'imposizione.

Infatti abbiamo sempre evitato, dopo ovviamente aver provato per avere cognizione di causa, le escursioni di gruppo, organizzate. Entrambi adoriamo fare corsi & Co. per apprendere cose, ma preferiamo pagare il triplo, esporre chiaramente le nostra filosofie, approcci, ecc e poterci godere in maniera logica, coerente verso noi stessi, quel che desideriamo fare.

Bisogna saper solo evitare di svendersi, sottomettersi, seguire modelli, tradizioni, schemi e altre ideologie,... ma solo assoluta trasparenza, onestà, verità, compatibilità, fin da subito,... se non ci sono, senza assecondare solo per ... Solo così si possono avere esperienze ed una vita vera, genuina, onesta, rispettosa, leale, sincera. Ogni singola bugia, per quanto piccola sia, rovina la realtà delle cose.

Un detto dice "solo i bugiardi vogliono piacere a tutti", quindi bisogna anche saper rinunciare o evitare, non per forza bisogna compiacere, avere a che fare con gli altri. Soprattutto se si nota che non si é sulla stessa linea, non si é obbligati a socializzare.

Quindi molto spesso certe dinamiche si presentano perché noi stessi non facciamo le cose in maniera totalmente logica, sensata, rispettosa verso noi stessi e gli altri, con onestà e ricerca di compatibilità. Ma solo per fare, mostrarsi, condividere, ecc e questo spesso finisce con sensazioni e dinamiche non proprio candide, vere.
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NB: non sono questioni offensive, neh,... Sono questioni che riguardano tutti in maniera oggettiva.
 
mmmhhhh pur non avendo l'esperienza di tanti che hanno scritto, mi permetto di aggiungere la mia.
Andare in giro da soli deve piacere e come ha detto qualcuno si deve stare bene con se stessi. Va provato. Non puoi sapere che sensazioni ti suscita finché non lo fai.
Io mi trovo bene anche se non sono mai andato oltre ai due giorni da solo.
Se però sono da solo Dico bene a qualcuno dove vado e porto con me l'InReach, soprattutto se sono in posti che non conosco molto bene. Mi pare che nessuno l'abbia nominato (se mi sbaglio chiedo venia).
Non ne ho mai avuto bisogno e spero di non averne bisogno mai ma averlo non è una cattiva idea.
 
lasciando perdere ogni valutazione socio-filosofica, che al più sono considerazioni personali e su quelle te le vedi te, ovviamente:

- lascia sempre detto dove vai, il giro che fai, le tempistiche che prevedi. è una banalità ma una sciocchezza può tramutarsi in tragedia, se sei da solo. io fornisco sempre a mia moglie il programma della mia uscita quando vado da solo (spesso): lei ci capisce niente, ma sa che in caso di imprevisti quella è la traccia da fornire a chi mi può tirare fuori dai casini
- lascia le briciole di Pollicino. ovvero ricorda ogni tanto di mandare un messaggio, o fare una chiamata, al tuo aggancio a casa. sapere dove eri prima di sparire è un grosso aiuto a chi dovesse venire a cercarti. soprattutto se strada facendo cambi itinerario rispetto al programma
- pianifica dove vai, valuta rischi/possibili problemi e attrezzati di conseguenza
- tieni sempre buoni margini di manovra. sui tempi, sulle difficoltà, su tutto quello che può andare alla voce "imprevisto". quando sei da solo tutto può diventare difficile e ogni sciocchezza può diventare un problema. abituati a prevedere le cose prima che accadano
- aumenta il tuo margine di sicurezza. se in compagnia sai che puoi spingerti fino a X, quando sei solo il tuo limite è X meno qualcosa. quel qualcosa lo devi capire tu :)
- goditi le tue uscite in solitaria perché sono una figata, ma non fare l'eroe. mai. nessuno di noi (quasi nessuno perlomeno) è Messner. tutti vogliamo tornare a casa sani, quindi ogni volta che le cose non ti paiono chiare o tranquille gira i tacchi e torna da dove sei venuto. rinuncerai a un'impresa da raccontare, ma potrai raccontare del tuo fallimento :)
 
Bella questa, molto filosofica :si:

ma no, semplicemente molto concreta e realistica, direi.
io amo tantissimo la montagna, adoro girare da solo, apprezzo anche la sfida alle difficoltà, che mi fa fa godere persino.
però ho una vita giù, in valle. e una famiglia. e a casa vivo tengo a tornarci, se possibile.
e quindi al bar mi piace raccontare di quella volta che... ecco, se "quella volta" è una roba che la posso raccontare al bar anziché leggerla tra i necrologi diciamo che preferisco... meglio una mezza avventura che un'epigrafe!
 
Oltra a telefonare, l'InReach indica anche le tue coordinate ad eventuali soccorritori?

L'In Reach NON telefona. manda (e se vuoi e paghi riceve) messaggi (SMS e Email) con le tue coordinate a ogni messaggio e traccia il tuo percorso mandando le coordinate di dove sei ogni dieci minuti (a seconda del piano) automaticamente.
Oltre a questo consente di lanciare un SOS H24 alla stazione preposta sempre con coordinate.
Io mi metto d'accordo a casa che se non mi faccio vivo ogni due ore alla terza devono guardare se mi muovo sulla rete ed eventualmente contattarmi o chiamare aiuto
 
L'In Reach NON telefona. manda (e se vuoi e paghi riceve) messaggi (SMS e Email) con le tue coordinate a ogni messaggio e traccia il tuo percorso mandando le coordinate di dove sei ogni dieci minuti (a seconda del piano) automaticamente.
Oltre a questo consente di lanciare un SOS H24 alla stazione preposta sempre con coordinate.
Io mi metto d'accordo a casa che se non mi faccio vivo ogni due ore alla terza devono guardare se mi muovo sulla rete ed eventualmente contattarmi o chiamare aiuto
Ooops, credevo che l'InReach fosse un telefono satellitare...

Però, scusate, se per andare via da solo devo lasciare ai familiari la mappa dell'escursione pianificata, invare man mano le coordinate degli spostamenti ecc. ecc., non mi sembra di fare un'escursione in solitaria ma di avere mille occhi addosso...

Tanto vale allora andare con 3/4 amici, o no?
 
NB: ricordandosi comunque dell'atteggiamento personale, visto che l'attrezzatura può sempre subire malfunzionamenti, problemi di ricezione (anche se satellitare, ecc). Non é una critica, ocio,... solo per ricordare che se si vuole ci sono ottimi aiuti tecnologici da portarsi dietro, ma senza abbassare la guardia perché si hanno quelli. Perché é un comportamento che spesso viene automatico, sentirsi più sicuri e prendere sottogamba altre cose,... Come quando si é esperti e si crede che alla natura interessi qualcosa, ahah

Sò che é stato più o meno detto, ma sempre meglio dirlo una volta in più.

NB: lo specifico perché conosco gente che fà spesso traversate nazionali tutte in natura e spesso quando controllano il tutto ci sono lunghe distanze in cui i "tracciatori" non hanno avuto "segnale" e sono "vuote". OVVIAMENTE MEGLIO AVERLO CHE NON AVERLO, SE SI SEGUE QUELL'APPROCCIO. :biggrin:

Tra l'altro anche ad essere Messner, Bonatti o qualsiasi altro,... certe dinamiche portano a conseguenze medesime, diciamo che siamo sempre essere mortali, dal primo all'ultimo.
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Ooops, credevo che l'InReach fosse un telefono satellitare...

Però, scusate, se per andare via da solo devo lasciare ai familiari la mappa dell'escursione pianificata, invare man mano le coordinate degli spostamenti ecc. ecc., non mi sembra di fare un'escursione in solitaria ma di avere mille occhi addosso...

Tanto vale allora andare con 3/4 amici, o no?
Infatti non sei obbligato a farlo, tutto dipende dalle tue filosofie, preferenze, approcci.
Ad ogni scelta però ne consegue l'accettare pro e contro senza vittimizzarsi poi, come fanno tantissimi che in caso di problemi accusano tutti e tutto tranne se stessi.

Io per esempio lascio detto dove vado, circa, e per il resto dico semplicemente che sono possibili determinate conseguenze, senza farne tragedia. Faccio quello che mi piace, come mi piace, consapevole di come può essere vita e morte. Quindi chiedo di non fare casini, storie, tragedie.

Quindi dipende tutto dalle proprie filosofie, ma non sei obbligato a comprare roba, a tracciare, a dire, ecc... Quello lo scegli tu. Sono solo delle alternative, delle possibilità.
 
Però, scusate, se per andare via da solo devo lasciare ai familiari la mappa dell'escursione pianificata, invare man mano le coordinate degli spostamenti ecc. ecc., non mi sembra di fare un'escursione in solitaria ma di avere mille occhi addosso...
Volevo dirlo io ... a me sembrerebbe di essere un sorvegliato speciale. :D

Certo concordo che un qualche sistema sia bene averlo .... giusto perchè se a fine giornata
non sei reperibile per ritrovarti possano bastare pochi addetti e che non ci sia da mobilitare un mezzo esercito a battere le montagne.
 
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